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26 dicembre 2006

LA SOLITA STORIA

Sputo le parole dentro al dimenticatoio. Sei passata con la lingua sopra la mia pelle, hai rubato il futuro, hai scritto la solita parola, hai pensato alla tua liquida goduria. Chiedimi almeno cosa sono. -->

23 dicembre 2006

Vincitori e vinti


Intona il tuo peana,

onora la vittoria con l'oblio,

quando mi troverai,

avvolto nella bandiera

del ricordo.

Ora cerco messaggi

dentro bottiglie

piene di rabbia

e ascolto conchiglie

che piangono il tuo nome.

Ho riempito di silenzio

tutti tuoi sguardi

tutte le mie strade.

Scrivi il mio nome

sull'ultimo albero

del bosco così saprò

se chiamarti

ancora

amore.










15 dicembre 2006

Vetri rotti


Sento forte il tuo nome
con le mani che cercano pietre
per la finestra dove
non ti affacci più
Oggi saprei vivere
dentro una vita
troppo vicina a
dove siamo stati.
E senza nulla dire
al silenzio,
toccherò il tuo sorriso.

12 dicembre 2006

Nel giusto posto


Sfumata dentro la mia vita.

sei tempesta solenne

che assolve il mio peccare.

Carne che tocca

la coda del respiro.

Esisto ancora in te?

La polvere che mi ricopre

mi soffocherà.

Posso amarti ancora?

05 dicembre 2006

Le ultime parole


Riconosco quei silenzi

tra percorsi che sanno di sale,

sentimenti con data di scadenza,

confezionati con parole

pronte per essere credute.

Non ci sarà nemmeno il tempo

per stupirsi e cercare una lacrima.

Tutto annunciato

e pronto per essere vissuto.

02 dicembre 2006

La placca del re.

Venti miglia di pioggia gelida, fango e pericoli. Ma ci sono riuscito: eccola qui la mia placca con tanto di sigillo. Poche ore ancora e sarò a casa. Londra è una città troppo grande per quelli come me. Ci sono troppi furbi. E anche troppi prepotenti. La miseria invece è uguale dappertutto, in città come in campagna. Forza Edward, allunga il passo, il sole tra poco tramonterà. Nella foresta la notte è troppo pericolosa per percorrerla da soli.Tutta questa storia mi è costata due ghinee, quasi il lavoro di un mese, tre giorni di viaggio e il rischio di farsi derubare dai briganti. Ma adesso ho la mia placca, pronta per essere appesa alla porta. E col sigillo del Re. Al villaggio nessuno sa leggere, e forse nemmeno le guardie che verranno a controllare, ma il sigillo del Re, quello, tutti lo conoscono! Ci mancava anche la pioggia adesso. Chissà Tessa come sarà felice quando mi vedrà tornare. E’ una ragazza in gamba, se la sarà cavata benissimo nei campi . I campi non conoscono riposo.Anche questa stagione è stata misera ma a Lord Gloucester non importa. Lui manda i suoi sgherri a cavallo a riscuotere , e se noi crepiamo di fame per lui è lo stesso! Figli, sì dobbiamo fare figli. Sono l’unica ricchezza che possiamo avere. Braccia per i campi.Schifosissimo freddo! Ma quando finisce questa foresta? Non vorrei incontrare qualche lupo, magari di quelli a due zampe. Con quelli non hai scampo. Ti tagliano la gola e ti spogliano di tutto. Almeno avessi un arco. Un arco… per farne cosa poi… Non sono mai stato un grande arciere, anzi direi proprio uno schifo. Ma almeno sono veloce a correre. Certo è che, in mezzo a questo fango, non avrei molte possibilità di fuga… Meglio non pensarci troppo, se no mi metto paura da solo. Speriamo che Tessa abbia preparato una bella zuppa calda, ho una fame da lupi. Lupi…? Oh mio Dio… Questi sono ululati! Lupi! No… non adesso che sono quasi a casa. Corri Ed! Corri per la miseria! Ma quando finisce questa maledetta foresta… Dio, aiutami, ti prego... Non ce la faccio più… Non ora, non è giusto… non adesso, dopo tutta la fatica che ho fatto… Dio, aiutami!La grande quercia! Eccola, laggiù, sono salvo… Corri Edward, corri…Cielo, mi scoppia il cuore…Ecco Tessa!“Tessa, Tessa!!!”“Ed! Ed!... Che succede? Riprendi fiato, correvi come un pazzo!”“Lupi… i lupi!”“Madonna santissima! I lupi? Ma stai bene, ti hanno aggredito?”“No Tessa, no… Li ho fottuti, hahahah… li ho fottuti! Fammi prendere fiato...”“Si, riprenditi, sdraiati qui, respira. Ecco, così… Ma Ed, dimmi… è andato tutto bene? Ci sei riuscito?”“Sì, Tessa, sì, ce l’ho fatta! Ho la placca col sigillo reale! Eccola qui”“Oh, Ed, sono così felice. Ora potremo avere un figlio finalmente.”“Guarda qui… guarda… la vedi? Fammi alzare, la voglio appendere subito.”“ Guarda Tessa. Ecco fatto. Che ne dici? Ora siamo nella legge! E stasera…”“Sì Ed. Stasera… Ma dimmi, che cosa c’è scritto sopra?”“ Quando il messo del Re me lo ha consegnato mi ha detto che c’è scritto: Fornication U nder C onsent of the K ing! Il Re ci ha rilasciato il permesso di fare l’amore!”“Edward, è meraviglioso! Ora possiamo avere figli e sperare . Viva il re!”

