Visualizzazioni ultima settimana

13 luglio 2012

E parlano. Dicono un sacco di cazzate sull'amore, ci credono, ti fanno credere di essere l'unico loro pensiero, si fanno desiderare, scopare, ti chiamano per dirti che sei l'unico loro pensiero e poi alla sera vanno con le amiche e si dimenticano di te. O meglio: ti rendi conto che per loro non sei che una virgola dentro ad un discorso, una virgola che se anche viene dimenticata non fa cambiare il senso al discorso. Non sei un cazzo di niente per loro. O meglio: sei un cazzo. Il cervello di una donna ha sinapsi differenti da quelle di un uomo; il loro collegamento è trasversale, ambiguo, equivoco. Una donna ha sempre bisogno di giocare con il suo ego, ha sempre bisogno di perdersi dentro alle parole e di piangere un po’. E noi ci si casca sempre. Tra le braccia di una donna siamo inutili come un due di picche a briscola. Sono così ripetitive e prevedibili che viene da domandarsi se la madre non sia una per tutte. Se poi ti capita di dire loro che le ami davvero, si spaventano; vengono prese da mille dubbi e alla fine si inventano un mal di pancia, un compleanno oppure ti dicono che non vogliono soffrire e che piuttosto di iniziare un qualcosa ti regalano un buono per andartelo a prendere in quel posto. Ma sempre con gentilezza e con qualche lacrima che scende lungo le guance ( che non guastano mai e che fanno sempre la loro porca figura). Zio Oscar diceva bene: “Le donne non hanno mai nulla di interessante da dire. Ma lo dicono così bene.” Bugie e gingilli. Scegliete l’ordine voi.

06 giugno 2012

La formula della follia

Non serve a nulla scegliere
la notte di luna piena,
ubriaca di sole
e di sguardi di amanti.
Rimango sempre qui,
a calpestare la delusione,
incapace di scappare dai sogni.
Uno schiavo saprebbe morire meglio di me,
colpito dalla frusta di quello che si crede suo padrone.
A me basta un corridoio vuoto,
una voce stonata,
l'ultima parola che avrei voluto sentire da te,
un bicchiere di veleno
una birra polacca,
una dedica inventata,
le bugie degli specchi,
il silenzio del tuo odio,
una puttana che sorride.
Ho rotto gli ultimi alambicchi
da alchimista,
ho dimenticato la formula dei sogni e della follia.
Ora non mi resta che esistere.

 



19 maggio 2012

Sussurri

Eccomi qui,
sul rogo dell'odio,
dove ogni parola
ha perduto senso.
Abbandonate le armi
altro non resta
se non dolenti mani
ad impugnare ragioni nascoste,
malate parole, 
vite spezzate.
Un intirizzito cuore che raccoglie lacrime
sussurra il suo dolore dentro alla notte.

08 aprile 2012

Savrì maranan: lechaim.

Baruch attà A. Elo-nu melech aolam borè perì aggafen; baruch attà A. Elo-nu
melech aolam asher bachar banu mikol am veromemanu mikol lashon vekiddeshanu
bemitzvotav, vatitten lanu A. Elo-nu beaavà (Shabbatot limnuchà) moadim lesimchà,
chagghim uzmanim lesasson, (et iom aShabbat azè ve) et iom chag ammatzot azè,
zeman cherutenu mikrà kodesh zecher litziat Mitzraim, ki vanu vacharta veotanu
kiddashta mikol aammim (veshabbatot) umoadè kodshechà beaavà uvratzon
besimchà uvsasson inchaltanu; baruch attà A. mekaddesh (aShabbat,) Israel
veazemanim.

18 febbraio 2012

A volte è meglio dormire

Passa tutto attraverso i denti taglienti del destino.
Quelle notti sembravano interminabili
solo perché nascondevano il giorno dentro ore buie.
Ma il sole non si è mai fermato davanti alle lacrime di nessuno;
ti prende per mano e ti accompagna dentro un'altra storia.
Sono restato qui il tempo di un respiro,
appoggiato ad un muro di pietra alla periferia dei ricordi,
con gli ultimi spiccioli di elemosina nella mano
che spenderò domani per un caffè.
Ho paura ancora,
come sempre,
di svegliarmi ancora
e non saper rinunciare alla vita.
Hai ancora lo stesso nome,
lo stesso profumo,
la stessa voce,
lo stesso coltello che taglia il tempo?
Ero in viaggio per il nirvana,
ma non volevo arrivare troppo tardi a casa:
sarebbe stato imperdonabile morire per strada.

