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14 aprile 2007

Nell'insieme

Quadro di Marco Cossu



Ho incontrato la giusta domanda
per ingoiare la lingua
Ancora adesso,
tra giorni che si accumulano
insieme a gracili emozioni,
lupo e cane si sbranano
per questa insopportabile
libertà senza figli.
Dimentica d'esser qui
e vivi nel tuo nome.

09 aprile 2007

Note stonate

Dipinto di Marco Cossu




Dovrei tenermi lontano
da clamori e sussulti,
e lenire il dolore
con stagioni e florilegi.
Ciottoli, pietre
che modellano archi ed anfratti
dove l'ombra gioca
sempre un ruolo di regina.
Non è più tempo,
non è più vita.
"Stammi bene":
era meglio il silenzio.

04 aprile 2007

Intima libertà

Sapremo come ridere
quando avremo dimenticato,
perché qualcuno
prende sempre il nostro posto,
pronto a confondere il nostro battito
col rumore di un treno.
Spazzolando i tuoi capelli
mi racconterai di come siano stati
troppi i giorni vuoti
e di come l'acqua abbia sciolto la pietra.
Avrò voglia ancora
di perdere la strada,
con la mia libertà in tasca
e tutte le vostre parole
che non trovano più spazio
in me.

Giochi di prestigio

(quadro di Marco Cossu)


Non bastano più
gli schiaffi in faccia
e le allucinazioni
che sedute mi aspettano
sugli altari di marmo.
I sottili tratti del vivere
dove rimane il rancore
in fondo ai bicchieri,
confondendosi col vino rosso.
Un giorno ancora
con un'inutile passione,
sospiri nel buio
e i passi insicuri
delle promesse
dove muovo il mio ventaglio
di carte truccate.

02 aprile 2007

Raccogli il mio nome


Ho stritolato ogni cosa:
coriandoli a carnevale,
sabbia che ama il vento.
il sospiro che ti tiene in sospeso,
l'ultimo giorno prima dell'addio.
Serve sempre una mano
che sorregga il volo
dell'ultima follia di un uomo.
Fare l'amore in campagna,
accanto ai cimiteri,
dove nessun nome è diverso dal mio,
dove sono morto e rinato,
all'infinito.
Capita nei giorni dove piove,
e non trovo più
la scorciatoia per tornare a casa.
E quegli occhi silenziosi.

10 marzo 2007

Pensiero stanco


Nei percorsi
che svuotano le vene,
assidua è la tua presenza.
Sibila la pietra che percorre il tempo
nel posato istante,
tra il disperato bisogno di vivere
nascondendosi dietro parole
che avevi detto per me.
Non passano più i giorni.

03 marzo 2007

Il suono di un nome


Ho riempito troppe stanze,
ma sono sempre solo.
Le bianche creste del vento di greco
annunciano il nome del silenzio.

01 marzo 2007

Scrivimi


Continuo a girare le mani
dentro tagliole
che spezzano
le mie ossa di cristallo.
E tu vuoi che io esista
per prestarmi la tua rabbia
e un comodo collare di spine
comprato nei saldi di fine stagione.
Servono sempre grandi bocche
per ingoiare mancate promesse,
per nascondere sorrisi taglienti
che attendono senza fretta
alla fermata dell'autobus.
Ma tu scrivimi,
anche se il mio nome sarà
un altro.
Scrivimi anche se in quel campo
non crescono più le mimose.

26 febbraio 2007

Memorandum


Di cosa vuoi che ti parli, dopo tanto tempo, se non di come ancora io sappia sbagliare e scegliere sempre la via più facile per farlo.
Dovresti saperlo, anima mia, quanto si sia vulnerabili quando si ama, e di come a volte sia facile ingannarsi e non vedere l'unica verità, e che vuoi che ti racconti, se non che mi manca il momento, e il domani, e che il passato è solo la punta di una spina che non riesco a togliere dal mio respiro.

Non sono stato capace d'imparare ad attendere, non ho saputo ingoiare le lancette del tempo, ed ascoltare è un esercizio cosi difficile che ho rinunciato a farlo da troppo tempo.
Guarda: quella panchina di pietra, laggiù, in fondo alle mie parole, è il posto dove aspetterò i ricordi e le ragioni perdute.
Non mi volterò quando sentirò i passi allontanarsi: tornerò a pensare che l'eternità sia il momento più breve che abbiamo avuto e non cercherò più un posto dove mettere i momenti e le giornate dove il sole era accanto a me.
In quel libro delle promesse fatte cercherò un nome e aspetterò per capire perché
le cose, in fondo, sono sempre quelle che noi cercavamo ma non abbiamo mai la voglia di crederlo.
E' una transumanza di anime e corpi quella a cui ci è dato di assistere e noi siamo parte di essa.