(In epoche lontane in inghilterra solo col permesso del Re si potevano avere figli. Si doveva avere una placca da mettere sulla porta di casa con sopra scritto "Fornication Under Consent of the King" e dal suo acronimo F.U.C.K. è nato il verbo "to fuck" con il chiaro riferimento all'atto sessuale.)

30 novembre 2006

Piove dentro


Scendi lucida dentro me,
sei buccia di mela,
liscio ricordo,
strada polverosa.

In ogni momento.

Ancora qui,

la voce della speranza,

che si sdraia sulla piazza,

avvolta in un foglio di giornale.

Nei tuoi occhi,

i colori

hanno lasciato un nome.

Ho trovato

un vetro appannato

dove scrivere

una canzone per te.
















27 novembre 2006

Ad occhi chiusi

(foto di Monia Guerri)



Le vite maledette che raccolgo intorno a me,
con i loro racconti di fasti lontani,
le loro nuove cadute,
i volontari abbandoni della vita;
luci passate che illuminano un buio presente,
parole che indugiano sulle loro miserie,
accarezzando di nascosto
le loro code di paglia.
Ma cosa vuole da me,
questa luce lontana,
indefinibile?
So chiudere gli occhi,
pensare a nuovi angoli,
languire nelle coltri di abbandoni.
E’ stato solo un attimo,
e mi hai chiesto di morire.

25 novembre 2006

ISTRICI (quasi un racconto)


Ho passato infinità di giorni
stringendo al petto ricordi,
pensieri che facevano male
E' stato come abbracciare un istrice,
che conficcava i suoi aculei nella mia carne.
Nemmeno farsi altro male
serve in quei momenti;
servirebbe morire,
senza scegliere,
dissolvendosi come un soffio di vapore.
Il cielo è sempre li
che ti racconta di una scelta,
di una unica possibilità.
Tutto ciò che hai
è più di ciò che non conosci.
"L'essere è."
Può anche bastare.
Un profumo vago del passato
assalirà sempre le narici,
aggredirà i pensieri e spaccherà
il cranio in mille pezzi.
Stupido uomo che pensa.

20 novembre 2006

CANZONI E RICORDI


Ritorno da te,
senza corpo,
l'istinto mi guida.
Passi attraverso porte chiuse,
ectoplasma che non conosce esorcismi.
Non ascolto più canzoni
che sono nell'anima,
ferme ad un semaforo,
sotto il sole,
dentro occhi lucidi,
in un giorno d'estate.

18 novembre 2006

AAA CERCASI

( Foto di Monia Guerri)


Oggi ho smarrito il sorriso.
Chiunque lo ritrovasse è pregato di riportarmelo.
Lo potrete riconoscere perchè è solo
e piange.
Non spaventatelo,
potrebbe sparire per sempre.
Ci terrei molto a riaverlo
quindi sono disposto
a elargire una lauta mancia
a chiunque me lo riportasse: un sorriso non ha prezzo.
Accetto anche le bugie pur di riaverlo.
Astenersi perditempo.
Spero di esserne ancora capace.
Spero di essere.

