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31 dicembre 2007

ERRORI ED ORRORI



Ieri
mi sono smarrito
tra le sottili pieghe di un dubbio
che ha lasciato la mia virtù
tra la violenza dei miei sbagli.
Ricordo l'orrore,
lo spento desiderio
di ripeterli ancora
e di seguire il mio iniquo mentire
per seppellire nomi e memorie,
regalare un sogno agli anni morti,
ai viaggi mai intrapresi.
Riempio i diari con bugie che non leggo mai;
lasciami morire da solo,
accanto alle tue accuse.
Ricordo ancora:
eri nuda tra le mie parole,
sdraiata nel palmo della mia mano,
col sorriso riflesso
sulle lamiere verniciate
della luna.
Quante domande da fare alla vita
senza più il tempo di aspettare.

23 dicembre 2007

I campi di cotone

Forse non c'è mai nulla
che valga la pena di essere vissuto.
Avrei voglia di trovare un luogo dove sorridere,
dove sapere di essere a casa,
dove le pietre hanno un nome
uguale al mio
e i girasoli non chinano il capo.
I palmi delle mani
che si feriscono
perché accarezzo solitudine
e tristezza,
quando il nome dei giorni
parlano dei miei fiori
e delle mie notti.
Vorrei mani da pianista
per suonare le giuste parole
e non dover essere dolce quando
sto baciando con la lingua la morte.
Il gusto di tutto è sempre
tra i campi di cotone;
sai come sono i campi di cotone?
Sono neve d'estate che costa
sangue e fatica.
Poso i piedi sopra una terra
che ha vomitato tutto di me:
lasciami essere triste,
ho cosi poche doti nella gioia che
ho imparato a piangere parole.
Il mio capitano, dentro lo stomaco,
conosce tutte le rotte,
i fiumi più limacciosi
e il luogo dove dormi.
Non girare la pagina del mio piccolo
dolore.

18 dicembre 2007

Navi in rada


La nostra sciocca vanità
lascia solo moribondi pensieri,
arenati tra le anse della realtà,
affascinati da lingue disperate.
Abbiamo, nascosti nella carne,
i silenzi, le angosce , i desideri
e gli schiaffi della vita
che ci parlano nella notte.
Cerchiamo l'ultimo luogo
dove custodire paure e sospiri
per non dover spiegare più nulla,
nemmeno l'amore rubato,
nemmeno la solitudine.
E mi vedo scendere giù,
verso il porto a baciare le
navi in rada
pronte a partire
per un'altra guerra.
Mancherà sempre l'ultimo saluto
lanciato dalla banchina,
mancherà sempre
qualcuno che pianga per noi.