Visualizzazioni ultima settimana

14 giugno 2007

Dove raccolgo il vento


Dovrei farti credere che esistono
giorni dove raccolgo il vento,
senza note stonate.
Prendiamo sempre i colori
dei giorni più tristi
per colorare il sangue delle nostre ferite,
guardando stupiti
come si spengono i fuochi
della vita.
Non sappiamo dare un nome
alle strade affollate e incolori
che ci confondono.
Respiriamo la lenta agonia che ci insegue
e dimentichiamo gli occhi
tra un bacio e una promessa.
Vorrei farti credere che non conosco
il sapore del pane,
che la paura si è addormentata
tra le spine di un addio.
Ma oggi non trovo scuse
per mentire ancora.

12 giugno 2007

Forse è colpa del mare


Ritorna la tua voce,
lontano souvenir,
come neve
dentro una sfera.
La mano,
letta dalla solita zingara
all'angolo della vita,
ha una linea
pronta a mentire.
Ti ho portato le mie gambe,
non devo più scappare
dalle tue silenziose paure.
Chissà se piangi ancora
alla solita ora,
tra un aperitivo e un insulto,
spogliandoti di ogni nome .
Forse è colpa del mare
se sento così freddo
e non chiudo più gli occhi.
Forse è colpa del mare.

01 giugno 2007

Code di pavone


Dove si dissimula la giustezza del pensiero,

lì è la mia agognata e ambita meta.

Non vedo luce in me

che occhio di uomo possa guidare

per cui mi lascio ammaliare

da sentimenti oscuri

che portano la mano a

lasciar tracce del pensiero.

E repentino muto d'avviso

del gesto compiuto,

che il tacer è tardivo,

e indugio nel segnare.
Al seminare consegue raccolta;

ma qual contadino sono io

che nessun frutto carpisce?

Colpisce forse il mio articolato verbo

che schiaffeggia la cosa comune

e il quotidiano sentire,

ma in me nessun genio nascosto alberga,

nessuna straordinarietà,

se non quella di saper ancora sorridere,

dell’amare il mio passo

che in questo mondo di sale

tra un dolore e l’altro salta.
In questo luogo il tempo passa

tra ludiche esposizioni di code di pavone,

orchestrali guidati da bacchette telematiche,

satrapi davanti a telecamere.

Leggo e mordo

tra i vostri guaiti

e le vostre bestemmie.

24 maggio 2007

Piangere è un gioco

Avvolgi i minuti,
chiudi i miei occhi
dentro gli abbracci confusi
del silenzio.
Piangere è un gioco,
ripulisce l'amore,
sposta le ore,
diventa canzone,
e ti regala una nuova corazza
per sfidare gli addii.
Dentro nomi di città
ho lasciato il sapore morbido
di una gioventù in prestito.
Piangere è il dono
dell'amore
che ora tace
e aspetta la mia resa
per sussurrarmi ancora
una volta il tuo nome.

22 maggio 2007

Dentro le notti

Non lascio più orme
sopra le notti,
dove troppo leggero
si è fatto il mio sognare.
Manca sempre qualcosa
tra i ricordi che vivono
dentro le tasche bucate
del mio vestito della festa.
Ma ieri non c'ero;
dovevo spegnere le ultime luci
che hai lasciate accese
tra le illusioni.
Ti basterà un nuovo silenzio
per stupirmi ancora,
tra un dolente viaggio
e le labbra chiuse del tempo.
Ma domani non ci sarò;
dormirò sul seno della luna,
dentro un'altra notte.

16 maggio 2007

Ombre accanto al mondo


Di nessuna sicura meta
è fatto il cammino,
di tragiche certezze
è il suo annegare
in circoscritti mari.
Sorride agli insulti,
con l'orgoglio lasciato
dietro chissà quale muro,
tra incroci sbagliati,
dentro amori traditi.
E confonde i tramonti
e i crepuscoli nel colore
del suo liquido oblio.
Compra la solitudine
dentro tristi bottiglie
che chiama per nome.
Aspetta ancora l'ultimo bacio,
prima di uscire da un mondo
che non ama più.

15 maggio 2007

Appunti sulla pelle


Ho dimenticato
sull'ultimo autobus della notte
tutte le promesse:
oggetti smarriti
che nessuno mai reclamerà.
Ti serve una parola
dentro il tuo silenzio?
Quante voci chiedono
sempre le stesse cose,
quanti luoghi attendono
un ritorno.
Guarda,
ho messo la bandiera alla finestra
tra un respiro e un rancore,
senza avere paura.
Non farmi più domande
sull'amore,
non ora che ho perduto
ogni sogno.

09 maggio 2007

Bagaglio appresso.



Ho posato la mano
sulle cose perdute
dove posso respirare
controvento,
sperando che ogni suono
sia musica.
Forse un bacio ricorda la felicità.
Non attendo mai le stagioni;
conoscono la strade e l'indirizzo,
sanno scolpire il mio tempo
e non devono mai chiedere perdono.
Piccoli passi che conosco,
sguardi, visi,
profumo di vaniglia,
densi pensieri.
Torniamo a sorridere,
avremo solo i nostri nomi
non contarci,
avremo solo i nostri nomi
nessuna speranza.
E tutto ci accompagna,
tutto ci abbandona

05 maggio 2007

Forse volevo piangere


Sai,
cammino ancora
in quella strada,
con le ore che passano
e il parchimetro scaduto.
E' sempre domani
e non è mai l'ora giusta.
Appoggia quell'istante
all'ultimo giorno di solitudine,
lascia scivolare in fondo alla vita
il suono del mio nome;
forse non sono mai stato lì,
forse volevo piangere.
Emozioni sulla tela
raccontano nuove storie
alla tua notte.

