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30 gennaio 2009

Scegli me


Scegli me,
sono l'ultimo passo
dentro la notte.
E mi allontano dentro un'agonia,
tacendo, dove tu vuoi perderti ancora.
Scegli me.

24 gennaio 2009

Storia muta



Toccherò i tuoi sogni
prima che la notte finisca.
Ho sciolto il sangue nell'inchiostro
per raccontare una storia muta
che tu già conosci.
Quanto lunga sarà l'attesa
per sentire il tuo sapore
che scivola dentro me?
Lasciami dentro le tue notti
perché lì sarai solo mia.

19 gennaio 2009

Fragili


Sposto piano i ricordi,
nella nebbia della malinconia;
sono così fragili
che basterebbe
una lacrima
per trasformarli
in un dolore

17 gennaio 2009

VA TUTTO BENE


Va tutto bene.
Aspetto la notte per saltare sul primo incubo che passa di qua.
Peccato non sappia ballare il valzer; peccato perché sarebbe stata l’ultima occasione per inciampare ridendo.

Va tutto bene .

Tengo le mani in tasca per non cercare altre mani; ma tu hai dita troppo lunghe e dritte per non bucare il mio orizzonte, troppo affilate per non tagliarmi la bocca. Non ti volevo far sapere nulla,
solo che ho paura.

Va tutto bene.

Ogni tanto vorrei piangere alla stazione, mentre parte un treno. E vorrei che qualcuno ritrovasse il mio nome nella dedica di un libro. Ascolto ancora vecchie canzoni con dentro i giorni della rabbia e le notti disperate e rido.

Va tutto bene.

Guardo visi distratti, meteore urbane pronte a ignorare il mio sorriso. Faccio inutili pause nel respiro, trattengo l’aria per dimenticarmi un istante di loro. Scelgo sempre la nota più acuta per entrare nella pelle e chiudere gli occhi.

Va tutto bene.

Incantami ancora con la tua voce lontana. Va tutto bene, è solo che non riesco più a dormire senza le tue bugie: Avevo le tasche bucate e ho perduto le lacrime che tenevo per i giorni migliori.

Va tutto bene, credimi.

07 gennaio 2009

La stele di Rosetta

Ero arrivato in orario. L'ora era quella giusta. Il minuto era quello giusto. Nei meccanismi tutto deve funzionare con precisione, come i tempi astronomici, senza errori. Questa era una delle prime cose che si dovevano imparare. Riconoscere i sintomi delle situazioni dalle situazioni. Giocare con i margini di tolleranza era una cose che mi inquietava; mi sentivo improvvisamente fuorigioco, senza ruolo. La mia incapacità di improvvisare a volte mi sconcertava, mi rendeva instabile. Sentire le mani sudare, era il segnale più evidente. Restare troppo fermi non era mai la cosa giusta.
Erano i primi sintomi di quella ingestibile paura di non avere più tempo.
Ma invece mi serviva tempo per capire dove finiva tutto ciò che facevo. Lo sapevo ma non lo raccontavo a nessun specchio.
Cinque minuti. Era passato troppo tempo e le mani avevano cambiato tasca, involontariamente.
Mi ero allontanato senza nemmeno accorgermene, con passo lesto; lo stesso passo che ha cominciato a segnare il mio tempo.

Scrivo geroglifici dentro piramidi telematiche, lasciando la stele di Rosetta sepolta sotto la paura.