03 febbraio 2012

Telegrammi

Sento  passare tutto  il silenzio tra le mani dell'amore,
lo accarezzo con lenti sguardi,  
lo lascio decantare in calici di neve,
trattenendo il piccolo sospiro  che lo ucciderebbe. 
Anche il silenzio ha lacrime salate.






09 novembre 2011

Tramonto e verita

Tangibile,
come la verità che
racconta una voce senza nome.
Voce alla quale non sai prestare un volto.
Verità che diventa tangibile
quando devi tornare a mentire
per non nascondere il tuo nome.
Ma sei sempre più quello di prima
perchè i nomi lasciano una scia dietro di se,
come le comete.
Compagna e amica,
ritorna la notte,
feroce e  affilata
siede accanto al mio nome
e mi regala l'ultimo tramonto.

27 aprile 2011

Oniricon

Mi hai sognato stanotte?
Ero nel buio che respiravo piano
e ti osservavo ansimare di piacere.
Mi hai pensato stanotte?
Ero solo nel mio sogno
mentre tu sceglievi un altro desiderio
senza titoli di coda.
Mi hai baciato stanotte?
Ero assetato e delirante
mentre tu bevevi con avidità
da una fonte sconosciuta.
Mi hai dimenticato stanotte?
Ero dentro al passato
e morivo in silenzio,
aspettando mi chiamassi.
Ma io non c'ero.

18 aprile 2011

Sul prato

Dentro ai pensieri scorrono nuvole e vento
Non scelgo più i gesti.
Si muovono dentro il semplice caos della vita.
E sdraiato sul prato ti guardo.
Dico sempre no al cuore,
per non sbagliare.
Le parole vanno da sole,
non raccontano mai le le cose che vorrei.
Troppi giorni si sciolgono
dentro vecchi calendari,
senza giorni di festa.


E' che non so tenere i conti,
manca sempre qualcosa.
Insieme al vento oggi ho suonato
la musica che ho scrtitto per noi.
E sdraiato sul prato ti aspetto.
Accompagnami al treno,
voglio salutarti ancora,
ma forse non partirò più.
Oggi i suoni sono più limpidi,
così pieni di dolcezza
e mutevole gioia.
E sdraiato sul prato ti parlo.
Ancora ti parlo.

02 aprile 2011

DUE PAROLE

                                                     (foto di Roberto Bani)
                                               


                                                       

Ho guardato negli occhi di un uomo, antico come la storia che racconta, e solenne, e fiero.
 L'ho incontrato nel tempo che è da percorrere prima di perdere la ragione.  Le sue mute scuse scendevano in gola insieme alle lacrime e tremante mi ha chiesto di te, e della notte che ti ha nascosto ai suoi occhi.  La mia pietà gli ha regalato due parole e un gesto di addio; due parole che non ricordo più, perchè ancora non le ho udite; due parole che sono sepolte in un altro giorno, in una terra sconsacrata all'amore.

06 febbraio 2011

senza titolo

Lascio qui un fiore,
e aspetterò una mano
che lo raccolga.
Una morbida mano
che ricordi il mio nome.

29 gennaio 2011

Nessuna risposta

Non rispondi più.
Hai cercato troppo ciò che ho negato,
ho nascosto e ucciso ciò che era nostro.
Il futuro aveva il tuo nome
ma non avevo ancora imparato a leggere.
Ed ora il vuoto mi uccide.

28 gennaio 2011

Quello che il silenzio non racconta

E' nei giorni che passano
senza lasciare tracce, 
nei silenzi del mio sangue
che non riesce più nutrire
la mia carne,
nei gesti vuoti delle mie carezze
che inseguono ologrammi sbiaditi,
nello sguardo distratto del mondo
che respinge le mie fughe,
è dentro al cuore stanco
del mio passato,
è dentro a tutto questo
che ho perduto
la mia spada e la mia forza.
E giaccio qui,
sotto il peso
di una arrugginita armatura
di carta scritta,
che inesorabile mi parla
di te.