02 maggio 2007

Gli inquieti



Di tanto affanno,
di tanto innalzarsi,
non rimangono che l'ombra
e il silenzio
dell'inestinguibile amore
che bacia i nostri viaggi onirici.
Ed è lì
che tutto diventa possibile.

21 aprile 2007

Un nome da chiamare.



Qualcosa mi porta sempre qui,
dentro la trincea delle emozioni,
pronto per l'assalto finale.
Da qui è passata la notte,
con i suoi rumori,
le morbide luci,
le ore senza sonno;
è passata ed io non c'ero.
Così, abbracciato all'ultimo nome,
alle consumate certezze,
ancora una volta ho sognato.
Nei miei viaggi
porto sempre il cuore,
un sorriso in una foto,
un nome da chiamare,
una lettera da scrivere.
Peccato aver perso l'ultima vita.

Sospiro celato

Quadro di Marco >Cossu



Ecco,
un sospiro,
celato dallo stridente
suono dell'addio.
I miei viaggi,
dove rinchiuso dentro una speranza,
il tuo sortilegio vive.
E non ha nome
ma mille richiami
che ti fanno sentire uno scoglio
senza approdo.
Ma di questo veder passare
la vita accanto,
di queste polene che ti sfiorano
e le mani sudicie
che ti toccano,
ignori il senso
e nascondi a tua luce.
Ritorno sempre,
ma non trovo mai nessuno
ad aspettarmi.
Le attese non hanno un nome.

14 aprile 2007

Nell'insieme

Quadro di Marco Cossu



Ho incontrato la giusta domanda
per ingoiare la lingua
Ancora adesso,
tra giorni che si accumulano
insieme a gracili emozioni,
lupo e cane si sbranano
per questa insopportabile
libertà senza figli.
Dimentica d'esser qui
e vivi nel tuo nome.

09 aprile 2007

Note stonate

Dipinto di Marco Cossu




Dovrei tenermi lontano
da clamori e sussulti,
e lenire il dolore
con stagioni e florilegi.
Ciottoli, pietre
che modellano archi ed anfratti
dove l'ombra gioca
sempre un ruolo di regina.
Non è più tempo,
non è più vita.
"Stammi bene":
era meglio il silenzio.

04 aprile 2007

Intima libertà

Sapremo come ridere
quando avremo dimenticato,
perché qualcuno
prende sempre il nostro posto,
pronto a confondere il nostro battito
col rumore di un treno.
Spazzolando i tuoi capelli
mi racconterai di come siano stati
troppi i giorni vuoti
e di come l'acqua abbia sciolto la pietra.
Avrò voglia ancora
di perdere la strada,
con la mia libertà in tasca
e tutte le vostre parole
che non trovano più spazio
in me.

Giochi di prestigio

(quadro di Marco Cossu)


Non bastano più
gli schiaffi in faccia
e le allucinazioni
che sedute mi aspettano
sugli altari di marmo.
I sottili tratti del vivere
dove rimane il rancore
in fondo ai bicchieri,
confondendosi col vino rosso.
Un giorno ancora
con un'inutile passione,
sospiri nel buio
e i passi insicuri
delle promesse
dove muovo il mio ventaglio
di carte truccate.

02 aprile 2007

Raccogli il mio nome


Ho stritolato ogni cosa:
coriandoli a carnevale,
sabbia che ama il vento.
il sospiro che ti tiene in sospeso,
l'ultimo giorno prima dell'addio.
Serve sempre una mano
che sorregga il volo
dell'ultima follia di un uomo.
Fare l'amore in campagna,
accanto ai cimiteri,
dove nessun nome è diverso dal mio,
dove sono morto e rinato,
all'infinito.
Capita nei giorni dove piove,
e non trovo più
la scorciatoia per tornare a casa.
E quegli occhi silenziosi.

10 marzo 2007

Pensiero stanco


Nei percorsi
che svuotano le vene,
assidua è la tua presenza.
Sibila la pietra che percorre il tempo
nel posato istante,
tra il disperato bisogno di vivere
nascondendosi dietro parole
che avevi detto per me.
Non passano più i giorni.

03 marzo 2007

Il suono di un nome


Ho riempito troppe stanze,
ma sono sempre solo.
Le bianche creste del vento di greco
annunciano il nome del silenzio.

01 marzo 2007

Scrivimi


Continuo a girare le mani
dentro tagliole
che spezzano
le mie ossa di cristallo.
E tu vuoi che io esista
per prestarmi la tua rabbia
e un comodo collare di spine
comprato nei saldi di fine stagione.
Servono sempre grandi bocche
per ingoiare mancate promesse,
per nascondere sorrisi taglienti
che attendono senza fretta
alla fermata dell'autobus.
Ma tu scrivimi,
anche se il mio nome sarà
un altro.
Scrivimi anche se in quel campo
non crescono più le mimose.