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24 agosto 2007

Morte di un cavaliere


La sacrosanta verità

sulla corazza di ferro

del nostro campione,

il suo giusto respiro

e la sua fulgida morte

raccolta col sangue

dentro mani pietose.

Adoro il pensiero

di una superba vita

col profumo

di passate sconfitte,

con le lacrime

ferme sul cuore.


16 agosto 2007

Alla fermata del bus


Sei lì,

ferma senza sguardo,

pensieri e auto ti passano accanto,

con milioni di visi

che non aspetti,

non cerchi.

Ed io,

inutile ed invisibile

muoio dentro i tuoi occhi

che leggono l'orario del bus.






14 agosto 2007

Vecchi alberghi


Dietro a un muro di vetro,


osservi i miei movimenti


e non respiri per non appannarlo.


L'ipocrisia del silenzio


indurisce il cuore,


spegne il futuro.


Viaggiamo tutti in una sola direzione,


senza il pensiero della notte.


Lasciami un posto


sotto le foglie della gioia


dove la mia farsa continua.


Diventeremo come vecchi alberghi


dai colori stanchi,


con le finestre chiuse,


abitati solo da gabbiani.



12 agosto 2007

Nella notte


Aggrappati a me,
al mio nudo corpo,
dove si bagna la luna
e racconta il suo mondo.

Qui riconosco la luce,
dai rami del dolore raccolta,
dai passi della solitudine trafitta.

22 luglio 2007

La bella luna




Così leggero è il sonno
nel quale dorme il mio passato,
che i tuoi leggeri passi
sembrano l'apocalisse .
Socchiudo gli occhi
che la bella luna
ha accarezzato con unghie
smaltate e malinconia.
Fa' presto, torna nel buio:
lì potrai spogliarti
da nodi e catene.
Anche oggi,
come nei giorni del sorriso,
il mare racconta storie al vento;
chissà se le ascolterai.

13 luglio 2007

I baci della vita


Si crede all'amore
per non scoprire il buio
che ci lascia dentro
la vita.
Viviamo tra anime silenti
e giorni abbandonati
su calendari appesi nei cuori
senza riuscire scegliere
un attimo per sorridere .
Quale musica ha suonato
la tua mano sinistra
questa notte,
in quell’attimo
dove ho provato a sognare.
Sono scivolato tra le pagine
di un racconto che nessuno
scriverà mai più,
sopra l’ultima barricata del dolore,
prima della vita.
Pochi suoni tra pelle e tempo,
sopra scalinate
con cento anni di silenzio.
Appoggia il tuo respiro
dentro un’altra notte
dove proverò ad aspettarti;
asseconda la mia memoria
e chiedimi perché
non ho avuto la forza
per dimenticare
i baci della vita.





21 giugno 2007

IL REGALO


La fantasia è un regalo che mi è stato fatto da bambino.
Un giorno vennero due signore a trovarmi e sorridendo mi aprirono la mano per consegnarmela.

Era incartata nella pagina di un vecchio giornale e legata a pacchetto con uno spago usato, senza fiocco. Lo spago era così corto che a malapena erano riuscite a fare il nodo.
Era un pacchettino cosi minuscolo che stava tutto nella mia piccola mano di bimbo e cosi leggero che pensai che dentro non doveva esserci nulla.

In piedi davanti a me, le due signore mi dissero: "Qui dentro potrai trovare tutto ciò che desideri e sogni ma non dovrai mai aprirla. Se lo farai perderai tutto."

Non capivo: se tutti i miei desideri erano li dentro, come avrei potuto averli senza aprirla?

Le due donne mi si avvicinarono e mi baciarono, insieme. Poi ancora mi dissero: "Ricorda, se la aprirai perderai tutto".
Continuavo a non capire.

"Voi chi siete?" domandai. La prima , quella che più spesso parlava, rispose: "Io mi chiamo Malinconia". L'altra, quella più gelida e taciturna pronunciò solo il suo nome: "Tristezza".
Posai un attimo lo sguardo sulla piccola scatola e quando lo rialzai, loro erano sparite.

