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31 dicembre 2007

ERRORI ED ORRORI



Ieri
mi sono smarrito
tra le sottili pieghe di un dubbio
che ha lasciato la mia virtù
tra la violenza dei miei sbagli.
Ricordo l'orrore,
lo spento desiderio
di ripeterli ancora
e di seguire il mio iniquo mentire
per seppellire nomi e memorie,
regalare un sogno agli anni morti,
ai viaggi mai intrapresi.
Riempio i diari con bugie che non leggo mai;
lasciami morire da solo,
accanto alle tue accuse.
Ricordo ancora:
eri nuda tra le mie parole,
sdraiata nel palmo della mia mano,
col sorriso riflesso
sulle lamiere verniciate
della luna.
Quante domande da fare alla vita
senza più il tempo di aspettare.

23 dicembre 2007

I campi di cotone

Forse non c'è mai nulla
che valga la pena di essere vissuto.
Avrei voglia di trovare un luogo dove sorridere,
dove sapere di essere a casa,
dove le pietre hanno un nome
uguale al mio
e i girasoli non chinano il capo.
I palmi delle mani
che si feriscono
perché accarezzo solitudine
e tristezza,
quando il nome dei giorni
parlano dei miei fiori
e delle mie notti.
Vorrei mani da pianista
per suonare le giuste parole
e non dover essere dolce quando
sto baciando con la lingua la morte.
Il gusto di tutto è sempre
tra i campi di cotone;
sai come sono i campi di cotone?
Sono neve d'estate che costa
sangue e fatica.
Poso i piedi sopra una terra
che ha vomitato tutto di me:
lasciami essere triste,
ho cosi poche doti nella gioia che
ho imparato a piangere parole.
Il mio capitano, dentro lo stomaco,
conosce tutte le rotte,
i fiumi più limacciosi
e il luogo dove dormi.
Non girare la pagina del mio piccolo
dolore.

18 dicembre 2007

Navi in rada


La nostra sciocca vanità
lascia solo moribondi pensieri,
arenati tra le anse della realtà,
affascinati da lingue disperate.
Abbiamo, nascosti nella carne,
i silenzi, le angosce , i desideri
e gli schiaffi della vita
che ci parlano nella notte.
Cerchiamo l'ultimo luogo
dove custodire paure e sospiri
per non dover spiegare più nulla,
nemmeno l'amore rubato,
nemmeno la solitudine.
E mi vedo scendere giù,
verso il porto a baciare le
navi in rada
pronte a partire
per un'altra guerra.
Mancherà sempre l'ultimo saluto
lanciato dalla banchina,
mancherà sempre
qualcuno che pianga per noi.

23 novembre 2007

Poche note

La vita stona,
non ha mai note giuste.

Ha sussurrato qualcosa
mentre correvo per prendere
la tua mano.

Spezzami i polsi
se non scrivo che ti amo.

Ma le insegnerò a cantare
prima che si dimentichi di me,
prima di dimenticare te.

19 novembre 2007

Un lungo viaggio


Ancora un giorno.

Una sorta di timore misto a tristezza lo aveva pervaso nei giorni precedenti.

Lauro continuava a dargli consigli e indicazioni e aveva scritto per lui una piccola agenda piena di indirizzi e nomi da usare in caso di bisogno. Per l'ultima volta Basilio prese da sotto il letto la vecchia scatola da scarpe e la appoggiò sulle gambe. Le lettere era tenute insieme da un fiocco di carta dorata. Decine di lettere, tutte con la stessa calligrafia, tutte con la stessa frase d'inizio: " Adorato amore mio".

Sciogliendo quel fiocco sapeva che avrebbe attraversato ancora una volta tutta una vita.

Lauro guardava in silenzio Basilio, mentre tremante apriva quella busta, aspettando ancora una volta di vedere gli occhi del suo compagno riempirsi di tristezza.

Basilio ormai conosceva a memoria ogni parola, ogni virgola di quella ultima lettera. Poche righe con il solito inizio, una promessa e una data:

" 17 ottobre 1949

Adorato amore mio,

tra tre giorni sarò in viaggio per venire finalmente da te. Non faccio altro che pensare al momento nel quale potrò riabbracciarti. Ho già pronto tutto quello che ti devo portare, compreso il mio amore per il quale non esiste valigia cosi grande da poterlo contenere!

Non ti scriverò altro perché voglio dirti tutto guardandoti negli occhi. A presto amore mio, ti amo.

Tua per sempre, Anita."

Richiuse con i soliti precisi gesti la lettere e ordinatamente ripose la busta nella scatola da scarpe.

Domani si sarebbero salutati forse per l'ultima volta e presto qualcun altro avrebbe preso il posto di Basilio.

Il mattino dopo pioveva ed il vento spingeva le onde sul pontile di attracco. Tutto sembrava come quel giorno di 20 anni prima. E come quel giorno, lui era li, che aspettava il traghetto.

Ancora una volta si girò a guardare il faro, abbracciò forte il suo compagno e gli disse: "Questa volta il traghetto è arrivato. Lascio qui il mio cuore ad aspettare Anita."

