Non capisco se sono stanco o se mi stancano gli altri. Cercare risposte è un gran bel mestiere ma devi avere pronte le giuste domande. Ma, soprattutto, bisogna sapere a chi farle. Voi avete risposte?
Visualizzazioni ultima settimana
26 dicembre 2006
LA SOLITA STORIA
Sputo le parole
dentro al dimenticatoio.
Sei passata con la lingua
sopra la mia pelle,
hai rubato il futuro,
hai scritto la solita parola,
hai pensato alla tua liquida goduria.
Chiedimi almeno cosa sono.
-->
23 dicembre 2006
Vincitori e vinti

Intona il tuo peana,
onora la vittoria con l'oblio,
quando mi troverai,
avvolto nella bandiera
del ricordo.
Ora cerco messaggi
dentro bottiglie
piene di rabbia
e ascolto conchiglie
che piangono il tuo nome.
Ho riempito di silenzio
tutti tuoi sguardi
tutte le mie strade.
Scrivi il mio nome
sull'ultimo albero
del bosco così saprò
se chiamarti
ancora
amore.
15 dicembre 2006
Vetri rotti
12 dicembre 2006
Nel giusto posto
05 dicembre 2006
Le ultime parole
02 dicembre 2006
La placca del re.
Venti miglia di pioggia gelida, fango e pericoli. Ma ci sono riuscito: eccola qui la mia placca con tanto di sigillo. Poche ore ancora e sarò a casa. Londra è una città troppo grande per quelli come me. Ci sono troppi furbi. E anche troppi prepotenti. La miseria invece è uguale dappertutto, in città come in campagna. Forza Edward, allunga il passo, il sole tra poco tramonterà. Nella foresta la notte è troppo pericolosa per percorrerla da soli.Tutta questa storia mi è costata due ghinee, quasi il lavoro di un mese, tre giorni di viaggio e il rischio di farsi derubare dai briganti. Ma adesso ho la mia placca, pronta per essere appesa alla porta. E col sigillo del Re. Al villaggio nessuno sa leggere, e forse nemmeno le guardie che verranno a controllare, ma il sigillo del Re, quello, tutti lo conoscono! Ci mancava anche la pioggia adesso. Chissà Tessa come sarà felice quando mi vedrà tornare. E’ una ragazza in gamba, se la sarà cavata benissimo nei campi . I campi non conoscono riposo.Anche questa stagione è stata misera ma a Lord Gloucester non importa. Lui manda i suoi sgherri a cavallo a riscuotere , e se noi crepiamo di fame per lui è lo stesso! Figli, sì dobbiamo fare figli. Sono l’unica ricchezza che possiamo avere. Braccia per i campi.Schifosissimo freddo! Ma quando finisce questa foresta? Non vorrei incontrare qualche lupo, magari di quelli a due zampe. Con quelli non hai scampo. Ti tagliano la gola e ti spogliano di tutto. Almeno avessi un arco. Un arco… per farne cosa poi… Non sono mai stato un grande arciere, anzi direi proprio uno schifo. Ma almeno sono veloce a correre. Certo è che, in mezzo a questo fango, non avrei molte possibilità di fuga… Meglio non pensarci troppo, se no mi metto paura da solo. Speriamo che Tessa abbia preparato una bella zuppa calda, ho una fame da lupi. Lupi…? Oh mio Dio… Questi sono ululati! Lupi! No… non adesso che sono quasi a casa. Corri Ed! Corri per la miseria! Ma quando finisce questa maledetta foresta… Dio, aiutami, ti prego... Non ce la faccio più… Non ora, non è giusto… non adesso, dopo tutta la fatica che ho fatto… Dio, aiutami!La grande quercia! Eccola, laggiù, sono salvo… Corri Edward, corri…Cielo, mi scoppia il cuore…Ecco Tessa!“Tessa, Tessa!!!”“Ed! Ed!... Che succede? Riprendi fiato, correvi come un pazzo!”“Lupi… i lupi!”“Madonna santissima! I lupi? Ma stai bene, ti hanno aggredito?”“No Tessa, no… Li ho fottuti, hahahah… li ho fottuti! Fammi prendere fiato...”“Si, riprenditi, sdraiati qui, respira. Ecco, così… Ma Ed, dimmi… è andato tutto bene? Ci sei riuscito?”“Sì, Tessa, sì, ce l’ho fatta! Ho la placca col sigillo reale! Eccola qui”“Oh, Ed, sono così felice. Ora potremo avere un figlio finalmente.”“Guarda qui… guarda… la vedi? Fammi alzare, la voglio appendere subito.”“ Guarda Tessa. Ecco fatto. Che ne dici? Ora siamo nella legge! E stasera…”“Sì Ed. Stasera… Ma dimmi, che cosa c’è scritto sopra?”“ Quando il messo del Re me lo ha consegnato mi ha detto che c’è scritto: Fornication U nder C onsent of the K ing! Il Re ci ha rilasciato il permesso di fare l’amore!”“Edward, è meraviglioso! Ora possiamo avere figli e sperare . Viva il re!”
(In epoche lontane in inghilterra solo col permesso del Re si potevano avere figli. Si doveva avere una placca da mettere sulla porta di casa con sopra scritto "Fornication Under Consent of the King" e dal suo acronimo F.U.C.K. è nato il verbo "to fuck" con il chiaro riferimento all'atto sessuale.)
(In epoche lontane in inghilterra solo col permesso del Re si potevano avere figli. Si doveva avere una placca da mettere sulla porta di casa con sopra scritto "Fornication Under Consent of the King" e dal suo acronimo F.U.C.K. è nato il verbo "to fuck" con il chiaro riferimento all'atto sessuale.)
30 novembre 2006
Piove dentro
27 novembre 2006
Ad occhi chiusi

Le vite maledette che raccolgo intorno a me,
con i loro racconti di fasti lontani,
le loro nuove cadute,
i volontari abbandoni della vita;
luci passate che illuminano un buio presente,
parole che indugiano sulle loro miserie,
accarezzando di nascosto
le loro code di paglia.
Ma cosa vuole da me,
questa luce lontana,
indefinibile?
So chiudere gli occhi,
pensare a nuovi angoli,
languire nelle coltri di abbandoni.
E’ stato solo un attimo,
e mi hai chiesto di morire.
25 novembre 2006
ISTRICI (quasi un racconto)

Ho passato infinità di giorni
stringendo al petto ricordi,
pensieri che facevano male
E' stato come abbracciare un istrice,
che conficcava i suoi aculei nella mia carne.
Nemmeno farsi altro male
serve in quei momenti;
servirebbe morire,
senza scegliere,
dissolvendosi come un soffio di vapore.
Il cielo è sempre li
che ti racconta di una scelta,
di una unica possibilità.
Tutto ciò che hai
è più di ciò che non conosci.
"L'essere è."
Può anche bastare.
Un profumo vago del passato
assalirà sempre le narici,
aggredirà i pensieri e spaccherà
il cranio in mille pezzi.
Stupido uomo che pensa.
stringendo al petto ricordi,
pensieri che facevano male
E' stato come abbracciare un istrice,
che conficcava i suoi aculei nella mia carne.
Nemmeno farsi altro male
serve in quei momenti;
servirebbe morire,
senza scegliere,
dissolvendosi come un soffio di vapore.
Il cielo è sempre li
che ti racconta di una scelta,
di una unica possibilità.
Tutto ciò che hai
è più di ciò che non conosci.
"L'essere è."
Può anche bastare.
Un profumo vago del passato
assalirà sempre le narici,
aggredirà i pensieri e spaccherà
il cranio in mille pezzi.
Stupido uomo che pensa.
20 novembre 2006
CANZONI E RICORDI
18 novembre 2006
AAA CERCASI

