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28 agosto 2008

IPOTECHE


Quella era la notte. Non aveva contorni netti e definiti ma lasciava la stessa angoscia dentro e la stessa paura di non svegliarsi più.

C’era un orario da rispettare: entri e lui, candido e professionale rilegge per te il tuo tempo. Non lascia prove d’appello, sei il numero che doveva arrivare, sei un dolore che non gli è mai appartenuto; ti lascia in mano un pacco di fogli dove il nome è scritto in piccolo, dove non puoi più mettere dentro alcun futuro, nessuna speranza.

Quella era la notte, dove all’improvviso ti ci trovi dentro, senza tramonto ne alba.

Respirai tutta l’aria che potevo per provare a sputare poi fuori il cuore che invece rimase aggrappato alla mia rabbia.

Scendevi con me le scale, lontana da ogni sogno, sussurravi i sorrisi e mi guardavi con la diffidenza con la quale si guarda chi ti ha tradito.

Le cose non sempre dipendono da noi; nascono in noi, lasciano segni indelebili che gli altri non sanno riconoscere e che rifiutano di vedere come naturali e inconsciamente ti danno la colpa del tuo futuro abbandono.

Non voglio raccontare nulla, non serve a molto farsi capire. Le cose sono rimaste lì, a portata di mano, pronte per essere usate da ogni lingua. E’ stato come morire due volte.

13 agosto 2008

I boia


Prendi una pistola e spara.
Lo sai fare o no?
Forse ci vuole coraggio ma è un lavoro pulito, senza sbavature.
Dunque si sceglie la vittima, o te la indicano; non hai bisogno di parlargli, di raccontargli nessuna bugia, non deve fidarsi di te e tu non devi giocare con lui. Per non so quale forma di rispetto, lo guardi negli occhi; carpisci quegli ultimi istanti prima che il cane tocchi il percussore e il proiettile abbai dentro la testa della vittima. Un carnefice ha un motivo, una spiegazione una risposta alla sua azione: è un lavoro. Per quanto infimo e deplorevole è un lavoro.

Peggio è morire per mano di chi non usa altro che il suono dell'illusione, della bugia, dell'ipocrisia, del silenzio. Ti tira fuori parole e promesse, ti scava dentro all'anima e ti ruba le cose più preziose e intime per regalarle alla sua vanità, al suo bisogno di sentirsi bene. E non ha il coraggio di darti il colpo di grazia perché non sa fare il boia. Sa solo far male e pensare che in fondo in ogni gioco c'è chi vince e chi perde.
Peccato scoprire solo all'ultimo che il giocattolo eri tu e che non sei mai entrato da nessuna parte, in nessun pensiero, ma solo in un tunnel di dolore e illusioni,
Un buon boia è impagabile: non avrai mai bisogno di chiedergli perché.

04 agosto 2008

Carezze sulle orme

La vita ha preso a respirare
con troppo affanno
col suo alito appannerà
il vetro del tempo
e cancellerà i contorni degli attimi.
Ogni viso si allontanerà,
i gesti rimarranno

lontane figure
che sbiadiranno tra altre mille vite
che attraverseranno la nostra.
Con carezze sulle orme
cerco di fermare momenti
e promesse
per non rincorre più sogni.
E chiedo alle mie mani

di ricordare un viso

per non pensare
mai più a chi non c'è.

02 agosto 2008

Parete a specchio


Non esiste più nulla al di là di quella parete a specchio che mi separa da fughe e trappole.
I nuovi nomi, le poesie ritrovate, l'arte nascosta tra gli anni di fuga hanno scelto un tempo diverso e più benevolo dove ascoltare la mia canzone e lasciare un posto vuoto per questo destino inventato a tavolino da moderni satrapi.
Il mio sguardo gira intorno e trova fantasmi senza voce, voci senza corpo e tutto insegue un vacuo sentire, un inutile sperare.

Chiederò scusa a chi non trova mai la mia spalla per piangere e mi insulta quando gira l’angolo perché così è più facile, così è più elegante.

Imparo a memoria nuove pagine di una vita di seconda mano, con il certificato di garanzia scaduto; provo a evadere attraverso fessure e spiragli di realtà che giocano con me perché è sempre meglio che un buio silenzio.

Ti ho raccontato qualche verità per provare a essere come chiunque altro, per avere qualcosa da rimpiangere quando sarò dalla parte sbagliata di qualche nuova parete a specchio; ma come sempre non ho altre parole che queste, che sono inutili, incomprensibili e senza nessun suono.

Inutili, come sempre.