Non capisco se sono stanco o se mi stancano gli altri. Cercare risposte è un gran bel mestiere ma devi avere pronte le giuste domande. Ma, soprattutto, bisogna sapere a chi farle. Voi avete risposte?
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05 aprile 2020
Pensare anarchico
Il fatto che si pensi in modo anarchico, implica principalmente il fatto che si pensi con la propria testa, in piena autonomia e come individuo. Fatto questo, comincerà a trovarsi in sintonia e accordo con altre persone che abbiano elaborato idee e progetti analoghi, e questo farà sì che si cominci a lavorare per qualcosa di comune. Ma senza una forte individualità si sarà sempre pronti a subire l'altrui influenza, senza potersi opporre.
Senza pensieri si è leggeri, ma qualsiasi vento potrà portarti via.
RB
02 luglio 2019
Compro il tuo tempo.
Compro il tuo tempo,
Compro il tuo tempo,
quello che ti ho rubato,
per non avere rimpianti.
per non avere rimpianti.
Quale canzone vuoi che ti canti
prima di chiudere gli occhi?
Scegli il vento più forte,
prima di chiudere gli occhi?
Scegli il vento più forte,
o quello più caldo,
tendi il tuo corpo come un arco,
trattieni il respiro,
come un attimo prima del bacio d'addio,
illumina la sconfitta con la tua rabbia,
lascia andare il tuo silenzio.
Non conosco altre parole per raggiungere la notte
e deridere la mia assenza.
Più la via si accorcia
più il passo si affretta,
senza fiato,
inciampando nelle speranze
che mi graffiano il viso.
trattieni il respiro,
come un attimo prima del bacio d'addio,
illumina la sconfitta con la tua rabbia,
lascia andare il tuo silenzio.
Non conosco altre parole per raggiungere la notte
e deridere la mia assenza.
Più la via si accorcia
più il passo si affretta,
senza fiato,
inciampando nelle speranze
che mi graffiano il viso.
20 dicembre 2018
28 luglio 2018
lo ascolto sulla pelle umida.
Silenti nomi attraversano
le ossa e invocano un ricordo,
baciano il buio del mio dolore.
Troppo difficile dimenticare
se vuoi tornare ad Itaca,
troppo facile morire
se non ricordi la vita.
Ti avrei portato una conchiglia
per farti ascoltare il mio mare,
un mare che non so navigare,
ma che parla con me
delle sue tempeste
e della mia delusione.
Un lieve sospiro,
e poi dimenticare.
RB
24 luglio 2018
28 luglio 2017
Irrefrenabile desiderio
(di Roberto Bani)
Io non volevo giocare... non gioco mai con le persone.
Sono stata una stupida. Ho confuso l'alba col tramonto, non è difficile se non
si sa dove ci si trova. Hanno gli stessi colori e il sole ha la stessa posizione;
è rosso e basso all'orizzonte. Avrei solo dovuto aspettare il tempo che ci
voleva per vedere se nasceva o se moriva: allora avrei capito. E allo stesso
modo ho scambiato per amore un desiderio. Tutto qui. Ho sbagliato. Capita no?
Non sapevo più come liberarmene alla fine. Quel desiderio era diventato...
Irrefrenabile? Si può dire, irrefrenabile? Ecco allora era irrefrenabile.
E così... l'ho ammazzato.
No, non il desiderio... Lui. Proprio lui. Lui Basilio,
il mio amante.
Beh, amante nel senso che mi amava. A modo suo. Lui. Io
no. O meglio, non lo so. Credo di no, se no... non lo avrei ammazzato, ecco...
Ma so anche che mi manca. Non sempre, no, mi manca se ci penso. Quindi cerco di
non pensarci... No, non è così difficile: basta concentrarsi su qualche cosa da
fare, che so, un libro da leggere, lo smalto sulle unghie, le parole crociate,
qualcosa insomma che ti tenga distratto... No...non è vero. Ci penso. Ci penso
di continuo. Lo vedo sempre lì, Basilio, addormentato sul mio letto, che
russa... Basilio.... Con un nome cosi non poteva che finire ammazzato. Se non
lo avessi fatto io lo avrebbe fatto qualcun'altro. Basilio russava in modo
spietato, senza il minimo ritegno, di continuo... No... no... ora che ci penso
non mi manca. Non mi manca per niente.
