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23 dicembre 2007

I campi di cotone

Forse non c'è mai nulla
che valga la pena di essere vissuto.
Avrei voglia di trovare un luogo dove sorridere,
dove sapere di essere a casa,
dove le pietre hanno un nome
uguale al mio
e i girasoli non chinano il capo.
I palmi delle mani
che si feriscono
perché accarezzo solitudine
e tristezza,
quando il nome dei giorni
parlano dei miei fiori
e delle mie notti.
Vorrei mani da pianista
per suonare le giuste parole
e non dover essere dolce quando
sto baciando con la lingua la morte.
Il gusto di tutto è sempre
tra i campi di cotone;
sai come sono i campi di cotone?
Sono neve d'estate che costa
sangue e fatica.
Poso i piedi sopra una terra
che ha vomitato tutto di me:
lasciami essere triste,
ho cosi poche doti nella gioia che
ho imparato a piangere parole.
Il mio capitano, dentro lo stomaco,
conosce tutte le rotte,
i fiumi più limacciosi
e il luogo dove dormi.
Non girare la pagina del mio piccolo
dolore.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per quanto io possa leggere nei blog e non solo, le tue poesie sono a mio avviso le più belle ch'io possa aver letto(a parte quelle dei grandi poeti d'altri tempi).
E' solo un mio modestissimo parere, ma è quanto davvero di più sincero mi venga dal profondo.
Sei un Gran Poeta.
R.

Facciatosta ha detto...

BUUUUUUUUUM!!!

Anonimo ha detto...

Questo è quanto!
Ribadisco anche dopo l'esplosione!
Sorrido...
R.