La cena è pronta, i rumori delle posate sono il contorno immancabile;
i liquidi scendono nei bicchieri, nella bocca, nello stomaco e poi nelle parole.

24 febbraio 2007

Un sorso di veleno.


Lo sguardo fisso dentro la schiuma della birra .
Bianca, morbida, quasi impalpabile, che lentamente si dissolve . E la lingua passa sulle labbra, raccogliendo il sapore amaro.
I bicchieri sono troppo piccoli stasera, troppo vuoti , non si riescono mai a riempire. Sorsi di un coraggio che non serve a nulla.

E tu chi sei? Vuoi un sorriso? No… No… Non sederti al mio tavolo, ti prego, non ho parole per te.
Ecco bravo, passa oltre… Ma chi è? Bastava un ciao? Bastava un sorriso?
Dai, bella bionda, siamo ancora lontani dall’oblio. Un paradiso da conquistare a sorsi. Paradiso liquido.
I dehors dei bar sono sempre affollati da fighe da vetrina e pappagalli da esposizione.
Mi servirebbe un trapano per bucare quelle loro teste di cazzo e sentire il sibilo dei loro pensieri che escono dal cranio: psssttt… Gomme che si sgonfiano.
Si, un sorriso anche per te. Contenta?
Davanti a me, seduta. Sconosciuta e carina Non t’ho nemmeno vista arrivare. Perché tengono la musica così alta?
Almeno riuscissi a sentire ciò che mi dice…
Ma sì, diciamole sì. Un sorriso anche per te.
Forse mi ha chiesto se le offro da bere. O forse se poteva sedersi perché era l’unico posto vuoto.
Guarda altrove. La saluto, ho voglia di camminare.
Riuscire a capire quanto mi ha chiesto il barman per due birre, è una impresa. Aspetto il resto e sorrido.
Via da questa ferita aperta.

18 febbraio 2007

Ellissi

( foto di Monia Guerri)


Resto qui,
tra i fili d'erba
che primavera
non ha voluto,
morendo ogni giorno,
tra parole che dimentico
dentro un diario che
non ha più pagine.
L'ultima cometa
ha tagliato i miei occhi
mentre sognavo in silenzio
Ho smarrito il sapore
della rivincita,
ultimo lucente gioiello
che adornerà l'orgoglio ferito.
Le preghiere sussurrano,
dietro l'angolo.

14 febbraio 2007

NON SEI ORIGINALE!


Ormai è stato detto tutto...

“Non sei originale!“
“Ah...l’ho già sentita!”
“Sì, la conosco..!”

