Visualizzazioni ultima settimana

26 febbraio 2007

Memorandum


Di cosa vuoi che ti parli, dopo tanto tempo, se non di come ancora io sappia sbagliare e scegliere sempre la via più facile per farlo.
Dovresti saperlo, anima mia, quanto si sia vulnerabili quando si ama, e di come a volte sia facile ingannarsi e non vedere l'unica verità, e che vuoi che ti racconti, se non che mi manca il momento, e il domani, e che il passato è solo la punta di una spina che non riesco a togliere dal mio respiro.

Non sono stato capace d'imparare ad attendere, non ho saputo ingoiare le lancette del tempo, ed ascoltare è un esercizio cosi difficile che ho rinunciato a farlo da troppo tempo.
Guarda: quella panchina di pietra, laggiù, in fondo alle mie parole, è il posto dove aspetterò i ricordi e le ragioni perdute.
Non mi volterò quando sentirò i passi allontanarsi: tornerò a pensare che l'eternità sia il momento più breve che abbiamo avuto e non cercherò più un posto dove mettere i momenti e le giornate dove il sole era accanto a me.
In quel libro delle promesse fatte cercherò un nome e aspetterò per capire perché
le cose, in fondo, sono sempre quelle che noi cercavamo ma non abbiamo mai la voglia di crederlo.
E' una transumanza di anime e corpi quella a cui ci è dato di assistere e noi siamo parte di essa.

La cena è pronta, i rumori delle posate sono il contorno immancabile;
i liquidi scendono nei bicchieri, nella bocca, nello stomaco e poi nelle parole.

24 febbraio 2007

Un sorso di veleno.


Lo sguardo fisso dentro la schiuma della birra .
Bianca, morbida, quasi impalpabile, che lentamente si dissolve . E la lingua passa sulle labbra, raccogliendo il sapore amaro.
I bicchieri sono troppo piccoli stasera, troppo vuoti , non si riescono mai a riempire. Sorsi di un coraggio che non serve a nulla.

E tu chi sei? Vuoi un sorriso? No… No… Non sederti al mio tavolo, ti prego, non ho parole per te.
Ecco bravo, passa oltre… Ma chi è? Bastava un ciao? Bastava un sorriso?
Dai, bella bionda, siamo ancora lontani dall’oblio. Un paradiso da conquistare a sorsi. Paradiso liquido.
I dehors dei bar sono sempre affollati da fighe da vetrina e pappagalli da esposizione.
Mi servirebbe un trapano per bucare quelle loro teste di cazzo e sentire il sibilo dei loro pensieri che escono dal cranio: psssttt… Gomme che si sgonfiano.
Si, un sorriso anche per te. Contenta?
Davanti a me, seduta. Sconosciuta e carina Non t’ho nemmeno vista arrivare. Perché tengono la musica così alta?
Almeno riuscissi a sentire ciò che mi dice…
Ma sì, diciamole sì. Un sorriso anche per te.
Forse mi ha chiesto se le offro da bere. O forse se poteva sedersi perché era l’unico posto vuoto.
Guarda altrove. La saluto, ho voglia di camminare.
Riuscire a capire quanto mi ha chiesto il barman per due birre, è una impresa. Aspetto il resto e sorrido.
Via da questa ferita aperta.

18 febbraio 2007

Ellissi

( foto di Monia Guerri)


Resto qui,
tra i fili d'erba
che primavera
non ha voluto,
morendo ogni giorno,
tra parole che dimentico
dentro un diario che
non ha più pagine.
L'ultima cometa
ha tagliato i miei occhi
mentre sognavo in silenzio
Ho smarrito il sapore
della rivincita,
ultimo lucente gioiello
che adornerà l'orgoglio ferito.
Le preghiere sussurrano,
dietro l'angolo.

14 febbraio 2007

NON SEI ORIGINALE!


Ormai è stato detto tutto...

“Non sei originale!“
“Ah...l’ho già sentita!”
“Sì, la conosco..!”