Il faro diventava sempre più piccolo, Lauro ormai non era che un puntino che muoveva le braccia. E lì, in mezzo al mare, dove la sua Anita riposava, sciolse il fiocco di carta dorata e lasciò portare via dal vento tutte le lettere e tutte le lacrime.

Lauro fu chiamato alcuni giorni più tardi a terra per riconoscere nel corpo dell'uomo caduto dal traghetto il suo compagno Basilio.

Un lungo viaggio era finito.

17 ottobre 2007

Lingue e coltelli

Ho dimenticato tutto
dentro un grido di guerra.
C'erano i nomi dei giorni,
qualche unghia smaltata,
una promessa scaduta.
Forse c'eri anche tu,
ma non mi crederai mai
quando ti dirò
che ho portato il mio fiato
sulle pietre a morire
per non sentire
il gocciolio dei pensieri
che si sciolgono dentro
l'inchiostro,
sui miei appunti,
nella mia voce.

Crescono troppo in fretta
i germogli di questa vita
che non riesco più a comprendere
e mi spaventano parole così dure
sopra labbra così belle.
Lingue e coltelli
sanno solo tagliare.











13 ottobre 2007

Avrei scritto una canzone


Abbiamo vissuto
dentro lo spazio chiuso
di numeri in cerchio,
troppe volte sfiorati
dal tempo che muore.
Sopra un muro di sospiri,
il silenzio ha imparato
a scrivere i miei baci
e la tua noia.
Cerca il posto
all'angolo di questa storia
dove affittano i miei occhi,
le istruzioni per l'uso
e una nuova canzone
per commuoversi un po'.
Ogni tanto
la strada profuma di ritorni
e di biglietti scaduti
che portano solo in dimenticati luoghi,
in consuete lacrime.
Io avrei scritto una canzone.






11 ottobre 2007


Dall'autobiografia di Raffale Viviani,


"...Pecché nun ce steveno soldi. (pausa) Quanno s'avev'a scavà venette 'o terrasantiere 'a casa a ce avvertì. Nuje pregaiemo e fa stà a papà n'atu ppoco sott'o turreno, cu a speranza,sempe, 'e lle puté accattà 'nu fuosso;metterce 'na croce, 'nu nomme scritto 'ncoppa comme a 'nu cristiano... Tutto inutile: a rimando a rimando, passaieno tre anne e miezo. (pausa) Ll'uldema vota ca venette 'o terrasantiere 'a casa, stevemo 'a duje juorne diune... «Io l'aggìa scavà pe fforza» dicette. «E si nun tenite 'e sorde, io l'aggìa menà mmiezo a ll'ate». «Menatelo addo vulite vuje !». Rispunnette io. «Sempe meglio e nuje stà». (Pausa) A miseria nun te fa capì niente cchiù ! S'addiventa n'incosciente. "

01 ottobre 2007

Il tuo tempo

Prendi il tuo tempo,
posalo accanto al mio giorno
e così,
mentre bevi con le mani
l'ultima goccia della mia storia,
ti ringrazierò
per le tue lunghe dita
e per l'ultima cena.
Un cuore vuoto
pesa più di una pietra,
un lungo silenzio
rende sordi alla vita.
Resta con me il tempo
di pentirmi di ogni sogno.
Hai già ascoltato tutto di me.

















30 settembre 2007

Il viale della virtù

Mi assolve il silenzio,
chinando il capo in
questo fiume di cervelli
e idee
dove i colori sono accesi,
le vite solcano la storia,
i nomi fanno esitare la lingua,
e sbagliare è gesto,
parola,
pensiero.
Respirare dove l'errore
diventa la virtù
e l'espressione è il traguardo.
Percorro
il viale della vanità,
senza avere un nome,
tradisco le attese
nascondendomi
in un'isola senza faro,
dove naufraga la solitudine.

22 settembre 2007

Con la mano aperta

Che cosa farò
di tutto questo
silenzio,
in quel lento cielo che piange,
dietro le nuvole che hai perduto?
Con la mano aperta
attendo la pietà
e occhi da guardare.

Vorrei essere forza e pietra,
il nuovo cuore del tempo,
l'ultima notte col nostro nome,
il passo che si allontana.
il sonno senza respiro,
le mani dentro le tasche,
la risposta sulla lingua,
il salto nel buio.

Come fai senza me?
Vivo dentro storie antiche,
che sanno di asfalto,
con la leggerezza di una nenia
ripetuta sulla pelle.
Sollevo ogni giorno macigni,
che mi fanno sputare il mondo
per poter comprare pensieri
che nessuno usa più.

Che cosa farò
di tutto questo rumore,
senza le tue morbide mani
che accarezzavano
i miei peccati?

Luoghi da amare


I luoghi da amare
sono templi
d' immutata bellezza,
costruiti per noi
dai giorni di gioia.
A che serve rincorrersi
nascondendosi tra le braccia
del piacere,
quando i pensieri
sono più forti di un esercito.