Oggi ho smarrito il sorriso.
Chiunque lo ritrovasse è pregato di riportarmelo.
Lo potrete riconoscere perchè è solo
e piange.
Non spaventatelo,
Non spaventatelo,
potrebbe sparire per sempre.
Ci terrei molto a riaverlo
Ci terrei molto a riaverlo
quindi sono disposto
a elargire una lauta mancia
a chiunque me lo riportasse: un sorriso non ha prezzo.
Accetto anche le bugie pur di riaverlo.
Astenersi perditempo.
Spero di esserne ancora capace.
Spero di essere.
a elargire una lauta mancia
a chiunque me lo riportasse: un sorriso non ha prezzo.
Accetto anche le bugie pur di riaverlo.
Astenersi perditempo.
Spero di esserne ancora capace.
Spero di essere.
15 novembre 2006
Le donne che amano (sottotitoli)
11 novembre 2006
Onde viola

La mia lingua risuona
nella tua bocca di cristallo
che rintocca il piacere tra i denti.
Ha giocato il tempo
le sue carte truccate,
spogliando l’amore
del suo eterno vestito.
Si apre ora vermiglio, affamato
e rorido il tuo sipario ,
per mia brama di vertigine.
E tra morbidi germogli della pelle,
grinfie solerti richiamano suoni,
come lamenti sentiti
dentro corpi lontani,
Ancora onde viola sulla tela,
dentro occhi diversi.
Stringimi forte,
voglio sbagliare ancora.
10 novembre 2006
Quando?
Non basterà mai il tempo.
Sarai qui,
parlando agli altri
che sussurreranno il momento
che avevo in mano.
Avevi promesso.
Sarai qui,
parlando agli altri
che sussurreranno il momento
che avevo in mano.
Avevi promesso.
09 novembre 2006
Puttane
08 novembre 2006
CONSUETUDINI
04 novembre 2006
La mia libertà

(Foto di Monia Guerri)
Sono uomo,
della lusinga amante,
che, come fosse musica,
ascolto e dimentico.
E amo la libertà
e il voler essere gatto,
che le unghie si affila sul divano altrui
e mai trova luogo adatto alla sua permanenza.
L'esser con te
non sarà mai l'esser tuo
e l’aver cognizione dell'animo umano
mi trattiene dall'aggregarmi.
Visitare ancor la vita
mi confonde e mi diletta,
ed ora, partoriente e vivo,
senza uffici ed inviti,
saprò prestare il cuore,
che pur sempre avrà battito
per chi ascoltare saprà.
03 novembre 2006
Senza voce

Parlami di come sono morto,
dentro un pensiero,
appena dopo un bacio.
Raccontami dentro quale notte
c'era una luna,
così buia
da non vedere un sorriso.Ascoltami mentre ancora respiro
il tuo silenzioso amore,
che abbatte muri e chiude porte.
Avevo le canzoni più belle,
le speranze più forti,
le mani più morbide,
le notti più lunghe,
ma non sono riuscito
a fermare il tuo nome.
02 novembre 2006
RUMORI DI FONDO
Ho lasciato viaggi incompiuti
dentro stanze coi numeri
ma non sono arrivato a te,
che sei dimentica di promesse
e caldi sapori.
Ho frugato con dolcezza
dentro il tuo corpo,
tra la gente che accanto ci passava,
e dentro letti di neve
dove morbida ti smarrivi
nel sorriso di una foto.
Ti è bastato il tempo di uno sguardo
per misurare la mia inanità
e consacrarmi alla tua indifferenza
che con gaia solerzia,
ti accompagna in nuovi amplessi.
Balla, dentro le ore della notte,
Svuota le tasche dai giorni passati;
rimarrà solo il rumore di fondo
di una piccolo racconto
senza malinconia.
dentro stanze coi numeri
ma non sono arrivato a te,
che sei dimentica di promesse
e caldi sapori.
Ho frugato con dolcezza
dentro il tuo corpo,
tra la gente che accanto ci passava,
e dentro letti di neve
dove morbida ti smarrivi
nel sorriso di una foto.
Ti è bastato il tempo di uno sguardo
per misurare la mia inanità
e consacrarmi alla tua indifferenza
che con gaia solerzia,
ti accompagna in nuovi amplessi.
Balla, dentro le ore della notte,
Svuota le tasche dai giorni passati;
rimarrà solo il rumore di fondo
di una piccolo racconto
senza malinconia.
31 ottobre 2006
Dentro ai tuoi occhi.

25 ottobre 2006
Davanti a te.
19 ottobre 2006
Tanti auguri
Oggi la vita era cosi leggera nelle mie tasche,
che avrebbe potuto volare via
senza ch’io me ne accorgessi.
Non ho posato che un piccolo pensiero
sopra il dolore,
e non ho lasciato nessun
sorriso in portineria per te:
ho chiuso gli occhi sognando
di essere un albero
che aveva come unico amico
un piccolo cane bastardo,
che ogni giorno,
passando, di lì,
alzava la zampa
e mi scaldava le radici.
Della sua inconsapevole presenza
lasciava qualcosa di se.
C'è chi non ha saputo
nemmeno lasciare
l'odio dentro me.
che avrebbe potuto volare via
senza ch’io me ne accorgessi.
Non ho posato che un piccolo pensiero
sopra il dolore,
e non ho lasciato nessun
sorriso in portineria per te:
ho chiuso gli occhi sognando
di essere un albero
che aveva come unico amico
un piccolo cane bastardo,
che ogni giorno,
passando, di lì,
alzava la zampa
e mi scaldava le radici.
Della sua inconsapevole presenza
lasciava qualcosa di se.
C'è chi non ha saputo
nemmeno lasciare
l'odio dentro me.
17 ottobre 2006
Nelle notti.
13 ottobre 2006
Regalami un giorno.

Cosa hai lasciato
sull'ultimo pensiero
del giorno?
Quel piccolo dolore che ignoriamo
senza riuscire a dargli un nome.
Sei la via di fuga
della mia tristezza.
Hai tutto di me,
anche i pensieri della domenica
che ho raccolto per strada
per credere che siano l'ultima gioia.
E tu non parlare con la morte;
io non avrò la tua folle rinuncia.
12 ottobre 2006
Piccola danza

Piccola danza
e una voce maiuscola
canta voci a venire.
Belle mani,
dentro corpi inventati,
frugano la fantasia,
strappano dal muro
le parole che ho atteso.
Piccola danza,
intorno al tuo morbido respiro
che ha saputo aspettare.
Hai suonato la notte
sulla settima nota
e il conto è tornato.
Ed ora entri piano col tuo desiderio
dentro il mio.
Forse non è mai tardi.
10 ottobre 2006
L'eroe distratto

Sono un eroe distratto,
che non conosce le virtù,
che perde i pezzi nell'atrio del portone,
le chiavi di casa delle amanti,
e le certezze e i dolori.
Ma tu,
ama il mio tacere e sorridi
se inciampo dentro il tuo cuore
Ho perduto battaglie
perchè non sapevo di guerre.
E mi troverai sul ponte di chiodi
che ho comprato per andare via da te,
pronto a passare sulla sponda
di un nuovo amore.
Ma non so vivere
senza la disperazione
e illuminato dalla luna.
Vieni qui,
un passo nella nebbia,
dove si annusa la libertà,
vieni, ho parole anche per te,
e ricordi taglienti,
per scolpire il mio nome
sulle tue ossa.
L'eroe migliore sa come morire
ma ho scordato il perchè.
08 ottobre 2006
Siamo dentro le parole

