Non devo più raccontarti nulla di me.
Sai tutto quello che devi.
E' che sono così pieno di vuoto quando non ci sei.
Non saprei dirti nemmeno chi sono;
nessun specchio riflette più la verità
e ogni giorno sarei pronto per partire.
Eppure i segni del passato li conosco,
li ho dentro al libro dei nomi, dove dorme la gioia,
dove la dedica è scritta con l'ultimo sguardo.
Non abbiamo avuto nemmeno un posto per piangere.
C'era il sole, una stazione e un nome da chiamare
ma hai scelto ancora tu.
Sono quello sbagliato,
impossibile,
da dimenticare in un fine settimana qualunque,
tra le candele di un compleanno.
3 commenti:
Le stazioni esistono in ogni storia.
I libri dei nomi dimenticati non li hanno ancora scritti.
Le stazioni esistono ed ognuno di noi sa dove scendere.
A meno che qualcuno ci inviti cortesemente e non a farlo prima.
Allora servono poco i libri dove annotare ricordi e nomi,meglio continuare il viaggio.
Sempre belle, anche dopo tanto rileggendole,rimangono belle le tue poesie.
R.
Forse è tempo che io smetta di defecare inutili parole e imbrattare le strade della vita mia e altrui.
Onirismo e onanismo hanno troppo spesso lo stesso significato nella mia testa, e confondono il tempo dei sogni con quello del delirio.
Se non hanno scritto libri sui nomi dimenticati è solo perché il ricordo infetta la volontà.
E poi è vero, esistono stazioni in ogni istante della nostra esistenza, ma bisogna saper scegliere il treno e sapere dove si va quando si compra il biglietto. Al massimo ci si può rammaricare del prezzo troppo alto ma il viaggio lo abbiamo scelto noi.
Grazie per i complimenti Rita, so che sono sinceri.
K. dovresti palesarti. Un saluto.
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