17 settembre 2007

Dentro agli occhi

Quali ragioni
posso ancora trovare
nello spazio di un milione di anni.
Dovrei avere il mio tempo
e il tuo desiderio
per ordinare
ogni singola maledizione,
ogni nuova parola.
Ma la notte non esiste più,
lascia segni
troppo lontani dalla vita,
e mi parla sempre di te.

24 agosto 2007

Morte di un cavaliere


La sacrosanta verità

sulla corazza di ferro

del nostro campione,

il suo giusto respiro

e la sua fulgida morte

raccolta col sangue

dentro mani pietose.

Adoro il pensiero

di una superba vita

col profumo

di passate sconfitte,

con le lacrime

ferme sul cuore.


16 agosto 2007

Alla fermata del bus


Sei lì,

ferma senza sguardo,

pensieri e auto ti passano accanto,

con milioni di visi

che non aspetti,

non cerchi.

Ed io,

inutile ed invisibile

muoio dentro i tuoi occhi

che leggono l'orario del bus.






14 agosto 2007

Vecchi alberghi


Dietro a un muro di vetro,


osservi i miei movimenti


e non respiri per non appannarlo.


L'ipocrisia del silenzio


indurisce il cuore,


spegne il futuro.


Viaggiamo tutti in una sola direzione,


senza il pensiero della notte.


Lasciami un posto


sotto le foglie della gioia


dove la mia farsa continua.


Diventeremo come vecchi alberghi


dai colori stanchi,


con le finestre chiuse,


abitati solo da gabbiani.



12 agosto 2007

Nella notte


Aggrappati a me,
al mio nudo corpo,
dove si bagna la luna
e racconta il suo mondo.

Qui riconosco la luce,
dai rami del dolore raccolta,
dai passi della solitudine trafitta.

22 luglio 2007

La bella luna




Così leggero è il sonno
nel quale dorme il mio passato,
che i tuoi leggeri passi
sembrano l'apocalisse .
Socchiudo gli occhi
che la bella luna
ha accarezzato con unghie
smaltate e malinconia.
Fa' presto, torna nel buio:
lì potrai spogliarti
da nodi e catene.
Anche oggi,
come nei giorni del sorriso,
il mare racconta storie al vento;
chissà se le ascolterai.

13 luglio 2007

I baci della vita


Si crede all'amore
per non scoprire il buio
che ci lascia dentro
la vita.
Viviamo tra anime silenti
e giorni abbandonati
su calendari appesi nei cuori
senza riuscire scegliere
un attimo per sorridere .
Quale musica ha suonato
la tua mano sinistra
questa notte,
in quell’attimo
dove ho provato a sognare.
Sono scivolato tra le pagine
di un racconto che nessuno
scriverà mai più,
sopra l’ultima barricata del dolore,
prima della vita.
Pochi suoni tra pelle e tempo,
sopra scalinate
con cento anni di silenzio.
Appoggia il tuo respiro
dentro un’altra notte
dove proverò ad aspettarti;
asseconda la mia memoria
e chiedimi perché
non ho avuto la forza
per dimenticare
i baci della vita.





21 giugno 2007

IL REGALO


La fantasia è un regalo che mi è stato fatto da bambino.
Un giorno vennero due signore a trovarmi e sorridendo mi aprirono la mano per consegnarmela.

Era incartata nella pagina di un vecchio giornale e legata a pacchetto con uno spago usato, senza fiocco. Lo spago era così corto che a malapena erano riuscite a fare il nodo.
Era un pacchettino cosi minuscolo che stava tutto nella mia piccola mano di bimbo e cosi leggero che pensai che dentro non doveva esserci nulla.

In piedi davanti a me, le due signore mi dissero: "Qui dentro potrai trovare tutto ciò che desideri e sogni ma non dovrai mai aprirla. Se lo farai perderai tutto."

Non capivo: se tutti i miei desideri erano li dentro, come avrei potuto averli senza aprirla?

Le due donne mi si avvicinarono e mi baciarono, insieme. Poi ancora mi dissero: "Ricorda, se la aprirai perderai tutto".
Continuavo a non capire.

"Voi chi siete?" domandai. La prima , quella che più spesso parlava, rispose: "Io mi chiamo Malinconia". L'altra, quella più gelida e taciturna pronunciò solo il suo nome: "Tristezza".
Posai un attimo lo sguardo sulla piccola scatola e quando lo rialzai, loro erano sparite.

La scatola continuava a rigirarmi nelle mani e cominciai a pensare che cosa potesse contenere. E più ci pensavo e più mi sentivo bene. E più ci pensavo e più capivo che quella scatola non avrei dovuto aprirla perché li dentro c'ero io e non dovevo perdere nulla di me; cominciavo a capire che i sogni, i desideri, le passioni, e tutto ciò che è fantasia sono la mia vita e che quella scatola l'avrei riempita all'infinito se avessi voluto.

Quella scatola, dopo tanti anni, è ancora nelle mie mani. Ora è avvolta in un foglio di seta, con disegni in oro, tempestata di diamanti e con un fiocco fatto di nuvole e piume di pavone. E non importa se gli altri continuano a vedere una piccola scatola avvolta in un foglio di giornale con un filo di spago.