Ogni piccola lacrima
che raccogliamo nella nostra vita,
ogni piccolo sorriso che incrociamo
e che siamo pronti a dimenticare tra la noia,
ogni giorno di nebbia della nostra vita
che non ci fa vedere dove siamo finiti,
ogni addio che ci lascerà soli dentro i nostri labirinti di perchè,
ogni grande amore che farà esplodere le vene dalla gioia,
tutto questo e tutto ciò che lascia sulla pelle della nostra esistenza
una cicatrice o una carezza
farà delle nostre parole un ricordo,
un racconto nuovo.
E allora leggere dentro le parole di chi ha incrociato i nostri sguardi,
sarà la ricerca di un pezzo di noi,
sarà cercare il dono involontario del nostro esistere.
Forse non siamo mai pronti a vivere
e siamo solo alla ricerca di una domanda da farci nei momenti bui,
per poter piangere e dare un alibi alle lacrime;
la vita fa quel che può
e riusciamo più facilmente ad odiare senza rimorsi
di quanto riusciamo ad amare,
sempre pronti a rinunciare ad una felicità
perchè non si vuole pagare il conto.
E allora via al valzer dell'odio,
della menzogna,
dell'immutabile ipocrisia del piccolo dolore di oggi,
tra scatoloni immensi che si riempiono di ricordi che marciscono nel cuore,
maleodoranti scuse e silenziose rinunce.
Capiterà poi di guardarsi le mani e scoprirle vuote,
e che la mano che cerca la nostra non è quella che volevamo.
Peccato che la vita non abbia una serratura
dalla quale la si possa guardare di nascosto:
forse si riuscirebbe a riderne ogni tanto
e a non prenderla troppo sul serio, se le si vedesse il culo.
Chissà quale sarebbe stato il profumo della nostra felicità.
Un profumo ipnotico,
indimenticabile,
senza futuro per chi non lo vuole.
Non sempre quelli ai quali parliamo ascoltano;
forse sono stanchi,
hanno sonno
o hanno una scusa da regalarci per l'occasione.
Ho imparato a sorridere per non regalare nuove maschere al dolore.
Farò un conto unico alla fine, pagherò tutto insieme.
Speriamo ci sia lo sconto.
Danza nella notte.

Due risate
per chiudere il capitolo.
Due parole con chi crede
al sabato del villaggio
e si beve un'altra notte.
Fuori tempo ,
col fiato corto
a rincorrere applausi
in platee vuote
che nemmeno la fantasia
riempie più,
ed una voce, in fondo alla classe,
continua ancora a dire
"Assente" ,
ma guardo la porta.
La luce è spenta.
Forse ho gli occhi chiusi.
Ma sono tutte bugie.
07 ottobre 2006
05 ottobre 2006
Cercami ancora

Ho paura di questa alcova chiusa
che mi chiede di impazzire
e dove invento la gioia
per sopravvivere a te.
Rubare alle morbide lame
il tuo silente abbandono
è ciò che resta nelle mie tasche,
insieme ai soldi per il caffè
E mi cadono addosso le tue poesie,
dove non trovo più il mio nome;
solo frasi che si rincorrono
e nascondono i miei desideri.
Cercami ancora,
come fossi l'ultimo respiro.
Non avrò un'altra bambola di cera
che si scioglierà tra le mani.
Cresce l'erba dall'asfalto
senza chiedersi il perchè.
Così ,ancora,
ti chiamerò
"amore".
04 ottobre 2006
TITOLI DI CODA
Cicatrici di un giorno qualunque
cancellate dalla vernice,
due giorni ancora
per far svanire l'odore di parole
presto in disuso.
Navi in secca,
fotografie senza cornici,
chiavi appese,
ventilatori che girano,
ancora una volta silenzio.
Tutto è così meravigliosamente tagliente
da sembrare un sorriso.
cancellate dalla vernice,
due giorni ancora
per far svanire l'odore di parole
presto in disuso.
Navi in secca,
fotografie senza cornici,
chiavi appese,
ventilatori che girano,
ancora una volta silenzio.
Tutto è così meravigliosamente tagliente
da sembrare un sorriso.
02 ottobre 2006
LA MIA NOTTE NEL CUORE

Dove si dissimula la giustezza del pensiero,
lì è la mia agognata meta.
Non vedo in me luce
che occhio d’uomo possa vedere
e mi lascio guidare da sentimenti oscuri
che portano la mano
a lasciar tracce del mio pensiero.
E repentino,
muto d'avviso del gesto compiuto,
che il tacere è tardivo,
indugiando sulla carta,
lasciando tratto e memoria.
Il seminare consegue raccolta,
ma qual contadino son io
che nessun frutto carpisce?
Il mio verbo schiaffeggia la cosa comune
e il quotidiano sentire,
ma non alberga in me nascosto genio,
né straordinarietà alcuna,
se non quella di saper sorridere ancora,
dell’amare il mio passo che salta
tra un dolore e l'altro
di questo mondo di sale.
E tra antichi richiami
il tempo passa
tra ludiche esposizioni di code di pavone
e orchestrali sordi
guidati da satrapi davanti a spartiti vuoti.
E allora leggo e mordo,
col gusto di assistere
al loro tramonto.
27 settembre 2006
Corpi di vetro

Mani smarrite
dentro sguardi glauchi.
Amo i capelli di Ecate,
che gelida respira,
chiude gli occhi
e vorrebbe dormire.
Miserabile tempo
che non vuol più condividere.
Vie di ferro che disperdono
quegli occhi di lupa,
ora asciutti e lontani.
Tasti e sillabe non contano più
e non importa il suono
quando il silenzio
non parla più con me
del mio amore.
Ha attraversato
senza un sospiro
il mio corpo di vetro
masticando con grazia
l'ultima illusione.
Ed ora il silenzio non ha più occhi.
21 settembre 2006
IL NOME DELL'AMORE (delirio in un atto)

La sentiva sempre dentro se
e le parlava
di come avrebbe voluto sentire
le parole scorrere
sulla pelle
come una lingua
che lecca il velluto,
il suo nome si fermava
in gola
e per ore restava li,
e lo strozzava,
chiudeva le mani,
stringeva i pugni
fino a farli diventare bianchi.
"Il nome, il nome, dimmi il nome dell'amore".
E lo scelse.
Il nome dell'amore
era scritto sulla lama di una sciabola
sulla punta di un proiettile
sulle mani di un boia.
Lei spariva e di colpo il giorno.
Un sole velenoso
aveva fatto il giro del mondo
e non aveva nessun dubbio.
E ancora semino parole.
19 settembre 2006
DESERTO SENZA NOME