19 gennaio 2011

Fuori servizio



Tempo scaduto per ogni cosa,
fuori servizio.
Passano troppe ore,
passano senza toccarmi.
Mi hai sfiorato con la lingua
mentre rincorrevo dei cerchi nell'acqua.
Cerca un giorno per me.
Cercalo senza paura, senza pensare,
come fosse un sorriso per un bimbo.
Non si può morire che una sola volta

14 gennaio 2011

Il destino zoppica

Il destino zoppica,
cambia strada,
Incontra la follia dietro l'angolo,
diventa sogno e disperazione.
Non andare via con le
le tasche  piene dei giorni miei;
lentamente il ghiaccio si scioglie,
nasce la sorgente che alimenta un altro viaggio.
Piccole barche di carta
che ignorano la rotta della tristezza
si perdono felici dentro agli attimi.
Il destino non scommette più,
perde sempre al banco dell’amore
e mille volte al giorno
ripeto che ti amo,
e mille volte al giorno
mi sorridi.

13 gennaio 2011

QUI, PER TE

Sono qui,
per te.
Il mio dito punta dritto
al tuo dolore.
Ti farò così
male che mi ringrazierai.
Solo quando sarai sazia di lacrime
allora potrai amare
i pensieri che ti regalerò.

12 gennaio 2011

il mio nome sul muro

Sono andato troppo lontano,
così lontano da non vedere i suoi occhi,
da non sentire il suo respiro.
Il mio nome scritto sopra il muro
è sbiadito nel silenzio.
Troppo lontano dalle stagioni
che regalavano frutti abbondanti
e passi leggeri.
Troppo lontano da tutti.
Nascosto dietro alla libertà,
ascolto gli insulti dell'anima
ferita dall'indifferenza.
Mille schegge di mille specchi
si spartiscono la mia verità.

senza titolo

Non torno da nessuno.
Fuggo da me,
dalle mie ombre,
dalle mie unghie sul divano.
Quanto spazio si  libera
uccidendo le speranze?

09 gennaio 2011

Piccolo male



Mi sono punto.
Una punta d' ago ha bucato la mia pelle. L'indice ora sanguina: una piccola goccia di sangue che sembra quasi ansiosa di scappare da me.
E' rosso. Di quel rosso scuro che riconosco mio, carico di orgoglio e forza. Vorrei poter leggere dentro a quel sangue per riuscire a capire se lo stordimento che provo è una malattia.
E' la sua voce che mi rende così? ... Basta una voce?... O sono le parole?   In mezzo alla folla di parole che mi dice ogni tanto ne cade una che taglia il fiato...
Amo le sue parole.

Cosa c'è dentro questo sangue?  Continua a uscire sangue. Vuole risposte anche lui? 
- "Non so che dirti! Fermati...ti prego."  

E poi ride,:  Lei ride. Ride così bene che sembra musica. Ma non ha risposte. Nemmeno lei ha risposte.
Mi ha detto:  "Credici. Credimi ". 
Dentro questo sangue c'è un piccolo male,  che cresce senza controllo.
Mi è venuta fame di emozioni. Ingordigia di lei che è solo un'ombra.
Il sangue esce ancora.
Aspetto.
Forse morirò dissanguato.
Anche quando il sangue non uscirà più.

03 gennaio 2011

Sole sul viso.


Metto un po' di sole sul viso.
Scelgo l'ultimo vestito,
e lascio aperta la finestra
così che il vento possa rubare
il mio solito sorriso.
Trasudano pezzi di realtà
dentro ogni mio respiro
che lentamente raccontano
la mia vergogna.
Ti lascio andare via
perchè sono solo,
perchè i miei pensieri
non hanno unghie
e nemmeno speranze
che ti possano trattenere
Non so dare nomi alle attese
e alle paure,
e così sono rimasto qui,
a giocare col silenzio,
sognandoti.
Metto un po' di sole sul viso,
dove prima c'era un sorriso.