Adesso la piccola scatola continua a diventare così leggera che devo stringerla sempre più forte tra le mani. E più si riempie più diventa leggera perchè i sogni, si sa, fanno volare.

Le due signore ogni tanto ritornano ma non si fermano molto. Si siedono accanto a me poi prendono la mia mano e mi dicono: "Il peso di questa scatola è il peso della tua anima, rendila leggera. Riempila di fantasia".

Sorrido... e se ne vanno

14 giugno 2007

Dove raccolgo il vento


Dovrei farti credere che esistono
giorni dove raccolgo il vento,
senza note stonate.
Prendiamo sempre i colori
dei giorni più tristi
per colorare il sangue delle nostre ferite,
guardando stupiti
come si spengono i fuochi
della vita.
Non sappiamo dare un nome
alle strade affollate e incolori
che ci confondono.
Respiriamo la lenta agonia che ci insegue
e dimentichiamo gli occhi
tra un bacio e una promessa.
Vorrei farti credere che non conosco
il sapore del pane,
che la paura si è addormentata
tra le spine di un addio.
Ma oggi non trovo scuse
per mentire ancora.

12 giugno 2007

Forse è colpa del mare


Ritorna la tua voce,
lontano souvenir,
come neve
dentro una sfera.
La mano,
letta dalla solita zingara
all'angolo della vita,
ha una linea
pronta a mentire.
Ti ho portato le mie gambe,
non devo più scappare
dalle tue silenziose paure.
Chissà se piangi ancora
alla solita ora,
tra un aperitivo e un insulto,
spogliandoti di ogni nome .
Forse è colpa del mare
se sento così freddo
e non chiudo più gli occhi.
Forse è colpa del mare.

01 giugno 2007

Code di pavone


Dove si dissimula la giustezza del pensiero,

lì è la mia agognata e ambita meta.

Non vedo luce in me

che occhio di uomo possa guidare

per cui mi lascio ammaliare

da sentimenti oscuri

che portano la mano a

lasciar tracce del pensiero.

E repentino muto d'avviso

del gesto compiuto,

che il tacer è tardivo,

e indugio nel segnare.
Al seminare consegue raccolta;

ma qual contadino sono io

che nessun frutto carpisce?

Colpisce forse il mio articolato verbo

che schiaffeggia la cosa comune

e il quotidiano sentire,

ma in me nessun genio nascosto alberga,

nessuna straordinarietà,

se non quella di saper ancora sorridere,

dell’amare il mio passo

che in questo mondo di sale

tra un dolore e l’altro salta.
In questo luogo il tempo passa

tra ludiche esposizioni di code di pavone,

orchestrali guidati da bacchette telematiche,

satrapi davanti a telecamere.

Leggo e mordo

tra i vostri guaiti

e le vostre bestemmie.

24 maggio 2007

Piangere è un gioco

Avvolgi i minuti,
chiudi i miei occhi
dentro gli abbracci confusi
del silenzio.
Piangere è un gioco,
ripulisce l'amore,
sposta le ore,
diventa canzone,
e ti regala una nuova corazza
per sfidare gli addii.
Dentro nomi di città
ho lasciato il sapore morbido
di una gioventù in prestito.
Piangere è il dono
dell'amore
che ora tace
e aspetta la mia resa
per sussurrarmi ancora
una volta il tuo nome.

22 maggio 2007

Dentro le notti

Non lascio più orme
sopra le notti,
dove troppo leggero
si è fatto il mio sognare.
Manca sempre qualcosa
tra i ricordi che vivono
dentro le tasche bucate
del mio vestito della festa.
Ma ieri non c'ero;
dovevo spegnere le ultime luci
che hai lasciate accese
tra le illusioni.
Ti basterà un nuovo silenzio
per stupirmi ancora,
tra un dolente viaggio
e le labbra chiuse del tempo.
Ma domani non ci sarò;
dormirò sul seno della luna,
dentro un'altra notte.

16 maggio 2007

Ombre accanto al mondo


Di nessuna sicura meta
è fatto il cammino,
di tragiche certezze
è il suo annegare
in circoscritti mari.
Sorride agli insulti,
con l'orgoglio lasciato
dietro chissà quale muro,
tra incroci sbagliati,
dentro amori traditi.
E confonde i tramonti
e i crepuscoli nel colore
del suo liquido oblio.
Compra la solitudine
dentro tristi bottiglie
che chiama per nome.
Aspetta ancora l'ultimo bacio,
prima di uscire da un mondo
che non ama più.

15 maggio 2007

Appunti sulla pelle


Ho dimenticato
sull'ultimo autobus della notte
tutte le promesse:
oggetti smarriti
che nessuno mai reclamerà.
Ti serve una parola
dentro il tuo silenzio?
Quante voci chiedono
sempre le stesse cose,
quanti luoghi attendono
un ritorno.
Guarda,
ho messo la bandiera alla finestra
tra un respiro e un rancore,
senza avere paura.
Non farmi più domande
sull'amore,
non ora che ho perduto
ogni sogno.