Dove troverò un deserto
senza il tuo nome,
le parole che amo,
i silenzi che conosco,
i desideri affogati nel sale.
Ancora qui, tra mille nomi
ritrovo il tuo.
E non servono argivi scudi
né armature d'oro
dove tra il fulgore del verbo
nascondo la mia inconsolabile
mestizia.
La mia bocca ora affonda
in turgidi umori
dove il buio
sarà mio alleato
e tra carni e sussurri
cercherò il nuovo oblio.
18 settembre 2006
Categoria vivere: sorrisi.
Categoria difficile. Categoria alla quale tutti aderiscono. Molti rinunciano anzitempo. Volenti o nolenti si prende parte al carnevale della vita. E allora, tanto vale provare.
E ci si impegna, con voglia e speranza. Sorridendo all'umanità. Un sorriso che ti costringi a trasformare in una maschera. Che importa. Il sorriso è come la peste: contagioso.
E inizia cosi la tua avventura! Poche cose da portare sulla schiena ma un immenso bagaglio dentro te. Ti sei sempre detto che quello che hai dentro nessuno te lo potrà mai portare via. Nemmeno se ti portassero via tutto. La vera ricchezza è dentro di te.
Poi incontri altri sorrisi. Quei sorrisi che ti lasciano credere. Quei sorrisi che cominciano a rubarti piccoli pezzi di te. Piccoli pezzi dentro di te.
E così cominci a sentire che qualcosa ti è stato portato via.
Ma tu sorridi. E loro sorridono. Sorridono con te? O di te? Tu sei tranquillo. Vuoi essere tranquillo. Devi essere tranquillo. Non puoi credere di non essere tranquillo, perchè loro sorridono. Vedi i loro denti.
Ma sono sorrisi? I loro denti sono aguzzi. Mordono i tuoi sogni, dilaniano le tue emozioni, sbranano i tuoi progetti. Sono sorrisi?
Quando cominci a pensare con troppe domande cominci a convivere con troppi dolori. Sono sorrisi?
Sei sempre più povero. I denti... Non sono sorrisi. Le risposte cominciano ad arrivare. Non sono sorrisi... Mostrano i denti. Sono vampiri.
Mi avevano scambiato per uno di loro: tu sorridi, loro mostrano i denti. E masticano ogni cosa che trovavano dentro di te. Non sono sorrisi.
Ora fanno male. Prima non li sentivi. Perchè? Solo ora fanno male. Hanno mangiato tutto dentro di te. Anche la morfina dell'amore. Ora stai male. Ora il dolore ti pulsa alle tempie.
E una mattina ti alzi ... e ti guardi allo specchio. Guardi ancora. Il sangue ti gela nelle vene. Guardi ancora. Quello non è più un sorriso. Sono solo denti. Aguzzi denti pronti a mordere.
Ora non hai più nulla. Ora non hai più voglia. Ora sei solo.
E loro, adesso, ridono davvero.
E ci si impegna, con voglia e speranza. Sorridendo all'umanità. Un sorriso che ti costringi a trasformare in una maschera. Che importa. Il sorriso è come la peste: contagioso.
E inizia cosi la tua avventura! Poche cose da portare sulla schiena ma un immenso bagaglio dentro te. Ti sei sempre detto che quello che hai dentro nessuno te lo potrà mai portare via. Nemmeno se ti portassero via tutto. La vera ricchezza è dentro di te.
Poi incontri altri sorrisi. Quei sorrisi che ti lasciano credere. Quei sorrisi che cominciano a rubarti piccoli pezzi di te. Piccoli pezzi dentro di te.
E così cominci a sentire che qualcosa ti è stato portato via.
Ma tu sorridi. E loro sorridono. Sorridono con te? O di te? Tu sei tranquillo. Vuoi essere tranquillo. Devi essere tranquillo. Non puoi credere di non essere tranquillo, perchè loro sorridono. Vedi i loro denti.
Ma sono sorrisi? I loro denti sono aguzzi. Mordono i tuoi sogni, dilaniano le tue emozioni, sbranano i tuoi progetti. Sono sorrisi?
Quando cominci a pensare con troppe domande cominci a convivere con troppi dolori. Sono sorrisi?
Sei sempre più povero. I denti... Non sono sorrisi. Le risposte cominciano ad arrivare. Non sono sorrisi... Mostrano i denti. Sono vampiri.
Mi avevano scambiato per uno di loro: tu sorridi, loro mostrano i denti. E masticano ogni cosa che trovavano dentro di te. Non sono sorrisi.
Ora fanno male. Prima non li sentivi. Perchè? Solo ora fanno male. Hanno mangiato tutto dentro di te. Anche la morfina dell'amore. Ora stai male. Ora il dolore ti pulsa alle tempie.
E una mattina ti alzi ... e ti guardi allo specchio. Guardi ancora. Il sangue ti gela nelle vene. Guardi ancora. Quello non è più un sorriso. Sono solo denti. Aguzzi denti pronti a mordere.
Ora non hai più nulla. Ora non hai più voglia. Ora sei solo.
E loro, adesso, ridono davvero.
15 settembre 2006
Occhi nuovi
Racconto di morte

Nausea calda
nello stomaco che spinge sul cuore
Non parlo e gli altri già sanno.
Parlo e gli altri non capiscono.
Parole, le mie che non suonano mai bene.
Zitto... zitto,
non parlare più.
Nemmeno lo scemo del villaggio
ha parole per te
Esiste una gomma per cancellare la vita?
Su quale foglio l'ho scritta?
Silenzio.
Le parole non sono per te,
Il nero è il colore che aspetto
Non ho più bisogno di amare
13 settembre 2006
La Casa Rosa
Una casa rosa,
La radio parla ancora
con la voce di chi morirà.
Volo radente,
il rombo della fine non chiede perché.
Un pensiero alla sua gente,
un'ultima promessa di libertà.
Sorrisi a stelle e strisce
dentro stadi pieni di paura.
Figli perduti, da tutti ignorati,
in quell'undici settembre
che nessuno più ricorda .
11 settembre 2006
Cenere e vita

Notti di muti ricordi
tra afrori tagliati
con lingue avide
Le mie levigate speranze
si spengono sugli sguardi
con l’amore che sussurra il suo canto
dentro mani pietose,
tra colonnati brillanti
dove stanche braccia
si inerpicano
sopra torri cieche.
Tu sei acqua morbida
che appaga la mia sete
di vendetta.
Così, da te,
mi lascerò amare
e ancora travolgere.
07 settembre 2006
Dipinto in bianco e nero
Le palpebre sbattono
L’immagine cambia
Non correrò mai più
Rimasti indietro i giorni usati
Fardelli di luce (troppo leggeri)
Angoli troppo bui
Dove trovare ragioni
La porta si apre
La sedia che aspetta
Vedere mi basta
Il paradiso poche ore
L'inferno per sempre
Vicini con le parole
Vicini con il respiro
Non chiudermi gli occhi
Tracce d'’inchiostro
Cantano per me
Come abbracciare il mondo?
Aria gelida ultime parole
Seguo le luci
Mi allontano
Pochi squilli ancora parole
Le ultime son poche
Un'altra pagina scritta
Leggila ancora
Per me
L’immagine cambia
Non correrò mai più
Rimasti indietro i giorni usati
Fardelli di luce (troppo leggeri)
Angoli troppo bui
Dove trovare ragioni
La porta si apre
La sedia che aspetta
Vedere mi basta
Il paradiso poche ore
L'inferno per sempre
Vicini con le parole
Vicini con il respiro
Non chiudermi gli occhi
Tracce d'’inchiostro
Cantano per me
Come abbracciare il mondo?
Aria gelida ultime parole
Seguo le luci
Mi allontano
Pochi squilli ancora parole
Le ultime son poche
Un'altra pagina scritta
Leggila ancora
Per me
04 settembre 2006
03 settembre 2006
RITROVANDO IL RESPIRO

