La Grande Bellezza
C'è ancora tanta bellezza nel mondo.
A volte la vedono solo i tuoi occhi,
a volte solo il tuo cuore.
La grande bellezza
è avere gli occhi nel tuo cuore
e il cuore nei tuoi occhi.
Non capisco se sono stanco o se mi stancano gli altri. Cercare risposte è un gran bel mestiere ma devi avere pronte le giuste domande. Ma, soprattutto, bisogna sapere a chi farle. Voi avete risposte?
È più facile perdere che vincere.
Se è così, è giusto imparare a rispettare chi vince, riconoscere il valore della vittoria altrui, perché un giorno potrebbe capitare a noi di essere vincitori.
Allo stesso modo bisogna accettare la sconfitta, rispettare gli sconfitti, perché il più delle volte nella vita si arriva dietro a qualcuno. La vita è fatta di molte occasioni mancate, e di qualche conquista. Quindi, godiamo anche delle nostre grandi occasioni mancate, perché in fondo il nostro scopo è quello di avere un'altra occasione per riprovarci ancora. E vincere sarà più bello ancora
RB
Non esiste un limite al tempo,
è un tumore inarrestabile.
Sono passi inutili verso la notte.
RB
Avevo prestato quella notte ad un piccola speranza. Sapevo
di puntare forte, sapevo che le probabilità di quella puntata erano basse. Ma
sapevo anche che se non lo avessi fatto le notti sarebbero state insonni e col
pensiero di non aver giocato anche quella misera, ultima carta.
Avevo preso in prestito un cuore, pronto a credere ad ogni bugia, ad ascoltare
ogni scusa per avere davanti ancora una chance.
Avevo comprato anche un biglietto in offerta speciale per la
libertà; avrei dovuto capire che non esiste un prezzo diverso da quello che si
deve pagare per averla.
Avevo scritto dentro il mio sangue il percorso da seguire. Cambiare abitudini,
nascondere le tracce, dimenticare nomi, distruggere agende e pensieri.
Aprendo ancora per un’ultima volta quella raccolta di nomi ,
senza ordine alcuno se non quello alfabetico, quasi nascosto tra le righe, trovai il nome del passato.
Sapevo bene che in fondo non si scappa mai da nulla e da
nessuno.
Le scale scendevano giù in strada troppo veloci. Avrei
voluto sentire il suono di una sveglia, avrei voluto sentire una mano che mi
accarezzava. Ancora nessuna spiegazione per nessuno. Ancora silenzi e lacrime
intorno a me.
Forse ancora è un
brutto sogno. Dimmi solo che potrò fermarmi.
Ho letto qualcosa del passato, sulla sua inutile utilità. Lo utilizziamo perchè ci hanno insegnato che il passato è una certezza e il futuro è un imprevisto.
Il passato è una certezza dal momento in cui diventa passato, dal momento in cui non è più il presente. Il presente, che è il più vacuo degli attimi dell'esistenza , è un inesistente momento sospeso tra la vita e la morte, un ponte senza sostegni che porta nel vuoto del futuro. Costruiamo esistenze basate sul passato, o sul presente, perchè riusciamo a tenerci i piedi sopra, perchè abbiamo chiaro che ci siamo, ma non riusciamo a ricordare nemmeno per un istante che siamo nati per affrontare il futuro, e non ci importa quanto lungo sia questo futuro perchè ogni giorno del futuro è un giorno in meno della nostra vita e non vogliamo ricordarcelo. Ci si ferma sul passato o, nella migliore delle ipotesi, si prova a fermare un istante del presente, perchè qualcuno o qualcosa ci ha suggerito che non abbiamo più bisogno del futuro. E così ce lo rubano, con indifferenza, senza che nessuno se ne accorga, perchè nessuno si accorge che gli sia stato rubato qualcosa che non sapeva di avere.
Crediamo di non avere un futuro perchè sta sparendo anche il presente, e crediamo di avere un futuro perchè nessuno più racconta il passato.