09 maggio 2007

Bagaglio appresso.



Ho posato la mano
sulle cose perdute
dove posso respirare
controvento,
sperando che ogni suono
sia musica.
Forse un bacio ricorda la felicità.
Non attendo mai le stagioni;
conoscono la strade e l'indirizzo,
sanno scolpire il mio tempo
e non devono mai chiedere perdono.
Piccoli passi che conosco,
sguardi, visi,
profumo di vaniglia,
densi pensieri.
Torniamo a sorridere,
avremo solo i nostri nomi
non contarci,
avremo solo i nostri nomi
nessuna speranza.
E tutto ci accompagna,
tutto ci abbandona

05 maggio 2007

Forse volevo piangere


Sai,
cammino ancora
in quella strada,
con le ore che passano
e il parchimetro scaduto.
E' sempre domani
e non è mai l'ora giusta.
Appoggia quell'istante
all'ultimo giorno di solitudine,
lascia scivolare in fondo alla vita
il suono del mio nome;
forse non sono mai stato lì,
forse volevo piangere.
Emozioni sulla tela
raccontano nuove storie
alla tua notte.

02 maggio 2007

Gli inquieti



Di tanto affanno,
di tanto innalzarsi,
non rimangono che l'ombra
e il silenzio
dell'inestinguibile amore
che bacia i nostri viaggi onirici.
Ed è lì
che tutto diventa possibile.

21 aprile 2007

Un nome da chiamare.



Qualcosa mi porta sempre qui,
dentro la trincea delle emozioni,
pronto per l'assalto finale.
Da qui è passata la notte,
con i suoi rumori,
le morbide luci,
le ore senza sonno;
è passata ed io non c'ero.
Così, abbracciato all'ultimo nome,
alle consumate certezze,
ancora una volta ho sognato.
Nei miei viaggi
porto sempre il cuore,
un sorriso in una foto,
un nome da chiamare,
una lettera da scrivere.
Peccato aver perso l'ultima vita.

Sospiro celato

Quadro di Marco >Cossu



Ecco,
un sospiro,
celato dallo stridente
suono dell'addio.
I miei viaggi,
dove rinchiuso dentro una speranza,
il tuo sortilegio vive.
E non ha nome
ma mille richiami
che ti fanno sentire uno scoglio
senza approdo.
Ma di questo veder passare
la vita accanto,
di queste polene che ti sfiorano
e le mani sudicie
che ti toccano,
ignori il senso
e nascondi a tua luce.
Ritorno sempre,
ma non trovo mai nessuno
ad aspettarmi.
Le attese non hanno un nome.

14 aprile 2007

Nell'insieme

Quadro di Marco Cossu



Ho incontrato la giusta domanda
per ingoiare la lingua
Ancora adesso,
tra giorni che si accumulano
insieme a gracili emozioni,
lupo e cane si sbranano
per questa insopportabile
libertà senza figli.
Dimentica d'esser qui
e vivi nel tuo nome.

09 aprile 2007

Note stonate

Dipinto di Marco Cossu




Dovrei tenermi lontano
da clamori e sussulti,
e lenire il dolore
con stagioni e florilegi.
Ciottoli, pietre
che modellano archi ed anfratti
dove l'ombra gioca
sempre un ruolo di regina.
Non è più tempo,
non è più vita.
"Stammi bene":
era meglio il silenzio.

04 aprile 2007

Intima libertà

Sapremo come ridere
quando avremo dimenticato,
perché qualcuno
prende sempre il nostro posto,
pronto a confondere il nostro battito
col rumore di un treno.
Spazzolando i tuoi capelli
mi racconterai di come siano stati
troppi i giorni vuoti
e di come l'acqua abbia sciolto la pietra.
Avrò voglia ancora
di perdere la strada,
con la mia libertà in tasca
e tutte le vostre parole
che non trovano più spazio
in me.

Giochi di prestigio

(quadro di Marco Cossu)


Non bastano più
gli schiaffi in faccia
e le allucinazioni
che sedute mi aspettano
sugli altari di marmo.
I sottili tratti del vivere
dove rimane il rancore
in fondo ai bicchieri,
confondendosi col vino rosso.
Un giorno ancora
con un'inutile passione,
sospiri nel buio
e i passi insicuri
delle promesse
dove muovo il mio ventaglio
di carte truccate.

02 aprile 2007

Raccogli il mio nome


Ho stritolato ogni cosa:
coriandoli a carnevale,
sabbia che ama il vento.
il sospiro che ti tiene in sospeso,
l'ultimo giorno prima dell'addio.
Serve sempre una mano
che sorregga il volo
dell'ultima follia di un uomo.
Fare l'amore in campagna,
accanto ai cimiteri,
dove nessun nome è diverso dal mio,
dove sono morto e rinato,
all'infinito.
Capita nei giorni dove piove,
e non trovo più
la scorciatoia per tornare a casa.
E quegli occhi silenziosi.