Tutto è stato detto, tutto. E’ tutto un dejà vù . Le musiche sono sempre quelle.
Tutti i numeri sono stati sommati, moltiplicati, sottratti e divisi.
Le parole sono state dette tutte, tutte ascoltate. Tutto quello che ho da dirvi lo avete già sentito.
Sì?
CI.VU.DI.: Cazzi Veramente Duri, cioè la dimostrazione che tutto ciò che uno pensa non è più nè originale nè prevedibile. Anche il pensiero non è più la sublimazione dell’anima.
Bene: di tutto ciò che ho da dirvi non credo di avere nulla di originale.
Forse ho delle cose da dirvi che io credo siano originali ed invece non lo sono, e ne ho delle altre che non sono originali che voi invece credete che le siano. Ed anche la costruzione di questo discorso, imperniato sull’originalità non è molto originale.
E sì... tra qualche anno non si riderà più. O meglio, si riderà a gruppi.
Nelle platee dei teatri ci saranno, ad esempio, 400 persone (ESAGERATO!!!), ed allora si riderà magari a gruppetti di 10 alla volta, vergognandosi un po’, ed un ragioniere, dietro le quinte, terrà il conto (in percentuale) delle battute più rise. Se dovesse succedere che tutti ridono, il giorno dopo sarà riportata in prima pagina dai quotidiani la battuta che ha provocato...l’EVENTO! I telegiornali la riproporranno e verranno lanciate sul mercato videocassette e CD a prezzi accessibili a tutti, cosicché dopo 48 ore il mondo intero sarà al corrente di questa nuova perla dell’umorismo e qualcuno potrà dire: “LA CONOSCEVO GIA’ ! “
Si dovrà per forza arrivare a nuove forme di spettacolo.
Battute come quelle che andrò a dire ora non saranno originali perché le dico ora io e quindi ricordatevi di me, perché l’ho già detta io e non mi frega più nessuno!
Adesso io ne dirò una decina che, lo premetto, potrebbe anche essere che non facciano ridere ma quello che conta, lo ribadisco, è che siano originali.
Vado: Battuta numero 1. SCRULCHX!!
Nuova vero? Questa era originale. A meno che le persone quando starnutiscono non intendano far ridere qualcuno...
Va bene , voi continuate così, a non ridere... Non era richiesta la risata fragorosa.
Del resto ho altre 9 possibilità.
Numero 2: KRCIAR!!
Forse qualcuno pensa di averla riconosciuta? Si? Però voglio lo spelling. Eh si, perché si fa presto a dire che l’avete riconosciuta. Magari mi confondete un c con una k e allora è tutta un’altra cosa. Ad esempio Krch scritto con la K non fa tanto ridere ma se è scritto e pronunciato con la c è carico di una comicità direi ...SOTTERRANEA.
Ma poi, fate mente locale: questo tipo di comicità è avanti di almeno 10 anni. Ora, io so di fare una cazzata a proporvela adesso, per 2 motivi: il primo è che rovino la piazza a quelli che tra 10 o 20 anni la proporranno e quindi tutti diranno “E’ VECCHIA!” , e poi, secondo, è che voi siete indietro di 10 o 20 anni e quindi non me la ridete adesso.
Però proponendovele adesso io metto le mani avanti e passo alla storia con un nuovo genere comico che io ho battezzato “ZBRAIOU” che farà ridere un casino tra 10 anni...
E voi sempre lì , zitti , con le facce di marmo. Nemmeno una piccola smorfia... Proprio non si ride...
Va be’ ne ho altre 7 di battute da dirvi. Anche se ad essere sincero non le meritate. Ve le dirò lo stesso. Due punti a capo:
1) Cuiz zaraz .
2) Brizzuzzaz
3) Glispsglock
4) Cratzxglum
5) Bagaungblomp
6) Detaompozing
7) Splitiengs
Bene ! Ora sono cazzi vostri cercare, da qui a 10 anni, qualcosa che vi faccia ridere, perché io sarò già altrove: ho la mia bella pagina pronta sull’enciclopedia Treccani che mi aspetta, alla voce...FUTURO!
Ciao!

07 febbraio 2007

Dopo tutte le guerre




Se coscienza lasciasse il mio corpo,
se chiudesse il suo vigile occhio,
e continue lusinghe tacesse
che ascoltare fatica mi costa.
Se dal petto levasse il suo peso,
finché libera l'aria fluisca
ecco allora che accoglier potrei,
come unica scelta di vita,
una quieta e tranquilla rinuncia,
far di lei la mia amante preziosa,
armi e scudi lontani scagliare,
al pensiero voltare le spalle,
e sprezzante mentire al domani,
rinnegare ideali incarniti
e comprare alla mia libertà
le più belle catene che trovo.
La candela consuma la cera
annegando la fiamma e la luce,
perché il buio non chiede risposte
ma accompagna la nostra rinuncia

02 febbraio 2007

SCRIVO?



Cerchi ancora gli altri.
Non hanno nulla da darti,
hanno mani vuote e rapaci.
Sei così anche tu?

Forse compro il mondo,
ho trovato una chiave
per imprigionare la rabbia.
Dove la butto?

Faccio un giro col piacere,
ogni tanto fa bene,
senza prenderci gusto.
Faccio bene?

Il cappellaio matto ha finito le teste,
ha sbagliato misura a tutti;
pensava che la follia fosse sua.
Che lavoro farà?

Fa di me quello che vuoi,
io ti nomino mio Dio.
Dimmi almeno che son bravo.
Scusa, mi hai riconosciuto?

Anche la plastica adesso è novità,
sta prendendo il posto dell'ansia,
sentimento inutile, lo so.
Toccherà anche all'amore?

Hai portato il tuo catalogo,
mille pagine scritte fitte,
dentro hai messo quasi tutto.
Mi potresti cancellare?

Costruisco i loro ghetti
dove sono specializzati,
dove si odiano col sorriso.
Ma l'arte non è una sola?