Sai leggere così distante negli anni,
ascolti parole
che sembrano nuova vita ,
allontani lo sguardo
per non avere paura
di essere amata.
Chiudi le tue labbra
per non chiedere indietro
il dono di ieri.
Cammino leggero
sopra pensieri
che sola percorrerai,
ritrovando il respiro.
Nessun nome é solo un nome
Nessun viso é solo un viso
Nessun amore é solo un amore
Non cercarmi in basso a destra,
non sono un busta nell’aria
se cerchi solo lì
forse non è me che cerchi
Con uno sguardo vivrò
con uno sguardo morirò.
Odiami adesso,
non aspettare i miei occhi
per parlare all’amore.
02 settembre 2006
Un giorno.
Di che cosa dovrei parlarti? Della mia serena e tranquilla vita in questa società deforme?
O dovrei sorriderti, tutto il giorno, come un ebete, perchè tu hai bisogno di sapere che mi rendi felice?
"Pronto..? Sì, sto bene, grazie. E tu? ..Ah, si, bene... Mi fa piacere.... Allora divertiti." ... e fottiti!
Dove cazzo sta l'interruttore per spegnere questo strazio! Via, via...
Ti telefono. Non ci sei. Mi telefoni. Ci sei...
Hai almeno idea di cosa vuoi fare con me? Ma hai una merdossissima idea di quanto cazzo sai fare male, tu?
Arrivo! Dai, su, arrivo! Non sei contenta? Si dimmi..
"No, stai a casa, ho cambiato idea... mi serve una scusa.... Hai una scusa da prestarmi?... Finite? Eh beh... Pazienza. Sì, perche senza scuse non ho alibi per il mio ego! Eh sì, abbi pazienza, lo sai come sono: comincio a farmi domande, non trovo risposte e di te me ne sbatto un pò le palle."
Ma, io... ecco..
"Io cosa? Io cosa? Cazzo conti tu? Io conto! Tu fai che cazzo vuoi! ... mi frega assai di te.
Qui, se c'è qualcuno che sta male, quella sono io, bello mio! Te saludo! " ... Che stronza!
Sorrido?
Si... Stasera voglio dimenticare!
"... Pronto? ... Stasera che fai? ... Te l'ho detto che ti avrei chiamata presto, no?
Sì, sì... ma... ora quelle cazzate me le sono fatte passare... Sììì... non opporrò resistenza, sciocchina! Va bene, ti passo a prendere io... Sarà una notte dedicata alla memoria: tu per ricordarla. Io per dimenticarla.... Cosa? No... niente... Non importa... una delle mie solite battutine incomprensibili. Tu ridi e basta. Ciao gioia. A dopo."
Buona Notte.
O dovrei sorriderti, tutto il giorno, come un ebete, perchè tu hai bisogno di sapere che mi rendi felice?
"Pronto..? Sì, sto bene, grazie. E tu? ..Ah, si, bene... Mi fa piacere.... Allora divertiti." ... e fottiti!
Dove cazzo sta l'interruttore per spegnere questo strazio! Via, via...
Ti telefono. Non ci sei. Mi telefoni. Ci sei...
Hai almeno idea di cosa vuoi fare con me? Ma hai una merdossissima idea di quanto cazzo sai fare male, tu?
Arrivo! Dai, su, arrivo! Non sei contenta? Si dimmi..
"No, stai a casa, ho cambiato idea... mi serve una scusa.... Hai una scusa da prestarmi?... Finite? Eh beh... Pazienza. Sì, perche senza scuse non ho alibi per il mio ego! Eh sì, abbi pazienza, lo sai come sono: comincio a farmi domande, non trovo risposte e di te me ne sbatto un pò le palle."
Ma, io... ecco..
"Io cosa? Io cosa? Cazzo conti tu? Io conto! Tu fai che cazzo vuoi! ... mi frega assai di te.
Qui, se c'è qualcuno che sta male, quella sono io, bello mio! Te saludo! " ... Che stronza!
Sorrido?
Si... Stasera voglio dimenticare!
"... Pronto? ... Stasera che fai? ... Te l'ho detto che ti avrei chiamata presto, no?
Sì, sì... ma... ora quelle cazzate me le sono fatte passare... Sììì... non opporrò resistenza, sciocchina! Va bene, ti passo a prendere io... Sarà una notte dedicata alla memoria: tu per ricordarla. Io per dimenticarla.... Cosa? No... niente... Non importa... una delle mie solite battutine incomprensibili. Tu ridi e basta. Ciao gioia. A dopo."
Buona Notte.
30 agosto 2006
Un sole caldo
Un respiro,
due respiri,
tre respiri...
L'aria entra
nelle narici,
si butta giù,
per la gola,
e poi ancora,
a capofitto nei polmoni.
Pausa.
Il sole caldo.
Ho rischiato di essere incantato
dal suono della mia voce
da un respiro nuovo
Imparo a guardare i tuoi movimenti.
Spero di non sbagliare.
Non . . . voglio rubare libertà.
Non pensare.
Non pensare.
"Non devi avere paura di me"
Oggi.
Domani non lo so.
due respiri,
tre respiri...
L'aria entra
nelle narici,
si butta giù,
per la gola,
e poi ancora,
a capofitto nei polmoni.
Pausa.
Il sole caldo.
Ho rischiato di essere incantato
dal suono della mia voce
da un respiro nuovo
Imparo a guardare i tuoi movimenti.
Spero di non sbagliare.
Non . . . voglio rubare libertà.
Non pensare.
Non pensare.
"Non devi avere paura di me"
Oggi.
Domani non lo so.
28 agosto 2006
Un altro mondo
Le luci sono spente.
Mi piace venire qui quando non c'è nessuno. Cammino piano e ascolto il rumore dei miei passi sul legno. Queste assi mi parlano. Mi dicono cose che mi piace ascoltare; miliardi di parole che si avvicinano e che aspettano il loro momento. Chiudo gli occhi e le parole entrano in me. Sogno con loro, mi danno una nuova vita, mi regalano un'altra avventura. E sono naufrago su un'isola , sono Principe di Danimarca, sono poeta spadaccino, sono diavolo sull'altalena, sono un veneziano geloso.
Non sento il caldo, non sento il freddo, la bocca è asciutta, il cuore danza nel petto, e loro, le parole, che si mettono in fila per uscire, una dietro l'altra, con un ordine preciso, con il giusto tono, con la giusta intenzione. E schizzano fuori dalla bocca, entrano in sala, si aggirano tra le file e si appoggiano sui ricordi, aprono porte antiche, trovano lacrime nascoste, rubano risate alla tristezza, ricordano gesti famigliari, ti trascinano in un altro mondo.
Riapro gli occhi. Le parole continuano a girare, in me. Domani saranno qui ad aspettarmi. Domani, quando da dietro il tendone del sipario sentirò le voci degli spietati sognatori, che con un biglietto comprano un viaggio e un po' della mia vita.
E' tardi, esco dall'uscita di sicurezza. Lascio dentro applausi e lacrime, risate e emozioni.
E respiro l'aria del mondo. Qui fuori bisogna essere solo bravi ad improvvisare, il resto è un caso.
M e r d a, t a n t a m e r d a!
Mi piace venire qui quando non c'è nessuno. Cammino piano e ascolto il rumore dei miei passi sul legno. Queste assi mi parlano. Mi dicono cose che mi piace ascoltare; miliardi di parole che si avvicinano e che aspettano il loro momento. Chiudo gli occhi e le parole entrano in me. Sogno con loro, mi danno una nuova vita, mi regalano un'altra avventura. E sono naufrago su un'isola , sono Principe di Danimarca, sono poeta spadaccino, sono diavolo sull'altalena, sono un veneziano geloso.
Non sento il caldo, non sento il freddo, la bocca è asciutta, il cuore danza nel petto, e loro, le parole, che si mettono in fila per uscire, una dietro l'altra, con un ordine preciso, con il giusto tono, con la giusta intenzione. E schizzano fuori dalla bocca, entrano in sala, si aggirano tra le file e si appoggiano sui ricordi, aprono porte antiche, trovano lacrime nascoste, rubano risate alla tristezza, ricordano gesti famigliari, ti trascinano in un altro mondo.
Riapro gli occhi. Le parole continuano a girare, in me. Domani saranno qui ad aspettarmi. Domani, quando da dietro il tendone del sipario sentirò le voci degli spietati sognatori, che con un biglietto comprano un viaggio e un po' della mia vita.
E' tardi, esco dall'uscita di sicurezza. Lascio dentro applausi e lacrime, risate e emozioni.
E respiro l'aria del mondo. Qui fuori bisogna essere solo bravi ad improvvisare, il resto è un caso.
M e r d a, t a n t a m e r d a!
27 agosto 2006
Per non pensarci più
26 agosto 2006
Fino a domani

Soffice,
lezioso,
il sapore amaro del silenzio
scende
con la saliva calda,
accogliente ragnatela,
nella gola
tra foto dai colori
sbiaditi troppo presto
che si sciolgono dentro te,
dove hai trovato notti più lunghe
per masticare il mio nome.
Non manca mai
nessuno all'appello
nell'agorà dove parlo sempre solo,
di come muore l'amore.
23 agosto 2006
Mi capita
Mi capita
di implorare la stupidità,
che è forse di me già padrona,
per non dover cercare
l'immortalità,
vivendo una vita fuori dall'uomo
e senza certezza alcuna
della felicità futura.
Ho negli occhi il sole che sorge
e che scalda il mio orizzonte
e di questo voglio godere ,
perché conosco
anche il tramonto.
-->
20 agosto 2006
DO UT DES

Cerchiamo di ridere.
Ridiamo.
Sono gocce nel mare,
spiccioli per comprare il mondo.
Avevo letto le tue lacrime.
Erano piccole onde lucide.
Spontanea.
Senza domande.
Viva intelligenza che non sovrasta,
non invade.
Non vorrei cercare nessuno,
nemmeno te.
Non voglio avere bisogno di nessuno,
ma ci sei,
non chiedi nulla.
Un po' di compagnia,
un po' di parole,
un po' di verità,
un po' di vanità.
Do ut des.
Spero di avere buona memoria.
Spero tu abbia buona memoria,
buone parole.
Scrivimi,
non so leggere.
Un giorno,
due giorni,
tre giorni...
Non mi serve nessuno.
Un giorno,
due giorni,
tre giorni...
non aspetto nessuno.
Un giorno,
due giorni,
tre giorni...
Ciao! Tutto bene?
Un giorno,
due giorni,
tre giorni...
Ci facciamo sempre belle risate.
Sempre in viaggio.
Dai,
vieni,
qui c'è il mare.
Buona notte a te malakim.
-->
18 agosto 2006
Il freddo
Mi hanno lasciato fuori
Quella voce me lo ha detto
Siamo,
ed io non c'ero.
Troppo tardi per esserci
Lasciato solo a vivere
Avanti,
fammi un sorriso
Se costa qualcosa lo voglio pagare
I regali non son più di moda
Ho il fiato corto per i ricordi.
Fa freddo in ogni sogno
Hanno perso gli orologi
Non ho più lampadine.
Quella voce me lo ha detto
Siamo,
ed io non c'ero.
Troppo tardi per esserci
Lasciato solo a vivere
Avanti,
fammi un sorriso
Se costa qualcosa lo voglio pagare
I regali non son più di moda
Ho il fiato corto per i ricordi.
Fa freddo in ogni sogno
Hanno perso gli orologi
Non ho più lampadine.
15 agosto 2006
Umidità Relativa