Voleva pure sposarmi. Ma glielo dissi che avevo troppo
da fare, che non avevo tempo per andare a comprare il vestito, ordinare le
bomboniere, fare gli inviti e preparare tutto quello che serve... glielo dissi
un casino di volte... Non c'era verso di convincerlo. Lui doveva sempre avere
ragione su ogni cosa! Disse che avrebbe fatto tutto lui. Io avrei solo dovuto
dire sì! Beh, sapete cosa gli ho detto?
Vaffanculo! Sì, vaffanculo!
Mi sono sentita subito meglio dopo. Lui ha capito che
non mi avrebbe convinta così facilmente. Non sono una tipa che puoi convincere
così facilmente!
La prima volta che lo vidi mi accorsi subito che aveva
l'occhio spermatozoico... sì, io lo chiamo così lo sguardo di quello che non
sai perché o percome ma ci finisci a letto presto, me ne accorsi di
quell'occhio penetrante come una trivella... Lo ammetto, ho sbagliato. Avrei
dovuto scappare invece di lasciarlo attaccare bottone. Comunque sia è andata
così. Tre anni... no... tre e... quattro, quattro. Quattro anni con Basilio che
russava. Ruttava anche. E scorreggiava. Non è sempre stato così... Col tempo si
è rilassato il rapporto e anche i suoi sfinteri...
Basilio era il classico uomo che una volta che sei con
lui non riesci più a mollarlo... a meno che non lo ammazzi. Sì. Lo devi scannare
come un maiale se no non c'è verso di toglierselo di torno.
Finito di mangiare mi guardava e mi diceva: “pulisci la
tavola prima del caffè”. Una volta sapete cosa gli dissi? Gli dissi:
Vaffanculo! Sì, vaffanculo.
Quella fu la volta delle costole rotte. Quattro. E
questo!(INDICA IL DITO MEDIO).
Non gli era piaciuto il fatto che lo avessi
usato per mandarlo a fanculo. Io trovo invece che il medio accompagni bene la
parola. Vaffanculo (COL MEDIO ALZATO)! Visto? Beh, lo prese e me lo spezzò...
Poi mi diede quattro cazzotti in faccia e persi i sensi.
Quando invece mi
chiese di sposarlo, e gli risposi vaffanculo, non andò cosi bene... Un calcio mi
distrusse la milza, un altro il naso, tre denti, le solite costole e 3 giorni
in coma... Però gli avevo fatto vedere che non sono una tipa che puoi
convincere così facilmente.
Io non volevo farlo innamorare quando lo incontrai...
non gioco con le persone... non dovevo lasciarlo attaccare bottone.
Basilio russava così forte quella mattina che non ho
avuto cuore di svegliarlo. Qualche volta lo avevo fatto, ma era notte, e lui si
era così arrabbiato che mi chiuse fuori sulla finestra tutta la notte... No,
non mi picchiò. Mi prese per il collo da dietro e mi mise fuori sul balcone poi
tiro giù la tapparella e mi lascio lì tutta la notte. Pioveva a dirotto. A
febbraio piove spesso qui da noi.
Comunque quella mattina non lo svegliai. Andai in
cucina a preparare la colazione. Caffelatte, fette biscottate col miele di
acacia, quello dolce dolce, un po' di muesli e succo di arancia. Mangiai
tranquilla con il sottofondo di Basilio che russava. Era un'ira di dio quella
mattina. Faceva tremare i vetri. La sera prima aveva mangiato come un
maiale...Finita colazione, andai da Basilio e, senza svegliarlo, gli ho aperto
quella testa di cazzo che aveva con la mannaia per la carne. Era un regalo di
mamma. Non la ringrazierò mai abbastanza. Comunque, quattro colpi secchi sul
cranio, tanto per stare tranquilla che non riprendesse a russare.