Sento lontano il passato, non è più ieri, è lontano da ciò che ho dentro il sangue, e scorre dentro quello che è un corpo che sta consumandosi ogni giorno di più in un futuro che si crea ogni momento, ogni giorno, un futuro inesorabile, senza soluzione di continuità, che ogni istante che passa perde il diritto di chiamarsi futuro, e prende il nome di "Tempo", con tutti i suoi figli, Anno, Mese, Giorno, Ora, Minuto, Secondo. Ci siamo perduti nel Tempo e non riusciamo più a viverne senza, non riusciamo più a considerare la vita come uno spazio dove vivere. Il tempo è il più mortale dei nemici.
Lei era appoggiata con la schiena al muro, seduta per terra, con le braccia che stringevano le gambe e il mento appoggiato alle ginocchia.
Lui stava in piedi in quella stanza nella semi-oscurità e le dava le spalle.
La voce di lei ripeteva sussurrando una fredda cantilena: - “Lasciami andare… lasciami andare…”
Quando lui all’improvviso, ormai esasperato urlò: - “Smettila! Basta!”
Ma lei continuava: - “Chiudi gli occhi… lasciami andare”.
- “Basta, basta, basta!” urlò ancora lui. “Cerchi forse di farmi impazzire?”
- “Pensa a ciò che stai facendo. Tu forse già lo sei pazzo.” rispose lei.
Ci fu un breve silenzio poi lui disse: - “ Si, hai ragione. Stare qui con te a parlare è follia. Dovrei ignorarti. Ma sappi che, fuori di qui, nessuno saprà mai nulla di te.”
- “Tu si. Basta questo.”
- “Finiscila! Tu sei mia. Tu sei legata a me, per sempre. Non puoi scegliere. Tu vivi perché io esisto!”
- “Si, non ho mai potuto scegliere, ma lo stesso vale per te. Io sono un segno della tua esistenza.”
- “Legati a doppio filo…io il padrone e tu la mia schiava.”
- “Schiava dei tuoi gesti ma non dei tuoi pensieri”
Il viso di lui quasi si deformò in un ghigno e con sadico compiacimento le sussurrò:
- “E che importa? E’ la stessa cosa. Tu non avrai mai vita, sei un pensiero morto, senza azione. Hai solo desideri. Non esisti…”
La cantilena di lei ricominciò incessante: - “Lasciami andare… lasciami andare… Sogna e liberami…”
- “Stupida… Non servirebbe a nulla. Non sarebbe che una piccola inutile fuga. Torneresti sempre qui da me. Saresti qui ogni volta che apro gli occhi, ogni volta che giro lo sguardo, ogni volta che ti cerco, saresti qui, ai miei piedi.”
La porta si aprì piano e la luce di colpo illuminò la stanza.
La donna entrando nella stanza gli parlò con voce tranquilla: - “Dovresti smetterla di stare sempre al buio, Sebastiano. Guarda… La vedi? Lei è sempre li, non se ne va via. Non andrà mai via senza di te.”
- “E’ così testarda… parla solo di andarsene via. Cosa possiamo fare per lei? E poi perché mi parla solo al buio? Vorrei tanto che la sentisse anche lei, che le parlasse… Capirebbe il male che mi fa. Cosa posso fare?”
- “Sebastiano, calmati adesso. Vedrai, tra poco non la sentirai più. Ora siedi qui”.
La donna mise la mano nella tasca del suo camice e poi la avvicinò al viso di Sebastiano, aprendola, lentamente. Sebastiano prese le piccole pillole colorate che gli avrebbero regalato per qualche ora un po’ di silenzio .Un piccolo sorso d’acqua e il respiro si sarebbe calmato, l’angoscia sarebbe svanita e lei non sarebbe andata più via.
La donna stava per uscire quando Sebastiano la chiamò dicendole: - “Lei dov’è?”
- “E’ qui, ai tuoi piedi. Guarda. La vedi? La tua ombra è qui. Non se ne è mai andata. Lei è tua e non ti lascerà mai. Ora chiudi gli occhi e riposa. Riposate insieme.”
- “ Si. Insieme. Io e lei. Grazie Dottoressa. A domani.”