Il corpo appiccicoso
non lascia correre la mano sulla pelle.
Umida pelle di pesca.
Ancora, sotto le mani,
per sempre,
ad ogni battito di palpebra.
Il tempo aiuta
chi ha spazio nel cuore
chi sgombera presto la sua vita
chi dall'altra parte della porta
non si gira indietro.
Notte d'estate
una voce che mi parla.
Pelle di pesca sotto la mia mano.
Un pugnale in pieno petto.
E chiudo gli occhi
14 agosto 2006
Se non è amore
Legati a questa terra,
a miserie umane,
a sguardi compiaciuti
e mani sudate.
Il suono della propria eco
come unica voce
del tuo oscuro amore.
Voglio un odio luminoso,
assassino della virtù,
che non smarrisca il suo nome ,
che abbia luce come una supernova,
degno del mio rosso tormento,
del tuo inutile inquisire.
La tua scelta è il mio oblio,
non amare il mio silenzio,
non baciare le mie parole.
Sei perfetta.
Odiami.
-->
a miserie umane,
a sguardi compiaciuti
e mani sudate.
Il suono della propria eco
come unica voce
del tuo oscuro amore.
Voglio un odio luminoso,
assassino della virtù,
che non smarrisca il suo nome ,
che abbia luce come una supernova,
degno del mio rosso tormento,
del tuo inutile inquisire.
La tua scelta è il mio oblio,
non amare il mio silenzio,
non baciare le mie parole.
Sei perfetta.
Odiami.
-->
12 agosto 2006
Armonie e cassetti
Sterili confezioni
Oligarchie sonore
Dominio di esegeti
Preziose assonanze
Esili, tintinnanti dita
Pizzicano con sagacia
Ventri di donne gravide
Quegli occhi, quegli occhi
Cercano lettere nei cassetti,
E quei nomi che non sono più nulla
Quei momenti che non ricordano luoghi
Suonare ancora il violino con graziosi coltelli
Non è questa l’armonia più grande, più leggera, più eccitante?
Oligarchie sonore
Dominio di esegeti
Preziose assonanze
Esili, tintinnanti dita
Pizzicano con sagacia
Ventri di donne gravide
Quegli occhi, quegli occhi
Cercano lettere nei cassetti,
E quei nomi che non sono più nulla
Quei momenti che non ricordano luoghi
Suonare ancora il violino con graziosi coltelli
Non è questa l’armonia più grande, più leggera, più eccitante?
09 agosto 2006
Ripetendo il tuo nome
Ti regalo la leggerezza della mia assenza
Ho appestato le tracce della tua memoria
Utile uomo inutile che declama ricette di cucina
Che vive nei nomi altrui e che brilla con altre vite
Il vagar con te stesso ti rende larva che mai volerà
Ancora strade con viandanti che ti sputano in faccia
Che ti regalano i loro peccati
Che ti chiedono il loro inferno
Che ti usano per non sentirsi soli
Che leggono il tuo nome
Per sapere se puoi morire per loro
Se sai urlare di dolore senza fare rumore
Se sai morire ringraziandoli ancora.
Ora mi siedo qui
Ripetendo il tuo nome
Non ricordo il tuo viso
Ripetendo il tuo nome
Ho appestato le tracce della tua memoria
Utile uomo inutile che declama ricette di cucina
Che vive nei nomi altrui e che brilla con altre vite
Il vagar con te stesso ti rende larva che mai volerà
Ancora strade con viandanti che ti sputano in faccia
Che ti regalano i loro peccati
Che ti chiedono il loro inferno
Che ti usano per non sentirsi soli
Che leggono il tuo nome
Per sapere se puoi morire per loro
Se sai urlare di dolore senza fare rumore
Se sai morire ringraziandoli ancora.
Ora mi siedo qui
Ripetendo il tuo nome
Non ricordo il tuo viso
Ripetendo il tuo nome
07 agosto 2006
Come la sete
Ho voglia di pensare a te.
Come la sete.
Rabbiosa
Necessaria
Pretenziosa
Indispensabile
Sei il punto per ripartire
Non ho voglia di sognare
non voglio inventare nulla
oggi
ho un pensiero da cullare
Mi hai cercato
(non) volevo farmi trovare
impreparato
e senza sorrisi.
Ho sparso le parole per
il foglio
so che troverai
il posto giusto
per ognuna di loro.
Non abbiamo
bisogno di ordine
Ho voglia di pensare a te
Ma "tu" Chi sei?
Come la sete.
Rabbiosa
Necessaria
Pretenziosa
Indispensabile
Sei il punto per ripartire
Non ho voglia di sognare
non voglio inventare nulla
oggi
ho un pensiero da cullare
Mi hai cercato
(non) volevo farmi trovare
impreparato
e senza sorrisi.
Ho sparso le parole per
il foglio
so che troverai
il posto giusto
per ognuna di loro.
Non abbiamo
bisogno di ordine
Ho voglia di pensare a te
Ma "tu" Chi sei?
06 agosto 2006
Rinasco da te
05 agosto 2006
Una notte

Di quali mani ha bisogno
il tuo desiderio,
che mi vuole senza domande,
senza conoscere le ultime
pagine del calendario,
senza ascoltare la nostra camzone?
Non lasciarmi il tuo corpo
se vuoi le mie parole.
Prendo il tuo tempo
per lasciare sul treno
le ultime notizie.
Ti lascio le mie labbra
sul seno
e ascolto il mio sangue.
03 agosto 2006
ERA BELLO IL MIO AMORE