Sei arrivato fin quaggiù,
ma non hai trovato nulla.
Se ora scrivo questa rima,
posso farti una domanda?

Perché?

22 gennaio 2007

INIZIO

Non trovo l'attimo
per il giusto respiro
che per qualche istante
illuda la vita.
I miei eroi
si sono addormentati
sotto il ponte
aspettando la mia rinuncia.

20 gennaio 2007

Didascalia del silenzio.


Cammino sopra immagini
con preziose didascalie,
scritte per commentare
la tragedia di un silenzio che muore.
Son giunto dove finisce
il mio spazio,
dove la misura della tristezza
è senza numeri.
In limpide mattine
il mare lambirà
le nostre sottili caviglie
e parlerà all'orgoglio,
Ma le mani che stringono
i cuori non sono mai le stesse,
sanno solo nascondersi.
Aspettami alla stazione,
dove forse ti chiederò un bacio,
dove forse saprò
rendermi invisibile
al dolore.



16 gennaio 2007

Agende e indirizzi


Bevo dalle mani,
cancellando
il gusto delle promesse.
Ho chiesto l'elemosina
alle statue dei re,
ballato il valzer
con le foglie morte,
spergiurato sopra
il libro di un poeta,
affondato navi di carta
dentro fiumi di parole;
ora conosco quel muto istinto
che ti ha portato via.
Tornerai dentro i miei occhi
ma non saprò come chiamarti.

10 gennaio 2007

Un bacio per te


Raccolgo uno sguardo

tra le pieghe di un attimo.

Lasciami solo il momento

della tua morbida gioia

che mi chiama per nome.

Ho comprato

la bugia più bella

e le parole più amare

per mentire al domani

che ti porterà lontano da me.

Siedi qui,

ho ancora un bacio per te

prima di immergermi nel Lete.










08 gennaio 2007

Scusi? Ha visto la verità?


Tra i giochi preferiti dall'uomo c'è quello della ricerca della
v e r i t à .
Soprattutto la propria. E c'è chi la cerca convinto che non basti fermarsi
sul portone di casa, e chi, affacciato al balcone, ha già capito tutto.
Ed è qui che esce fuori, prepotente e irrefrenabile, la mia INVIDIA.
Invidia per quelli che hanno trovato la loro verità
e che ora possono finalmente godere della vita.
ESSONOLIBERIFINALMENTE!
Liberi di pensare TUTTO!
Liberi di credere nelle proprie ragioni.
Liberi di restare nella loro gabbia
perchè li dentro c'è la V E R I T A' !
Fammi entrare! Fammi entrare!
Voglio anch'io avere le tue certezze!
Tu sai quale è la cosa giusta!
Tu mi puoi anche insultare perchè sai che è giusto!
Io, povera pecorella smarrita, ho bisogno della tua guida ,
ho bisogno di stare nel tuo gregge.
...
Greggi senza pastori? Greggi senza cani?
Non sarà mica un gregge anarchico?
Io ho bisogno di qualcuno
che mi indichi cosa è giusto e cosa debbo fare!
Eppoi così potrò finalmente dire la mia!
La mia VERITA' .
Sia chiaro: la mia verità la voglio
a s s o l u t a,
c h i a r a,
u n i v o c a.
Ma adesso dimmi: a chi devo baciare l'anello?
Mi guardo intorno;
qui è pieno di gabbie con dentro persone libere
di dire la verità .
L'unica VERITA' la sanno loro.
La loro verità, la più vera di tutti.
La TUA verità,
l'unica che tu sia disposto a sentire e credere.
...
Darete una gabbia anche a me?
Piccola cosi?
Con dentro una verità?
Con dentro una libertà?
Non riesco a mettere dentro le mie idee...
Che ne faccio delle mie idee?
Ah... altre idee qui non servono?
Bastano le tue... Capisco.
Tu hai già la gabbia. Io no.
Magari ci penso...
Magari...
Ci penso...
Penso. (mangiate merda. Miliardi di mosche non possono sbagliare!).
Ehi... Siete in tanti la fuori? Ehi... scusate... passo un'altra volta.

Ciao, buona libertà, buona verità

05 gennaio 2007

Vorrei un pensiero


Perdimi
in una notte
senza sonno.
Ascolta come
suona la mia mano,
tra le ore perdute.
Le sedie,
vuote di presenza,
ricordano la vendetta.
Non sei tu.