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15 luglio 2016

Ragionare in termini di "appartenenza", limita la nostra visuale ad uno schema preconfezionato da quella che viene comunemente chiamata "società ", senza lasciare aperte vie di fuga o alternative.
La paura di "non appartenere " specializza la nostra mente in direzioni univoche e in alcuni casi estremizza il comportamento fino all'intolleranza.
Comprendere dove e come la "società " manipola il nostro pensiero e le nostre azioni, dovrebbe essere il fulcro del nostro pensare quotidiano, la nostra scala per elevare lo sguardo su prospettive diverse.
Si appartiene solo a noi stessi ed è solo rientrando in possesso del nostro libero pensiero, e della coscienza di questo, che avremo la percezione degli altri.
La comoda scelta di "non scegliere" ci porta lontani dall'Individualità e ci riduce a massa, a popolo, a numero.
Se lasceremo scegliere agli altri chi siamo, non saremo più nulla.
  • L'individualismo non è isolamento, è una dichiarazione di appartenenza alle proprie idee ed al rispetto delle idee altrui. La partecipazione deve vivere di coscienza e di libertà interiore del pensiero. Esimersi dalla propria autonomia e demandare ad altri la possibilità di autodeterminazione, è arrendersi e isolare il proprio, pensiero. Confondere l'individualismo con l'isolamento è errore frequente; coltivare le nostre convinzioni e confrontarle da individui e non come gruppo, arricchisce il confronto e offre maggiori punti di vista. Io vedo uomini che appartengono a gruppi, che si fanno esplodere, che si affrontano perché di gruppi diversi, di colori diversi, di partiti diversi, e che all'interno di partiti hanno altre idee ma rimangono dentro, e commettono reati, giustificandosi semplicemente con "me lo ha chiesto il partito, la squadra" , oppure con  "lo fanno tutti, perché non io".  Individualismo è semplicemente coscienza e coraggio e forza , non solitudine e abbandono.