15 novembre 2006

Le donne che amano (sottotitoli)



Cammino rasente i muri,
come un lupo in città,
nascondendo il famelico
desiderio di te.
Quali mani adesso,
ti frugano dentro,
tra le eburnee gambe,
dove io ho lasciato il mio segno,
dove tu chiedevi di godere.
Cagna calda che dimentica
e si inventa un amore
per donarselo il giorno
del suo compleanno.

11 novembre 2006

Onde viola


La mia lingua risuona
nella tua bocca di cristallo
che rintocca il piacere tra i denti.
Ha giocato il tempo
le sue carte truccate,
spogliando l’amore
del suo eterno vestito.
Si apre ora vermiglio, affamato
e rorido il tuo sipario ,
per mia brama di vertigine.
E tra morbidi germogli della pelle,
grinfie solerti richiamano suoni,
come lamenti sentiti
dentro corpi lontani,
Ancora onde viola sulla tela,
dentro occhi diversi.
Stringimi forte,
voglio sbagliare ancora.

10 novembre 2006

Quando?

Non basterà mai il tempo.
Sarai qui,
parlando agli altri
che sussurreranno il momento
che avevo in mano.
Avevi promesso.

09 novembre 2006

Puttane



Quali case frequenti,
pensiero bastardo,
per non avere un posto
dove appoggiare le tue ossa?
Le donne mie,
puttane che non pago,
non vendono amore
ma solo delusioni e addii.
Suonano la mia pelle,
le mie emozioni
senza saper leggere
la musica.

08 novembre 2006

CONSUETUDINI




Senza darmi una ragione
attendevo il suo parlare,
ingoiavo in silenzio i domani,
le consuete follie del destino
che tiene il mio tempo nelle sue tasche.
Sadico bisogno di vivere
col dolore sempre a portata di mano,
con l'eco continua di una voce
nel perfido gioco dell'esistenza.

Attimi


Ricordi?
Ipnotique.
Sparisce.
Rimane un nome.
Mi parla di te.

04 novembre 2006

La mia libertà














(Foto di Monia Guerri)


Sono uomo,
della lusinga amante,
che, come fosse musica,
ascolto e dimentico.
E amo la libertà
e il voler essere gatto,
che le unghie si affila sul divano altrui
e mai trova luogo adatto alla sua permanenza.
L'esser con te
non sarà mai l'esser tuo
e l’aver cognizione dell'animo umano
mi trattiene dall'aggregarmi.
Visitare ancor la vita
mi confonde e mi diletta,
ed ora, partoriente e vivo,
senza uffici ed inviti,
saprò prestare il cuore,
che pur sempre avrà battito
per chi ascoltare saprà.

03 novembre 2006

Senza voce


Parlami di come sono morto,
dentro un pensiero,
appena dopo un bacio.
Raccontami dentro quale notte
c'era una luna,
così buia
da non vedere un sorriso.
Ascoltami mentre ancora respiro
il tuo silenzioso amore,
che abbatte muri e chiude porte.
Avevo le canzoni più belle,
le speranze più forti,
le mani più morbide,
le notti più lunghe,
ma non sono riuscito
a fermare il tuo nome.

02 novembre 2006

RUMORI DI FONDO

Ho lasciato viaggi incompiuti
dentro stanze coi numeri
ma non sono arrivato a te,
che sei dimentica di promesse
e caldi sapori.

Ho frugato con dolcezza
dentro il tuo corpo,
tra la gente che accanto ci passava,
e dentro letti di neve
dove morbida ti smarrivi
nel sorriso di una foto.

Ti è bastato il tempo di uno sguardo
per misurare la mia inanità
e consacrarmi alla tua indifferenza
che con gaia solerzia,
ti accompagna in nuovi amplessi.

Balla, dentro le ore della notte,
Svuota le tasche dai giorni passati;
rimarrà solo il rumore di fondo
di una piccolo racconto
senza malinconia.