No, no... non credo che mi manchi. Credo di no...
Almeno per ora. Il desiderio è stato davvero irrefrenabile... Si può dire
irrefrenabile vero? Ecco, sì, irrefrenabile.
Povero Basilio. Con un nome così non poteva che fare
quella fine. Ma forse il nome non c'entrava nulla... Forse è successo perché
russava... Sì sì...e poi ruttava... e scorreggiava... Non era bello. Povero
Basilio. Vaffanculo!
15 luglio 2016
Ragionare in termini di "appartenenza", limita la nostra visuale ad uno schema preconfezionato da quella che viene comunemente chiamata "società ", senza lasciare aperte vie di fuga o alternative.
La paura di "non appartenere " specializza la nostra mente in direzioni univoche e in alcuni casi estremizza il comportamento fino all'intolleranza.
Comprendere dove e come la "società " manipola il nostro pensiero e le nostre azioni, dovrebbe essere il fulcro del nostro pensare quotidiano, la nostra scala per elevare lo sguardo su prospettive diverse.
Si appartiene solo a noi stessi ed è solo rientrando in possesso del nostro libero pensiero, e della coscienza di questo, che avremo la percezione degli altri.
La comoda scelta di "non scegliere" ci porta lontani dall'Individualità e ci riduce a massa, a popolo, a numero.
Se lasceremo scegliere agli altri chi siamo, non saremo più nulla.
La paura di "non appartenere " specializza la nostra mente in direzioni univoche e in alcuni casi estremizza il comportamento fino all'intolleranza.
Comprendere dove e come la "società " manipola il nostro pensiero e le nostre azioni, dovrebbe essere il fulcro del nostro pensare quotidiano, la nostra scala per elevare lo sguardo su prospettive diverse.
Si appartiene solo a noi stessi ed è solo rientrando in possesso del nostro libero pensiero, e della coscienza di questo, che avremo la percezione degli altri.
La comoda scelta di "non scegliere" ci porta lontani dall'Individualità e ci riduce a massa, a popolo, a numero.
Se lasceremo scegliere agli altri chi siamo, non saremo più nulla.
- L'individualismo non è isolamento, è una dichiarazione di appartenenza alle proprie idee ed al rispetto delle idee altrui. La partecipazione deve vivere di coscienza e di libertà interiore del pensiero. Esimersi dalla propria autonomia e demandare ad altri la possibilità di autodeterminazione, è arrendersi e isolare il proprio, pensiero. Confondere l'individualismo con l'isolamento è errore frequente; coltivare le nostre convinzioni e confrontarle da individui e non come gruppo, arricchisce il confronto e offre maggiori punti di vista. Io vedo uomini che appartengono a gruppi, che si fanno esplodere, che si affrontano perché di gruppi diversi, di colori diversi, di partiti diversi, e che all'interno di partiti hanno altre idee ma rimangono dentro, e commettono reati, giustificandosi semplicemente con "me lo ha chiesto il partito, la squadra" , oppure con "lo fanno tutti, perché non io". Individualismo è semplicemente coscienza e coraggio e forza , non solitudine e abbandono.
19 dicembre 2015
E ti scrivo,
come se ti conoscessi,
come se vedessi le tue mani.
Ritagli la memoria
per cercare altri ricordi che non siano un nome.
Dentro le tue notti il dolore sbiadisce,
smarrisce i colori, ascolta il silenzio.
smarrisce i colori, ascolta il silenzio.
Ogni respiro mi allontana
ogni sguardo mi spegne,
ma io ascolto il tuo frenetico pulsare di vita,
e rimango qui,
davanti a questo mare,
che mi ricorda i tuoi baci.
ma io ascolto il tuo frenetico pulsare di vita,
e rimango qui,
davanti a questo mare,
che mi ricorda i tuoi baci.
Non basterà la notte.