10 marzo 2007

Pensiero stanco


Nei percorsi
che svuotano le vene,
assidua è la tua presenza.
Sibila la pietra che percorre il tempo
nel posato istante,
tra il disperato bisogno di vivere
nascondendosi dietro parole
che avevi detto per me.
Non passano più i giorni.

03 marzo 2007

Il suono di un nome


Ho riempito troppe stanze,
ma sono sempre solo.
Le bianche creste del vento di greco
annunciano il nome del silenzio.

01 marzo 2007

Scrivimi


Continuo a girare le mani
dentro tagliole
che spezzano
le mie ossa di cristallo.
E tu vuoi che io esista
per prestarmi la tua rabbia
e un comodo collare di spine
comprato nei saldi di fine stagione.
Servono sempre grandi bocche
per ingoiare mancate promesse,
per nascondere sorrisi taglienti
che attendono senza fretta
alla fermata dell'autobus.
Ma tu scrivimi,
anche se il mio nome sarà
un altro.
Scrivimi anche se in quel campo
non crescono più le mimose.

26 febbraio 2007

Memorandum


Di cosa vuoi che ti parli, dopo tanto tempo, se non di come ancora io sappia sbagliare e scegliere sempre la via più facile per farlo.
Dovresti saperlo, anima mia, quanto si sia vulnerabili quando si ama, e di come a volte sia facile ingannarsi e non vedere l'unica verità, e che vuoi che ti racconti, se non che mi manca il momento, e il domani, e che il passato è solo la punta di una spina che non riesco a togliere dal mio respiro.

Non sono stato capace d'imparare ad attendere, non ho saputo ingoiare le lancette del tempo, ed ascoltare è un esercizio cosi difficile che ho rinunciato a farlo da troppo tempo.
Guarda: quella panchina di pietra, laggiù, in fondo alle mie parole, è il posto dove aspetterò i ricordi e le ragioni perdute.
Non mi volterò quando sentirò i passi allontanarsi: tornerò a pensare che l'eternità sia il momento più breve che abbiamo avuto e non cercherò più un posto dove mettere i momenti e le giornate dove il sole era accanto a me.
In quel libro delle promesse fatte cercherò un nome e aspetterò per capire perché
le cose, in fondo, sono sempre quelle che noi cercavamo ma non abbiamo mai la voglia di crederlo.
E' una transumanza di anime e corpi quella a cui ci è dato di assistere e noi siamo parte di essa.

La cena è pronta, i rumori delle posate sono il contorno immancabile;
i liquidi scendono nei bicchieri, nella bocca, nello stomaco e poi nelle parole.

24 febbraio 2007

Un sorso di veleno.


Lo sguardo fisso dentro la schiuma della birra .
Bianca, morbida, quasi impalpabile, che lentamente si dissolve . E la lingua passa sulle labbra, raccogliendo il sapore amaro.
I bicchieri sono troppo piccoli stasera, troppo vuoti , non si riescono mai a riempire. Sorsi di un coraggio che non serve a nulla.

E tu chi sei? Vuoi un sorriso? No… No… Non sederti al mio tavolo, ti prego, non ho parole per te.
Ecco bravo, passa oltre… Ma chi è? Bastava un ciao? Bastava un sorriso?
Dai, bella bionda, siamo ancora lontani dall’oblio. Un paradiso da conquistare a sorsi. Paradiso liquido.
I dehors dei bar sono sempre affollati da fighe da vetrina e pappagalli da esposizione.
Mi servirebbe un trapano per bucare quelle loro teste di cazzo e sentire il sibilo dei loro pensieri che escono dal cranio: psssttt… Gomme che si sgonfiano.
Si, un sorriso anche per te. Contenta?
Davanti a me, seduta. Sconosciuta e carina Non t’ho nemmeno vista arrivare. Perché tengono la musica così alta?
Almeno riuscissi a sentire ciò che mi dice…
Ma sì, diciamole sì. Un sorriso anche per te.
Forse mi ha chiesto se le offro da bere. O forse se poteva sedersi perché era l’unico posto vuoto.
Guarda altrove. La saluto, ho voglia di camminare.
Riuscire a capire quanto mi ha chiesto il barman per due birre, è una impresa. Aspetto il resto e sorrido.
Via da questa ferita aperta.

18 febbraio 2007

Ellissi

( foto di Monia Guerri)


Resto qui,
tra i fili d'erba
che primavera
non ha voluto,
morendo ogni giorno,
tra parole che dimentico
dentro un diario che
non ha più pagine.
L'ultima cometa
ha tagliato i miei occhi
mentre sognavo in silenzio
Ho smarrito il sapore
della rivincita,
ultimo lucente gioiello
che adornerà l'orgoglio ferito.
Le preghiere sussurrano,
dietro l'angolo.

14 febbraio 2007

NON SEI ORIGINALE!


Ormai è stato detto tutto...

“Non sei originale!“
“Ah...l’ho già sentita!”
“Sì, la conosco..!”