La scatola continuava a rigirarmi nelle mani e cominciai a pensare che cosa potesse contenere. E più ci pensavo e più mi sentivo bene. E più ci pensavo e più capivo che quella scatola non avrei dovuto aprirla perché li dentro c'ero io e non dovevo perdere nulla di me; cominciavo a capire che i sogni, i desideri, le passioni, e tutto ciò che è fantasia sono la mia vita e che quella scatola l'avrei riempita all'infinito se avessi voluto.

Quella scatola, dopo tanti anni, è ancora nelle mie mani. Ora è avvolta in un foglio di seta, con disegni in oro, tempestata di diamanti e con un fiocco fatto di nuvole e piume di pavone. E non importa se gli altri continuano a vedere una piccola scatola avvolta in un foglio di giornale con un filo di spago.

Adesso la piccola scatola continua a diventare così leggera che devo stringerla sempre più forte tra le mani. E più si riempie più diventa leggera perchè i sogni, si sa, fanno volare.

Le due signore ogni tanto ritornano ma non si fermano molto. Si siedono accanto a me poi prendono la mia mano e mi dicono: "Il peso di questa scatola è il peso della tua anima, rendila leggera. Riempila di fantasia".

Sorrido... e se ne vanno

14 giugno 2007

Dove raccolgo il vento


Dovrei farti credere che esistono
giorni dove raccolgo il vento,
senza note stonate.
Prendiamo sempre i colori
dei giorni più tristi
per colorare il sangue delle nostre ferite,
guardando stupiti
come si spengono i fuochi
della vita.
Non sappiamo dare un nome
alle strade affollate e incolori
che ci confondono.
Respiriamo la lenta agonia che ci insegue
e dimentichiamo gli occhi
tra un bacio e una promessa.
Vorrei farti credere che non conosco
il sapore del pane,
che la paura si è addormentata
tra le spine di un addio.
Ma oggi non trovo scuse
per mentire ancora.

12 giugno 2007

Forse è colpa del mare


Ritorna la tua voce,
lontano souvenir,
come neve
dentro una sfera.
La mano,
letta dalla solita zingara
all'angolo della vita,
ha una linea
pronta a mentire.
Ti ho portato le mie gambe,
non devo più scappare
dalle tue silenziose paure.
Chissà se piangi ancora
alla solita ora,
tra un aperitivo e un insulto,
spogliandoti di ogni nome .
Forse è colpa del mare
se sento così freddo
e non chiudo più gli occhi.
Forse è colpa del mare.

01 giugno 2007

Code di pavone


Dove si dissimula la giustezza del pensiero,

lì è la mia agognata e ambita meta.

Non vedo luce in me

che occhio di uomo possa guidare

per cui mi lascio ammaliare

da sentimenti oscuri

che portano la mano a

lasciar tracce del pensiero.

E repentino muto d'avviso

del gesto compiuto,

che il tacer è tardivo,

e indugio nel segnare.
Al seminare consegue raccolta;

ma qual contadino sono io

che nessun frutto carpisce?

Colpisce forse il mio articolato verbo

che schiaffeggia la cosa comune

e il quotidiano sentire,

ma in me nessun genio nascosto alberga,

nessuna straordinarietà,

se non quella di saper ancora sorridere,

dell’amare il mio passo

che in questo mondo di sale

tra un dolore e l’altro salta.
In questo luogo il tempo passa

tra ludiche esposizioni di code di pavone,

orchestrali guidati da bacchette telematiche,

satrapi davanti a telecamere.

Leggo e mordo

tra i vostri guaiti

e le vostre bestemmie.

24 maggio 2007

Piangere è un gioco

Avvolgi i minuti,
chiudi i miei occhi
dentro gli abbracci confusi
del silenzio.
Piangere è un gioco,
ripulisce l'amore,
sposta le ore,
diventa canzone,
e ti regala una nuova corazza
per sfidare gli addii.
Dentro nomi di città
ho lasciato il sapore morbido
di una gioventù in prestito.
Piangere è il dono
dell'amore
che ora tace
e aspetta la mia resa
per sussurrarmi ancora
una volta il tuo nome.

22 maggio 2007

Dentro le notti

Non lascio più orme
sopra le notti,
dove troppo leggero
si è fatto il mio sognare.
Manca sempre qualcosa
tra i ricordi che vivono
dentro le tasche bucate
del mio vestito della festa.
Ma ieri non c'ero;
dovevo spegnere le ultime luci
che hai lasciate accese
tra le illusioni.
Ti basterà un nuovo silenzio
per stupirmi ancora,
tra un dolente viaggio
e le labbra chiuse del tempo.
Ma domani non ci sarò;
dormirò sul seno della luna,
dentro un'altra notte.