Era bello il mio amore,
profumava il futuro
disperdendo nell'aria
una luce di vita.
Sapeva amare la fatica del viaggio
e non ricordava le lacrime.
Era bello il mio amore
non perdeva mai un giorno di sole
non lasciava mai indietro un sorriso.
Nelle attese ai semafori
lasciava i pensieri a morire per strada
Era bello il mio amore
che cercava nei libri una via per tornare
e riempiva le tasche di appunti segreti
e di notte nel sogno parlava con me.
Era bello il mio amore
Che ha lasciato i suoi sogni sopra fogli di carta
Solo poche parole a ricordare il passaggio
dentro polmoni vuoti per cercare il respiro
che mi lascerà solo.
02 agosto 2006
Un posto per te (921)
Più vicino
Di poco più vicino
Risentire una voce
Penombre di corpi
Strade del piacere
Fuori di qui il futuro
Non ora il dolore
Morbido caldo piacere
Mai
Ora
Sempre
Splendida luminosa agonia
Adesso! Adesso! Adesso!
Le porte che si aprono
Che chiudono i tuoi occhi
Rimane il fuoco
Mai nulla cambia
Ho un posto per te.
Non è mai così
Quando sogni non è mai così
Di poco più vicino
Risentire una voce
Penombre di corpi
Strade del piacere
Fuori di qui il futuro
Non ora il dolore
Morbido caldo piacere
Mai
Ora
Sempre
Splendida luminosa agonia
Adesso! Adesso! Adesso!
Le porte che si aprono
Che chiudono i tuoi occhi
Rimane il fuoco
Mai nulla cambia
Ho un posto per te.
Non è mai così
Quando sogni non è mai così
01 agosto 2006
ASSENZA
Tu non lo saprai,
quando il sole avrà lasciato
sulla pelle il suo colore,
resi glauchi i miei occhi
tanto da non ritrovare
i miei passi dentro il tempo.
In un vecchio cassetto,
tra fiori appassiti
e vecchie parole d’amore,
ho lasciato i rimorsi.
Li ho lasciati per te,
per viaggiare leggero.
E tu non lo saprai
quando il sole avrà lasciato
sulla pelle il suo colore,
resi glauchi i miei occhi
tanto da non ritrovare
i miei passi dentro il tempo.
In un vecchio cassetto,
tra fiori appassiti
e vecchie parole d’amore,
ho lasciato i rimorsi.
Li ho lasciati per te,
per viaggiare leggero.
E tu non lo saprai
CI SEI ANCHE TU
Un tenue calore attraversa il ritratto,
altre righe veloci e scivoli in me:
lenti viaggi verso l'est,
soffici danze per i miei occhi
rabbia dentro i tuoi cassetti
mille biglietti per mille viaggi .
Lingua di fuoco che la memoria consuma,
e venti discordi che attendono
il gelo dell'assenza,
per spazzare via le distanze,
dalla carne della tua carne.
Sarai dimora accogliente
delle mie nascoste ferite,
l'ignara coperta
delle mie fredde stagioni.
Le meteore della vita
attraversano le emozioni,
lasciano scie di gioia
nel passato e
non hanno nessun nome.
E ti sorrido.
altre righe veloci e scivoli in me:
lenti viaggi verso l'est,
soffici danze per i miei occhi
rabbia dentro i tuoi cassetti
mille biglietti per mille viaggi .
Lingua di fuoco che la memoria consuma,
e venti discordi che attendono
il gelo dell'assenza,
per spazzare via le distanze,
dalla carne della tua carne.
Sarai dimora accogliente
delle mie nascoste ferite,
l'ignara coperta
delle mie fredde stagioni.
Le meteore della vita
attraversano le emozioni,
lasciano scie di gioia
nel passato e
non hanno nessun nome.
E ti sorrido.
30 luglio 2006
Sono così
29 luglio 2006
PRESTAMI I TUOI OCCHI
Prestami i tuoi occhi.
Cosa vedono i tuoi occhi?
Mi hai lasciato qui,
nel buio e nei colori,
senza contorni.
Prestami i tuoi occhi!
Cosa sono questi rumori?
Sono grida di piacere, gemiti di dolore,
ansimi affannosi di orgasmi,
rantoli di morte,
scricchiolii di ossa rotte.
Cercavo con te le risposte.
Hai perduto la mia mano.
Prestami i tuoi occhi!
Che cos’è questo odore?
Sono finito in una latrina,
dove ha vomitato il mondo,
dove non riesco a respirare.
Perché mi hai portato qui?
Prestami i tuoi occhi!
Che cosa ho bevuto?
E’ così amaro il veleno?
Nessun premio prima di morire?
L’ultima sigaretta, l’ultima cena,
l’ultimo bacio, l’ultimo respiro,
l’ultimo sguardo,
l’ultimo amore.
Prestami i tuoi occhi, dai!
Che cosa toccano le mie mani?
Il denso e morbido calore del sangue,
i grezzi e lisci segni delle cicatrici,
le dolci curve del seno,
l’umida eccitazione della lingua.
Sei ancora qui?
Prestami i tuoi occhi.
Ho bisogno di piangere
Voglio piangere legato ad un albero,
voglio piangere perché non sei più capace di farlo,
voglio piangere per non dare risposte,
voglio piangere per uccidere il dolore,
voglio piangere per non dover ridere del dolore,
voglio piangere dal ridere,
voglio piangere perché ho il posto
dove posare il mio sguardo,
voglio piangere perché sei qui con me.
Prestami i tuoi occhi,
proverò a guardare il mare
La sua voce chiama.
E’ là che chiama,
che vuole il mio corpo,
che cerca i miei pensieri.
E nuovi amori,
nuove facce,
nuovi corpi,
nuove attese,
nuove paure,
nuovi addii,
nuove vecchie cose,
nuove cose già fatte,
nuove cose già viste,
nuove parole già dette.
Prestami i tuoi occhi.
Forse tu vedrai lei,
forse lei ti sorriderà,
forse lei ti parlerà di me.
Prestami la tua voce.
Le parlerò di un amore lontano,
le dirò di come sono morto.
Prestami la tua mano.
Accarezzerò il mio viso
come non fa’ più nessuno.
Prestami il tuo respiro.
Sentirò l’aria dentro me scuotere la vita.
Prestami un giorno.
Ancora un giorno.
Lo guarderò con i tuoi occhi.
Portami dentro te.
Mi farò leggero come bacio.
Poi chiuderò gli occhi.
Cosa vedono i tuoi occhi?
Mi hai lasciato qui,
nel buio e nei colori,
senza contorni.
Prestami i tuoi occhi!
Cosa sono questi rumori?
Sono grida di piacere, gemiti di dolore,
ansimi affannosi di orgasmi,
rantoli di morte,
scricchiolii di ossa rotte.
Cercavo con te le risposte.
Hai perduto la mia mano.
Prestami i tuoi occhi!
Che cos’è questo odore?
Sono finito in una latrina,
dove ha vomitato il mondo,
dove non riesco a respirare.
Perché mi hai portato qui?
Prestami i tuoi occhi!
Che cosa ho bevuto?
E’ così amaro il veleno?
Nessun premio prima di morire?
L’ultima sigaretta, l’ultima cena,
l’ultimo bacio, l’ultimo respiro,
l’ultimo sguardo,
l’ultimo amore.
Prestami i tuoi occhi, dai!
Che cosa toccano le mie mani?
Il denso e morbido calore del sangue,
i grezzi e lisci segni delle cicatrici,
le dolci curve del seno,
l’umida eccitazione della lingua.
Sei ancora qui?
Prestami i tuoi occhi.
Ho bisogno di piangere
Voglio piangere legato ad un albero,
voglio piangere perché non sei più capace di farlo,
voglio piangere per non dare risposte,
voglio piangere per uccidere il dolore,
voglio piangere per non dover ridere del dolore,
voglio piangere dal ridere,
voglio piangere perché ho il posto
dove posare il mio sguardo,
voglio piangere perché sei qui con me.
Prestami i tuoi occhi,
proverò a guardare il mare
La sua voce chiama.
E’ là che chiama,
che vuole il mio corpo,
che cerca i miei pensieri.
E nuovi amori,
nuove facce,
nuovi corpi,
nuove attese,
nuove paure,
nuovi addii,
nuove vecchie cose,
nuove cose già fatte,
nuove cose già viste,
nuove parole già dette.
Prestami i tuoi occhi.
Forse tu vedrai lei,
forse lei ti sorriderà,
forse lei ti parlerà di me.
Prestami la tua voce.
Le parlerò di un amore lontano,
le dirò di come sono morto.
Prestami la tua mano.
Accarezzerò il mio viso
come non fa’ più nessuno.
Prestami il tuo respiro.
Sentirò l’aria dentro me scuotere la vita.
Prestami un giorno.
Ancora un giorno.
Lo guarderò con i tuoi occhi.
Portami dentro te.
Mi farò leggero come bacio.
Poi chiuderò gli occhi.
28 luglio 2006
VOGLIO AMARE IL SILENZIO

