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22 settembre 2007

Con la mano aperta

Che cosa farò
di tutto questo
silenzio,
in quel lento cielo che piange,
dietro le nuvole che hai perduto?
Con la mano aperta
attendo la pietà
e occhi da guardare.

Vorrei essere forza e pietra,
il nuovo cuore del tempo,
l'ultima notte col nostro nome,
il passo che si allontana.
il sonno senza respiro,
le mani dentro le tasche,
la risposta sulla lingua,
il salto nel buio.

Come fai senza me?
Vivo dentro storie antiche,
che sanno di asfalto,
con la leggerezza di una nenia
ripetuta sulla pelle.
Sollevo ogni giorno macigni,
che mi fanno sputare il mondo
per poter comprare pensieri
che nessuno usa più.

Che cosa farò
di tutto questo rumore,
senza le tue morbide mani
che accarezzavano
i miei peccati?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

la carezza ad un peccato? Forse è il perdono (n senso laico e non religioso, naturalmente)

Anonimo ha detto...

Sempre come carezze arrivano le tue parole .
Sempre più belle e perfette .
Sempre dalla tua parte .
R.