Irrefrenabile desiderio
(di Roberto Bani)
Io non volevo giocare... non gioco mai con le persone.
Sono stata una stupida. Ho confuso l'alba col tramonto, non è difficile se non
si sa dove ci si trova. Hanno gli stessi colori e il sole ha la stessa posizione;
è rosso e basso all'orizzonte. Avrei solo dovuto aspettare il tempo che ci
voleva per vedere se nasceva o se moriva: allora avrei capito. E allo stesso
modo ho scambiato per amore un desiderio. Tutto qui. Ho sbagliato. Capita no?
Non sapevo più come liberarmene alla fine. Quel desiderio era diventato...
Irrefrenabile? Si può dire, irrefrenabile? Ecco allora era irrefrenabile.
E così... l'ho ammazzato.
No, non il desiderio... Lui. Proprio lui. Lui Basilio,
il mio amante.
Beh, amante nel senso che mi amava. A modo suo. Lui. Io
no. O meglio, non lo so. Credo di no, se no... non lo avrei ammazzato, ecco...
Ma so anche che mi manca. Non sempre, no, mi manca se ci penso. Quindi cerco di
non pensarci... No, non è così difficile: basta concentrarsi su qualche cosa da
fare, che so, un libro da leggere, lo smalto sulle unghie, le parole crociate,
qualcosa insomma che ti tenga distratto... No...non è vero. Ci penso. Ci penso
di continuo. Lo vedo sempre lì, Basilio, addormentato sul mio letto, che
russa... Basilio.... Con un nome cosi non poteva che finire ammazzato. Se non
lo avessi fatto io lo avrebbe fatto qualcun'altro. Basilio russava in modo
spietato, senza il minimo ritegno, di continuo... No... no... ora che ci penso
non mi manca. Non mi manca per niente.
Voleva pure sposarmi. Ma glielo dissi che avevo troppo
da fare, che non avevo tempo per andare a comprare il vestito, ordinare le
bomboniere, fare gli inviti e preparare tutto quello che serve... glielo dissi
un casino di volte... Non c'era verso di convincerlo. Lui doveva sempre avere
ragione su ogni cosa! Disse che avrebbe fatto tutto lui. Io avrei solo dovuto
dire sì! Beh, sapete cosa gli ho detto?
Vaffanculo! Sì, vaffanculo!
Mi sono sentita subito meglio dopo. Lui ha capito che
non mi avrebbe convinta così facilmente. Non sono una tipa che puoi convincere
così facilmente!
La prima volta che lo vidi mi accorsi subito che aveva
l'occhio spermatozoico... sì, io lo chiamo così lo sguardo di quello che non
sai perché o percome ma ci finisci a letto presto, me ne accorsi di
quell'occhio penetrante come una trivella... Lo ammetto, ho sbagliato. Avrei
dovuto scappare invece di lasciarlo attaccare bottone. Comunque sia è andata
così. Tre anni... no... tre e... quattro, quattro. Quattro anni con Basilio che
russava. Ruttava anche. E scorreggiava. Non è sempre stato così... Col tempo si
è rilassato il rapporto e anche i suoi sfinteri...
Basilio era il classico uomo che una volta che sei con
lui non riesci più a mollarlo... a meno che non lo ammazzi. Sì. Lo devi scannare
come un maiale se no non c'è verso di toglierselo di torno.
Finito di mangiare mi guardava e mi diceva: “pulisci la
tavola prima del caffè”. Una volta sapete cosa gli dissi? Gli dissi:
Vaffanculo! Sì, vaffanculo.
Quella fu la volta delle costole rotte. Quattro. E
questo!(INDICA IL DITO MEDIO).
Non gli era piaciuto il fatto che lo avessi
usato per mandarlo a fanculo. Io trovo invece che il medio accompagni bene la
parola. Vaffanculo (COL MEDIO ALZATO)! Visto? Beh, lo prese e me lo spezzò...
Poi mi diede quattro cazzotti in faccia e persi i sensi.
Quando invece mi
chiese di sposarlo, e gli risposi vaffanculo, non andò cosi bene... Un calcio mi
distrusse la milza, un altro il naso, tre denti, le solite costole e 3 giorni
in coma... Però gli avevo fatto vedere che non sono una tipa che puoi
convincere così facilmente.
Io non volevo farlo innamorare quando lo incontrai...
non gioco con le persone... non dovevo lasciarlo attaccare bottone.
Basilio russava così forte quella mattina che non ho
avuto cuore di svegliarlo. Qualche volta lo avevo fatto, ma era notte, e lui si
era così arrabbiato che mi chiuse fuori sulla finestra tutta la notte... No,
non mi picchiò. Mi prese per il collo da dietro e mi mise fuori sul balcone poi
tiro giù la tapparella e mi lascio lì tutta la notte. Pioveva a dirotto. A
febbraio piove spesso qui da noi.
Comunque quella mattina non lo svegliai. Andai in
cucina a preparare la colazione. Caffelatte, fette biscottate col miele di
acacia, quello dolce dolce, un po' di muesli e succo di arancia. Mangiai
tranquilla con il sottofondo di Basilio che russava. Era un'ira di dio quella
mattina. Faceva tremare i vetri. La sera prima aveva mangiato come un
maiale...Finita colazione, andai da Basilio e, senza svegliarlo, gli ho aperto
quella testa di cazzo che aveva con la mannaia per la carne. Era un regalo di
mamma. Non la ringrazierò mai abbastanza. Comunque, quattro colpi secchi sul
cranio, tanto per stare tranquilla che non riprendesse a russare.
No, no... non credo che mi manchi. Credo di no...
Almeno per ora. Il desiderio è stato davvero irrefrenabile... Si può dire
irrefrenabile vero? Ecco, sì, irrefrenabile.
Povero Basilio. Con un nome così non poteva che fare
quella fine. Ma forse il nome non c'entrava nulla... Forse è successo perché
russava... Sì sì...e poi ruttava... e scorreggiava... Non era bello. Povero
Basilio. Vaffanculo!
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