Tutto è stato detto, tutto. E’ tutto un dejà vù . Le musiche sono sempre quelle.
Tutti i numeri sono stati sommati, moltiplicati, sottratti e divisi.
Le parole sono state dette tutte, tutte ascoltate. Tutto quello che ho da dirvi lo avete già sentito.
Sì?
CI.VU.DI.: Cazzi Veramente Duri, cioè la dimostrazione che tutto ciò che uno pensa non è più nè originale nè prevedibile. Anche il pensiero non è più la sublimazione dell’anima.
Bene: di tutto ciò che ho da dirvi non credo di avere nulla di originale.
Forse ho delle cose da dirvi che io credo siano originali ed invece non lo sono, e ne ho delle altre che non sono originali che voi invece credete che le siano. Ed anche la costruzione di questo discorso, imperniato sull’originalità non è molto originale.
E sì... tra qualche anno non si riderà più. O meglio, si riderà a gruppi.
Nelle platee dei teatri ci saranno, ad esempio, 400 persone (ESAGERATO!!!), ed allora si riderà magari a gruppetti di 10 alla volta, vergognandosi un po’, ed un ragioniere, dietro le quinte, terrà il conto (in percentuale) delle battute più rise. Se dovesse succedere che tutti ridono, il giorno dopo sarà riportata in prima pagina dai quotidiani la battuta che ha provocato...l’EVENTO! I telegiornali la riproporranno e verranno lanciate sul mercato videocassette e CD a prezzi accessibili a tutti, cosicché dopo 48 ore il mondo intero sarà al corrente di questa nuova perla dell’umorismo e qualcuno potrà dire: “LA CONOSCEVO GIA’ ! “
Si dovrà per forza arrivare a nuove forme di spettacolo.
Battute come quelle che andrò a dire ora non saranno originali perché le dico ora io e quindi ricordatevi di me, perché l’ho già detta io e non mi frega più nessuno!
Adesso io ne dirò una decina che, lo premetto, potrebbe anche essere che non facciano ridere ma quello che conta, lo ribadisco, è che siano originali.
Vado: Battuta numero 1. SCRULCHX!!
Nuova vero? Questa era originale. A meno che le persone quando starnutiscono non intendano far ridere qualcuno...
Va bene , voi continuate così, a non ridere... Non era richiesta la risata fragorosa.
Del resto ho altre 9 possibilità.
Numero 2: KRCIAR!!
Forse qualcuno pensa di averla riconosciuta? Si? Però voglio lo spelling. Eh si, perché si fa presto a dire che l’avete riconosciuta. Magari mi confondete un c con una k e allora è tutta un’altra cosa. Ad esempio Krch scritto con la K non fa tanto ridere ma se è scritto e pronunciato con la c è carico di una comicità direi ...SOTTERRANEA.
Ma poi, fate mente locale: questo tipo di comicità è avanti di almeno 10 anni. Ora, io so di fare una cazzata a proporvela adesso, per 2 motivi: il primo è che rovino la piazza a quelli che tra 10 o 20 anni la proporranno e quindi tutti diranno “E’ VECCHIA!” , e poi, secondo, è che voi siete indietro di 10 o 20 anni e quindi non me la ridete adesso.
Però proponendovele adesso io metto le mani avanti e passo alla storia con un nuovo genere comico che io ho battezzato “ZBRAIOU” che farà ridere un casino tra 10 anni...
E voi sempre lì , zitti , con le facce di marmo. Nemmeno una piccola smorfia... Proprio non si ride...
Va be’ ne ho altre 7 di battute da dirvi. Anche se ad essere sincero non le meritate. Ve le dirò lo stesso. Due punti a capo:
1) Cuiz zaraz .
2) Brizzuzzaz
3) Glispsglock
4) Cratzxglum
5) Bagaungblomp
6) Detaompozing
7) Splitiengs
Bene ! Ora sono cazzi vostri cercare, da qui a 10 anni, qualcosa che vi faccia ridere, perché io sarò già altrove: ho la mia bella pagina pronta sull’enciclopedia Treccani che mi aspetta, alla voce...FUTURO!
Ciao!

07 febbraio 2007

Dopo tutte le guerre




Se coscienza lasciasse il mio corpo,
se chiudesse il suo vigile occhio,
e continue lusinghe tacesse
che ascoltare fatica mi costa.
Se dal petto levasse il suo peso,
finché libera l'aria fluisca
ecco allora che accoglier potrei,
come unica scelta di vita,
una quieta e tranquilla rinuncia,
far di lei la mia amante preziosa,
armi e scudi lontani scagliare,
al pensiero voltare le spalle,
e sprezzante mentire al domani,
rinnegare ideali incarniti
e comprare alla mia libertà
le più belle catene che trovo.
La candela consuma la cera
annegando la fiamma e la luce,
perché il buio non chiede risposte
ma accompagna la nostra rinuncia

02 febbraio 2007

SCRIVO?



Cerchi ancora gli altri.
Non hanno nulla da darti,
hanno mani vuote e rapaci.
Sei così anche tu?

Forse compro il mondo,
ho trovato una chiave
per imprigionare la rabbia.
Dove la butto?

Faccio un giro col piacere,
ogni tanto fa bene,
senza prenderci gusto.
Faccio bene?

Il cappellaio matto ha finito le teste,
ha sbagliato misura a tutti;
pensava che la follia fosse sua.
Che lavoro farà?

Fa di me quello che vuoi,
io ti nomino mio Dio.
Dimmi almeno che son bravo.
Scusa, mi hai riconosciuto?

Anche la plastica adesso è novità,
sta prendendo il posto dell'ansia,
sentimento inutile, lo so.
Toccherà anche all'amore?

Hai portato il tuo catalogo,
mille pagine scritte fitte,
dentro hai messo quasi tutto.
Mi potresti cancellare?

Costruisco i loro ghetti
dove sono specializzati,
dove si odiano col sorriso.
Ma l'arte non è una sola?

Sei arrivato fin quaggiù,
ma non hai trovato nulla.
Se ora scrivo questa rima,
posso farti una domanda?

Perché?