Tutto è stato detto, tutto. E’ tutto un dejà vù . Le musiche sono sempre quelle.
Tutti i numeri sono stati sommati, moltiplicati, sottratti e divisi.
Le parole sono state dette tutte, tutte ascoltate. Tutto quello che ho da dirvi lo avete già sentito.
Sì?
CI.VU.DI.: Cazzi Veramente Duri, cioè la dimostrazione che tutto ciò che uno pensa non è più nè originale nè prevedibile. Anche il pensiero non è più la sublimazione dell’anima.
Bene: di tutto ciò che ho da dirvi non credo di avere nulla di originale.
Forse ho delle cose da dirvi che io credo siano originali ed invece non lo sono, e ne ho delle altre che non sono originali che voi invece credete che le siano. Ed anche la costruzione di questo discorso, imperniato sull’originalità non è molto originale.
E sì... tra qualche anno non si riderà più. O meglio, si riderà a gruppi.
Nelle platee dei teatri ci saranno, ad esempio, 400 persone (ESAGERATO!!!), ed allora si riderà magari a gruppetti di 10 alla volta, vergognandosi un po’, ed un ragioniere, dietro le quinte, terrà il conto (in percentuale) delle battute più rise. Se dovesse succedere che tutti ridono, il giorno dopo sarà riportata in prima pagina dai quotidiani la battuta che ha provocato...l’EVENTO! I telegiornali la riproporranno e verranno lanciate sul mercato videocassette e CD a prezzi accessibili a tutti, cosicché dopo 48 ore il mondo intero sarà al corrente di questa nuova perla dell’umorismo e qualcuno potrà dire: “LA CONOSCEVO GIA’ ! “
Si dovrà per forza arrivare a nuove forme di spettacolo.
Battute come quelle che andrò a dire ora non saranno originali perché le dico ora io e quindi ricordatevi di me, perché l’ho già detta io e non mi frega più nessuno!
Adesso io ne dirò una decina che, lo premetto, potrebbe anche essere che non facciano ridere ma quello che conta, lo ribadisco, è che siano originali.
Vado: Battuta numero 1. SCRULCHX!!
Nuova vero? Questa era originale. A meno che le persone quando starnutiscono non intendano far ridere qualcuno...
Va bene , voi continuate così, a non ridere... Non era richiesta la risata fragorosa.
Del resto ho altre 9 possibilità.
Numero 2: KRCIAR!!
Forse qualcuno pensa di averla riconosciuta? Si? Però voglio lo spelling. Eh si, perché si fa presto a dire che l’avete riconosciuta. Magari mi confondete un c con una k e allora è tutta un’altra cosa. Ad esempio Krch scritto con la K non fa tanto ridere ma se è scritto e pronunciato con la c è carico di una comicità direi ...SOTTERRANEA.
Ma poi, fate mente locale: questo tipo di comicità è avanti di almeno 10 anni. Ora, io so di fare una cazzata a proporvela adesso, per 2 motivi: il primo è che rovino la piazza a quelli che tra 10 o 20 anni la proporranno e quindi tutti diranno “E’ VECCHIA!” , e poi, secondo, è che voi siete indietro di 10 o 20 anni e quindi non me la ridete adesso.
Però proponendovele adesso io metto le mani avanti e passo alla storia con un nuovo genere comico che io ho battezzato “ZBRAIOU” che farà ridere un casino tra 10 anni...
E voi sempre lì , zitti , con le facce di marmo. Nemmeno una piccola smorfia... Proprio non si ride...
Va be’ ne ho altre 7 di battute da dirvi. Anche se ad essere sincero non le meritate. Ve le dirò lo stesso. Due punti a capo:
1) Cuiz zaraz .
2) Brizzuzzaz
3) Glispsglock
4) Cratzxglum
5) Bagaungblomp
6) Detaompozing
7) Splitiengs
Bene ! Ora sono cazzi vostri cercare, da qui a 10 anni, qualcosa che vi faccia ridere, perché io sarò già altrove: ho la mia bella pagina pronta sull’enciclopedia Treccani che mi aspetta, alla voce...FUTURO!
Ciao!

07 febbraio 2007

Dopo tutte le guerre




Se coscienza lasciasse il mio corpo,
se chiudesse il suo vigile occhio,
e continue lusinghe tacesse
che ascoltare fatica mi costa.
Se dal petto levasse il suo peso,
finché libera l'aria fluisca
ecco allora che accoglier potrei,
come unica scelta di vita,
una quieta e tranquilla rinuncia,
far di lei la mia amante preziosa,
armi e scudi lontani scagliare,
al pensiero voltare le spalle,
e sprezzante mentire al domani,
rinnegare ideali incarniti
e comprare alla mia libertà
le più belle catene che trovo.
La candela consuma la cera
annegando la fiamma e la luce,
perché il buio non chiede risposte
ma accompagna la nostra rinuncia

02 febbraio 2007

SCRIVO?



Cerchi ancora gli altri.
Non hanno nulla da darti,
hanno mani vuote e rapaci.
Sei così anche tu?

Forse compro il mondo,
ho trovato una chiave
per imprigionare la rabbia.
Dove la butto?

Faccio un giro col piacere,
ogni tanto fa bene,
senza prenderci gusto.
Faccio bene?