Vieni con me,
ma conserva la tua tristezza,
non ti lascerò il tempo di gioire.
Stammi accanto,
ma non così vicino da sentire il tuo calore.
Non basterà il tempo,
non basterà più la notte.
Chiedimi chi sei senza paura
ed io dimenticherò i tuoi sogni
nella prima notte che mi regalerai.
Vieni con me ,
non ti offrirò nulla
che non sia mio.
22 agosto 2015
Sogno 1
Vorrei danzare in questo buio che nasconde i pensieri
senza bisogno di chiudere gli occhi,
e poi tornare a casa a piedi nudi,
senza il peso della paura.
Vorrei cantare con voi nel deserto,
senza cercare le parole,
per non sentire più il nostro silenzio.
Non ricordo il mio cammino,
il mio nome ha un suono diverso,
la mia paura è nella mia mente.
18 agosto 2014
E' giusto così
E' giusto così.
Il pifferaio magico non incanta più nessuno.
Ora suona seduto in riva al mare
illudendosi di far sorgere il sole.
E non dorme più,
per non perdere altro tempo
in viaggi senza meta.
Ha speso gli ultimi battiti del cuore
camminando sopra un filo sospeso,
per ricordare un nome.
E' giusto così,
era solo un insieme di parole.
Il pifferaio magico non incanta più nessuno.
Ora suona seduto in riva al mare
illudendosi di far sorgere il sole.
E non dorme più,
per non perdere altro tempo
in viaggi senza meta.
Ha speso gli ultimi battiti del cuore
camminando sopra un filo sospeso,
per ricordare un nome.
E' giusto così,
era solo un insieme di parole.
26 luglio 2014
Ritornano i nomi.
Nomi che sanno di sangue,
lasciati a terra a morire.
Li vedi scorrere sullo schermo,
senza tregua,
tutti i giorni.
Non si può chiamare "casa"
un cimitero,
dove i custodi sono i tuoi padri,
ed i morti i tuoi fratelli.
Una striscia di terra
regalata per morire.
Ed il tempo scorre al contrario.
E nulla cambia.
Mi fanno ancora male le mani,
che non riesco più a guardare,
mi fa ancora male il cuore,
che aspetta solo il silenzio.
Nomi che sanno di sangue,
lasciati a terra a morire.
Li vedi scorrere sullo schermo,
senza tregua,
tutti i giorni.
Non si può chiamare "casa"
un cimitero,
dove i custodi sono i tuoi padri,
ed i morti i tuoi fratelli.
Una striscia di terra
regalata per morire.
Ed il tempo scorre al contrario.
E nulla cambia.
Mi fanno ancora male le mani,
che non riesco più a guardare,
mi fa ancora male il cuore,
che aspetta solo il silenzio.
12 maggio 2014
C'era il mare quel giorno
Ti ho chiesto di morire
e lo hai fatto.
Hai spento il mio nome
e hai acceso il tuo silenzio.
Ma i miei incubi hanno il rumore del giorno,
e i miei sogni hanno sempre i tuoi occhi.
Non esiste nome
che mi faccia dimenticare il tuo,
non esiste montagna
più forte della tua assenza.
Lasciami ancora un po' del tuo tempo,
lascia morire i miei malati ricordi.
Ricordo la strada,
ma è troppo buio per non avere paura
che tu non ci sia più.
04 gennaio 2014
01 gennaio 2014
Lettera nel silenzio.
"Lo sai, ormai sono stanco e aspetto di sparire. Ho finito i cassetti dove mettere i pensieri. So che basterebbe una parola per vedere ancora un sorriso. Forse no. Forse stavolta la tua testa non si girerebbe più indietro. E' giusto così in fondo. Avrei continuato a fermare la tua vita, ti avrei costretto ad attese interminabili, ad amori nuovi. Ora hanno scritto una data sul calendario e presto la vedrò anche io. Non ho più fretta. Non posso regalarti il mio dolore, la mia fine. Le candele se le spegni in piena luce, non le vede nessuno."
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