Siete là fuori
e ascolto il vostro dire
che non lascia orme.
Voglio amare il silenzio
che nulla chiede,
se non un bacio
sulla bocca
Amo quel silenzio
senza strade
dove perdere l'orgoglio
e pezzi di me
Ho raccolto i vostri visi
in album pieni di rumori.
Voglio entrare in quel silenzio
per non cantare
il mio nome.
e pezzi di me
Ho raccolto i vostri visi
in album pieni di rumori.
Voglio entrare in quel silenzio
per non cantare
il mio nome.
Accarezzami una volta ancora,
prima di uscire con l'ombrello,
prima che piovano ancora,
monotone,
prima di uscire con l'ombrello,
prima che piovano ancora,
monotone,
le tue bugie.
27 luglio 2006
Oligarchie sonore
Ti aspetto nell'ombra,
mia adorata,
con le tue labbra al gusto di fragola,
le parole lette dal dentista,
mentre aspetti per rifarti il sorriso.
Ti aspetto all'ombra dell'odio.
Qui nascondo un fiore
dai taglienti petali.
Prestami il tuo corpo
per spezzare l'acciaio.
Ma rivoglio i miei soldi
se hai venduto il mio amore.
Sorge livida l'alba
e il mio sogno si sveglia,
Tu sussurra il mio nome,
con solenne lentezza
e ti lascerò il tempo
per fumare un desiderio.
mia adorata,
con le tue labbra al gusto di fragola,
le parole lette dal dentista,
mentre aspetti per rifarti il sorriso.
Ti aspetto all'ombra dell'odio.
Qui nascondo un fiore
dai taglienti petali.
Prestami il tuo corpo
per spezzare l'acciaio.
Ma rivoglio i miei soldi
se hai venduto il mio amore.
Sorge livida l'alba
e il mio sogno si sveglia,
Tu sussurra il mio nome,
con solenne lentezza
e ti lascerò il tempo
per fumare un desiderio.
LA GIOSTRA PER TE
Ho comprato il biglietto per la giostra colorata
Sei salita con me sul cavallo più bello
Con la musica e te il mio mondo girava
Ho inventato per te una nuova parola
Hai sorriso cantando e hai buttato via il mondo
E la giostra girava ma tu già eri scesa
Quanti giri ho mai fatto e tu ferma a guardare
Quante volte hai sorriso prima di scomparire
E la giostra si ferma ora che sono il gioco.
Sei salita con me sul cavallo più bello
Con la musica e te il mio mondo girava
Ho inventato per te una nuova parola
Hai sorriso cantando e hai buttato via il mondo
E la giostra girava ma tu già eri scesa
Quanti giri ho mai fatto e tu ferma a guardare
Quante volte hai sorriso prima di scomparire
E la giostra si ferma ora che sono il gioco.
26 luglio 2006
Impollinazione
Mia dea
Sul pulvinare distesa
Icastico disegno d'amore
Senza remore l'orbace solleva
Redolente e invitante luco
Che sommuovere fai
Il reboante e pretto servo
E obliar la via è sublime.
Sul pulvinare distesa
Icastico disegno d'amore
Senza remore l'orbace solleva
Redolente e invitante luco
Che sommuovere fai
Il reboante e pretto servo
E obliar la via è sublime.
25 luglio 2006
Ossessione testuale (nuovi giochi)
24 luglio 2006
IN MOVIMENTO
Levigabile afrore
Che l'impulso mi accozza
Mia flessuosa festuca
Tuo licantropo occhiuto
Atteggiamo le membra
In corrotti trastulli
Tu perpetui il mio tempo
In silente agamia
Sono attento alle note
Ululando alla luna
Malleabile frutto
Che tua belva mi ha reso
Che l'impulso mi accozza
Mia flessuosa festuca
Tuo licantropo occhiuto
Atteggiamo le membra
In corrotti trastulli
Tu perpetui il mio tempo
In silente agamia
Sono attento alle note
Ululando alla luna
Malleabile frutto
Che tua belva mi ha reso
23 luglio 2006
Polvere (e pace)
E con trepidante flemma
il tuo corpo di cristallo
ha raggiunto nostra madre
Hai scagliato solo urla
arco acuto per morire
non raccolgo i tuoi frammenti
Tramontavi troppo in fretta
diventavi sempre uguale
ripetevi troppe cose
Profumata dalla terra
così amabile e silente
avrai l'erba dentro agli occhi
il tuo corpo di cristallo
ha raggiunto nostra madre
Hai scagliato solo urla
arco acuto per morire
non raccolgo i tuoi frammenti
Tramontavi troppo in fretta
diventavi sempre uguale
ripetevi troppe cose
Profumata dalla terra
così amabile e silente
avrai l'erba dentro agli occhi
22 luglio 2006
Immobile

Chiudere gli occhi
L'uscio sbatte
Lascia fuori la nostra vita
Diventiamo diversi.
Altri sentieri,
In salita,
Prima che ritornino strade.
E lascio i miei occhi
In altri luoghi,
Per cercare di amare
Ancora il passato,
Con la morte
Che non si lascia abbracciare.
Il vuoto trova le mie mani.
Accolgo la rassegnazione,
Come figlia di un lento dolore,
Come termine di queste viaggio,
Per partire ancora,
Lontano da te
Che rimani qui,
Immobile
19 luglio 2006
Gusto amaro
Cerco ancora
Ancora deluso
Ancora sbagliando
Non aspetti la mia voce
Rumore
La tua voce suona
Perfetta come la luce
Tagliente come un addio
Non rincorri la pietà
Come posso sperare ?
Vado via e ti lascio il mio nome
Assaggiando il sale degli occhi
Non conosco il tuo gioco
Non scommettere un’altra volta
Se sorrido è per non morire
Se sorrido è per i miei giorni
Accendi gli occhi su di me
Ora che ritrovo un ricordo
A spiare dalla serratura
La vita che si spoglia
Ancora deluso
Ancora sbagliando
Non aspetti la mia voce
Rumore
La tua voce suona
Perfetta come la luce
Tagliente come un addio
Non rincorri la pietà
Come posso sperare ?
Vado via e ti lascio il mio nome
Assaggiando il sale degli occhi
Non conosco il tuo gioco
Non scommettere un’altra volta
Se sorrido è per non morire
Se sorrido è per i miei giorni
Accendi gli occhi su di me
Ora che ritrovo un ricordo
A spiare dalla serratura
La vita che si spoglia
18 luglio 2006
Quanto costa una lacrima?
Le parole che si spezzano,
sale il tono,
non ti sento più;
pause lunghe, sospiri , singhiozzi.
Dopo le parole, singhiozzi e silenzi.
Lacrime che sento, lacrime che non vedo.
Sbaglio ancora. Non voglio più lacrime,
non sono mai giuste,
non regalano mai nulla a nessuno.
Quanti sorrisi devo regalare per una lacrima?
Mille?
Un milione?
Ci riuscirò mai?
Distruggo tutto,
è sempre così.
Cerco di fare tutto per bene,
cerco di vivere in un deserto.
Un deserto che sia tutto mio,
fatto su misura per me.
Stammi lontano, faccio solo male.
Ti faccio solo male.
sale il tono,
non ti sento più;
pause lunghe, sospiri , singhiozzi.
Dopo le parole, singhiozzi e silenzi.
Lacrime che sento, lacrime che non vedo.
Sbaglio ancora. Non voglio più lacrime,
non sono mai giuste,
non regalano mai nulla a nessuno.
Quanti sorrisi devo regalare per una lacrima?
Mille?
Un milione?
Ci riuscirò mai?
Distruggo tutto,
è sempre così.
Cerco di fare tutto per bene,
cerco di vivere in un deserto.
Un deserto che sia tutto mio,
fatto su misura per me.
Stammi lontano, faccio solo male.
Ti faccio solo male.
Logica

Logica,
didascalica,
assuefatta alla prostituta memoria
che disegnava lacrime sui volti
con miele , bandiere
e menzogne al neon.
Angoli di pietra
assuefatta alla prostituta memoria
che disegnava lacrime sui volti
con miele , bandiere
e menzogne al neon.
Angoli di pietra
affilati dalla lingua
che la decima musa avrebbe amato
Morbida, la tua pelle maculata,
che la decima musa avrebbe amato
Morbida, la tua pelle maculata,
che senza lasciare la mia mano,
d’aspetto muta.
Ripeti ancora per me un nome
che nella carne fermenta,
d’aspetto muta.
Ripeti ancora per me un nome
che nella carne fermenta,
sulla pelle matura.
Ascolta ancora con me
Ascolta ancora con me
la goccia che ferisce l’acciaio
Nel tempo,
Nel tempo,
nel tempo.
Iscriviti a:
Post (Atom)