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27 settembre 2006

Corpi di vetro


Mani smarrite
dentro sguardi glauchi.
Amo i capelli di Ecate,
che gelida respira,
chiude gli occhi
e vorrebbe dormire.
Miserabile tempo
che non vuol più condividere.
Vie di ferro che disperdono
quegli occhi di lupa,
ora asciutti e lontani.
Tasti e sillabe non contano più
e non importa il suono
quando il silenzio
non parla più con me
del mio amore.
Ha attraversato
senza un sospiro
il mio corpo di vetro
masticando con grazia
l'ultima illusione.
Ed ora il silenzio non ha più occhi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sei trasparente, il mio sguardo riesce a fermarsi su di te. Tu mi passi attraverso.

Anonimo ha detto...

Quì trattasi di livelli sublimi, raffinati, pura poesia, incredibile proprietà di linguaggio, lucidità e un velo di sarcasmo addolorato che altro non è che la definizione esatta della poesia: ...dai diamnti non nasce niente/dal letame nascon i fiori...", come raccontava nelle sue poesia musicate il grande Faber.
Allora esistono davvero i poeti ed io m'inchino a tale talento.
Verrò spesso a trovarti, con il tuo permesso ovviamente.
Jonathan

Facciatosta ha detto...

Jonathan, che dirti: sono quasi imbarazzato dai tuoi complimenti.
Lieto ti sia piaciuta.
Un sorriso.
Roberto.

Anonimo ha detto...

Un milione di solitudini
Riconosco la mia solitudine
fatta di pensieri
chiusi in cassetti
pieni di carta straccia.
Nessuno ha mai sfiorato
la mia carne eterna,
nessuno ha mai letto
nel mio orrore,
nessuno prende
il largo nel mio mare.


Questa è una delle tue che più Amo.
L'Amo perchè mi fa male.

Ciao poeta, Beatrice
Le mie sbagliate lacrime
erano il canto dell'orgoglio,
la sterile terra
dove cresce il filo spinato,
e dove tu
non hai cercato il fiore.

Facciatosta ha detto...

Beatrice, amo il tuo canto, le tue parole. Sei ospite per sempre nelle mie emozioni. A presto abbracciarti. Roberto

Anonimo ha detto...

nel mio reato esistere,
io farabutta,
io puttana di parole,
rimango dove mi sento a casa.

Come qui, Roberto.