Il cappellaio matto ha finito le teste,
ha sbagliato misura a tutti;
pensava che la follia fosse sua.
Che lavoro farà?

Fa di me quello che vuoi,
io ti nomino mio Dio.
Dimmi almeno che son bravo.
Scusa, mi hai riconosciuto?

Anche la plastica adesso è novità,
sta prendendo il posto dell'ansia,
sentimento inutile, lo so.
Toccherà anche all'amore?

Hai portato il tuo catalogo,
mille pagine scritte fitte,
dentro hai messo quasi tutto.
Mi potresti cancellare?

Costruisco i loro ghetti
dove sono specializzati,
dove si odiano col sorriso.
Ma l'arte non è una sola?

Sei arrivato fin quaggiù,
ma non hai trovato nulla.
Se ora scrivo questa rima,
posso farti una domanda?

Perché?

22 gennaio 2007

INIZIO

Non trovo l'attimo
per il giusto respiro
che per qualche istante
illuda la vita.
I miei eroi
si sono addormentati
sotto il ponte
aspettando la mia rinuncia.

20 gennaio 2007

Didascalia del silenzio.


Cammino sopra immagini
con preziose didascalie,
scritte per commentare
la tragedia di un silenzio che muore.
Son giunto dove finisce
il mio spazio,
dove la misura della tristezza
è senza numeri.
In limpide mattine
il mare lambirà
le nostre sottili caviglie
e parlerà all'orgoglio,
Ma le mani che stringono
i cuori non sono mai le stesse,
sanno solo nascondersi.
Aspettami alla stazione,
dove forse ti chiederò un bacio,
dove forse saprò
rendermi invisibile
al dolore.



16 gennaio 2007

Agende e indirizzi


Bevo dalle mani,
cancellando
il gusto delle promesse.
Ho chiesto l'elemosina
alle statue dei re,
ballato il valzer
con le foglie morte,
spergiurato sopra
il libro di un poeta,
affondato navi di carta
dentro fiumi di parole;
ora conosco quel muto istinto
che ti ha portato via.
Tornerai dentro i miei occhi
ma non saprò come chiamarti.

10 gennaio 2007

Un bacio per te


Raccolgo uno sguardo

tra le pieghe di un attimo.

Lasciami solo il momento

della tua morbida gioia

che mi chiama per nome.

Ho comprato

la bugia più bella

e le parole più amare

per mentire al domani

che ti porterà lontano da me.

Siedi qui,

ho ancora un bacio per te

prima di immergermi nel Lete.










08 gennaio 2007

Scusi? Ha visto la verità?


Tra i giochi preferiti dall'uomo c'è quello della ricerca della
v e r i t à .
Soprattutto la propria. E c'è chi la cerca convinto che non basti fermarsi
sul portone di casa, e chi, affacciato al balcone, ha già capito tutto.
Ed è qui che esce fuori, prepotente e irrefrenabile, la mia INVIDIA.
Invidia per quelli che hanno trovato la loro verità
e che ora possono finalmente godere della vita.
ESSONOLIBERIFINALMENTE!
Liberi di pensare TUTTO!
Liberi di credere nelle proprie ragioni.
Liberi di restare nella loro gabbia
perchè li dentro c'è la V E R I T A' !
Fammi entrare! Fammi entrare!
Voglio anch'io avere le tue certezze!
Tu sai quale è la cosa giusta!
Tu mi puoi anche insultare perchè sai che è giusto!
Io, povera pecorella smarrita, ho bisogno della tua guida ,
ho bisogno di stare nel tuo gregge.
...
Greggi senza pastori? Greggi senza cani?
Non sarà mica un gregge anarchico?
Io ho bisogno di qualcuno
che mi indichi cosa è giusto e cosa debbo fare!
Eppoi così potrò finalmente dire la mia!
La mia VERITA' .
Sia chiaro: la mia verità la voglio
a s s o l u t a,
c h i a r a,
u n i v o c a.
Ma adesso dimmi: a chi devo baciare l'anello?
Mi guardo intorno;
qui è pieno di gabbie con dentro persone libere
di dire la verità .
L'unica VERITA' la sanno loro.
La loro verità, la più vera di tutti.
La TUA verità,
l'unica che tu sia disposto a sentire e credere.
...
Darete una gabbia anche a me?
Piccola cosi?
Con dentro una verità?
Con dentro una libertà?
Non riesco a mettere dentro le mie idee...
Che ne faccio delle mie idee?
Ah... altre idee qui non servono?
Bastano le tue... Capisco.
Tu hai già la gabbia. Io no.
Magari ci penso...
Magari...
Ci penso...
Penso. (mangiate merda. Miliardi di mosche non possono sbagliare!).
Ehi... Siete in tanti la fuori? Ehi... scusate... passo un'altra volta.

Ciao, buona libertà, buona verità

05 gennaio 2007

Vorrei un pensiero


Perdimi
in una notte
senza sonno.
Ascolta come
suona la mia mano,
tra le ore perdute.
Le sedie,
vuote di presenza,
ricordano la vendetta.
Non sei tu.