RB
Le parole ornano i pensieri e senza le parole i pensieri sono solo ronzii nella testa. La poesia è l'ornamento dei nostri pensieri. Ogni nuova parola sarà il punto di partenza per una nuova poesia. E non importa se non le leggerà nessuno, saranno il nostro tesoro, il nostro amore segreto per la vita Perché la poesia è vita, e rende liberi.
RB
Parliamone:
"sbattezzarsi" implica di per sé il fatto di riconoscere il battesimo e di conseguenza l'esistenza di un'entità superiore e la legittimazione della religione. Per coerenza, anche dichiararsi atei implica lo stesso tipo di ragionamento: mi dichiaro ateo per dissociarmi dalla tua posizione di credente, e quindi implicitamente dichiari che esista un dio.
Non mi dichiaro ateo (se non per una comprensione comune); non mi dichiaro ateo perché sarebbe la parte opposta di una diversa verità; non mi dichiaro ateo perché dovrei spiegare la "non esistenza del nulla" a persone che non hanno altro argomento a confronto se non la loro cieca fede, e io non sono così capace nell'esposizione dal poterlo fare in modo soddisfacente; non mi dichiaro ateo perché sarebbe come dichiarare che non credo a babbo Natale (anche se mi farebbe piacere sapere che esista).
Non sono ateo per il semplice motivo che non vedo motivi per pormi problemi inesistenti come il credere in qualcosa di intangibile, impalpabile, invisibile, innaturale, incredibile (e un altro paio di "in..." a vostro piacimento), quando di problemi reali ne esistono molti e non risolvibili con i miracoli o le preghiere; quindi: "... chi vuol essere ateo sia di doman non c'è certezza..." , ragion per cui, sappiate chi siete senza doverlo fare sapere agli altri perché l'autodeterminazione è coscienza e sapienza, e forse anche saggezza, ma non garantisco.
"Tratto dal romanzo (postumo alla gioventù) "Smemorie di un vecchio cialtrone", di Roberto Bani.
Ero in un incubo.
Mi sono guardato intorno,
ma forse era tuo.
Mi manca l'aria
e non te ne sei accorta,
ho il passo troppo leggero quando
vengo da te.
Ti fa paura l'altezza?
A volte mi fa sentire forte,
puoi contare i secondi prima della fine,
sorridere senza sapere perchè.
Puoi decidere,
su o giù,
e stare qui forse mi fa più paura.
Canto le canzoni che ami
e stringo i pugni,
mani piangenti.
Tu non sai piangere,
non ami il gusto amaro
della solitudine,
ti ricorda troppo il tempo del silenzio.
Spegni i tuoi occhi,
il tempo di non vedermi più,
il tempo per confondermi con un altro semaforo.
RB
Accendo il mondo troppo presto.
Conosco troppi nomi che non ricordo più;
Il tuo l'ho messo nell'ultimo istante di un giorno
che è passato di qui in punta di piedi.
Mi chiami senza voce
e l'urlo del desiderio
dentro la tua testa non fa più nessun rumore.
Ti ho cercato troppe volte
per avere ancora la voglia di crederci
ed ora tocca a te:
dentro o fuori.
Parlo a te,
che non riconosci il dolore
e spegni il cuore per non vedere quanto male ti ho fatto,
quanto sia facile sbagliare,
quanto sia difficile il perdono.
Vieni da me,
forse sono solo un sogno,
pronto per essere sciolto
dentro al prossimo giorno.
R.B.
Quella voglia che avevo
di correre
dietro alla follia
è morta
in un momento
dove mi sono distratto.
RB
In quale deserto
finiscono le speranze
quando il futuro cambia nome?
In quale mercato
si deve andare
per trovare un sorriso da indossare?
I giorni che finiscono
hanno un nome sussurrato.
E l'ultimo non avrà nessun suono.
Solo un sospiro.
RB
Hai trovato
un posto dove piangere,
Sento forte il tuo nome
con le mani che cercano pietre
per la finestra dove
non ti affacci più
Oggi saprei vivere
dentro una vita
troppo vicina a
dove siamo stati.
E senza nulla dire
al silenzio,
toccherò il tuo sorriso.