16 maggio 2007

Ombre accanto al mondo


Di nessuna sicura meta
è fatto il cammino,
di tragiche certezze
è il suo annegare
in circoscritti mari.
Sorride agli insulti,
con l'orgoglio lasciato
dietro chissà quale muro,
tra incroci sbagliati,
dentro amori traditi.
E confonde i tramonti
e i crepuscoli nel colore
del suo liquido oblio.
Compra la solitudine
dentro tristi bottiglie
che chiama per nome.
Aspetta ancora l'ultimo bacio,
prima di uscire da un mondo
che non ama più.

15 maggio 2007

Appunti sulla pelle


Ho dimenticato
sull'ultimo autobus della notte
tutte le promesse:
oggetti smarriti
che nessuno mai reclamerà.
Ti serve una parola
dentro il tuo silenzio?
Quante voci chiedono
sempre le stesse cose,
quanti luoghi attendono
un ritorno.
Guarda,
ho messo la bandiera alla finestra
tra un respiro e un rancore,
senza avere paura.
Non farmi più domande
sull'amore,
non ora che ho perduto
ogni sogno.

09 maggio 2007

Bagaglio appresso.



Ho posato la mano
sulle cose perdute
dove posso respirare
controvento,
sperando che ogni suono
sia musica.
Forse un bacio ricorda la felicità.
Non attendo mai le stagioni;
conoscono la strade e l'indirizzo,
sanno scolpire il mio tempo
e non devono mai chiedere perdono.
Piccoli passi che conosco,
sguardi, visi,
profumo di vaniglia,
densi pensieri.
Torniamo a sorridere,
avremo solo i nostri nomi
non contarci,
avremo solo i nostri nomi
nessuna speranza.
E tutto ci accompagna,
tutto ci abbandona

05 maggio 2007

Forse volevo piangere


Sai,
cammino ancora
in quella strada,
con le ore che passano
e il parchimetro scaduto.
E' sempre domani
e non è mai l'ora giusta.
Appoggia quell'istante
all'ultimo giorno di solitudine,
lascia scivolare in fondo alla vita
il suono del mio nome;
forse non sono mai stato lì,
forse volevo piangere.
Emozioni sulla tela
raccontano nuove storie
alla tua notte.

02 maggio 2007

Gli inquieti



Di tanto affanno,
di tanto innalzarsi,
non rimangono che l'ombra
e il silenzio
dell'inestinguibile amore
che bacia i nostri viaggi onirici.
Ed è lì
che tutto diventa possibile.

21 aprile 2007

Un nome da chiamare.



Qualcosa mi porta sempre qui,
dentro la trincea delle emozioni,
pronto per l'assalto finale.
Da qui è passata la notte,
con i suoi rumori,
le morbide luci,
le ore senza sonno;
è passata ed io non c'ero.
Così, abbracciato all'ultimo nome,
alle consumate certezze,
ancora una volta ho sognato.
Nei miei viaggi
porto sempre il cuore,
un sorriso in una foto,
un nome da chiamare,
una lettera da scrivere.
Peccato aver perso l'ultima vita.

Sospiro celato

Quadro di Marco >Cossu



Ecco,
un sospiro,
celato dallo stridente
suono dell'addio.
I miei viaggi,
dove rinchiuso dentro una speranza,
il tuo sortilegio vive.
E non ha nome
ma mille richiami
che ti fanno sentire uno scoglio
senza approdo.
Ma di questo veder passare
la vita accanto,
di queste polene che ti sfiorano
e le mani sudicie
che ti toccano,
ignori il senso
e nascondi a tua luce.
Ritorno sempre,
ma non trovo mai nessuno
ad aspettarmi.
Le attese non hanno un nome.

14 aprile 2007

Nell'insieme

Quadro di Marco Cossu



Ho incontrato la giusta domanda
per ingoiare la lingua
Ancora adesso,
tra giorni che si accumulano
insieme a gracili emozioni,
lupo e cane si sbranano
per questa insopportabile
libertà senza figli.
Dimentica d'esser qui
e vivi nel tuo nome.