Dove si dissimula la giustezza del pensiero,
lì è la mia agognata e ambita meta.
Non vedo luce in me
che occhio di uomo possa guidare
per cui mi lascio ammaliare
da sentimenti oscuri
che portano la mano a
lasciar tracce del pensiero.
E repentino muto d'avviso
del gesto compiuto,
che il tacer è tardivo,
e indugio nel segnare.
Al seminare consegue raccolta;
ma qual contadino sono io
che nessun frutto carpisce?
Colpisce forse il mio articolato verbo
che schiaffeggia la cosa comune
e il quotidiano sentire,
ma in me nessun genio nascosto alberga,
nessuna straordinarietà,
se non quella di saper ancora sorridere,
dell’amare il mio passo
che in questo mondo di sale
tra un dolore e l’altro salta.
In questo luogo il tempo passa
tra ludiche esposizioni di code di pavone,
orchestrali guidati da bacchette telematiche,
satrapi davanti a telecamere.
Leggo e mordo
tra i vostri guaiti
e le vostre bestemmie.
1 commento:
Bellissimi i colori di questa tua "ruota".
Veloce,arrogante.
Per nulla fastidiosa nella sua preziosa ed antica veste...
Mi piace tantissimo .
R.
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